(Sesto Potere) – Bologna – 11 aprile 2024 – Un miliardo e 200 milioni di euro per la ricostruzione di scuole, strade, centri sportivi, per il ripristino di aree compromesse, per interventi di contrasto al dissesto idrogeologico.
Fondi del Pnrr destinati all’Emilia-Romagna alluvionata, annunciati lo scorso gennaio in occasione della visita a Forlì della premier, Giorgia Meloni, e della presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, da spendere entro il 2026 in opere pubbliche.
“Sono passati tre mesi e il Governo non ha ancora provveduto a varare il decreto attuativo necessario a ‘sbloccarli’. Occorre che lo faccia al più presto”: a chiederlo è l’assessore regionale al Bilancio, Paolo Calvano, protagonista dell’ultima puntata, prima della pausa elettorale, del nuovo format di video interviste alla Giunta guidata dal presidente Stefano Bonaccini.
(Il video è già disponibile online sui profili Facebook e Instagram della Regione).
“Come nostra abitudine- sottolinea Calvano- vogliamo rispettare i tempi che ci vengono dati quando ci viene chiesto di utilizzare adeguatamente determinate risorse. Ma perché ciò avvenga, serve che quel decreto e quelle risorse abbiano certezza”.
Poi c’è il tema dei rimborsi per i privati.
“Da parte del Governo- spiega l’assessore- è stata fatta una promessa molto chiara, ovvero un rimborso, per cittadini e imprese, pari al 100% dei danni subiti a causa dell’alluvione. Purtroppo, ad oggi quelle risorse ancora non ci sono. Faccio un esempio pratico: tra i beni maggiormente danneggiati ci sono gli arredi delle case, ma non sono state ancora previste forme di ristoro per quanto concerne il mobilio distrutto. Su questo, come Regione non possiamo rimanere in silenzio, e non possiamo tacere neppure sulla semplificazione delle procedure per ottenere questi rimborsi: i cittadini devono essere messi nelle condizioni di non incontrare ostacoli e ottenere quanto loro promesso. Sono istanze che intendiamo portare avanti- conclude l’assessore- e questo vale anche per il versante della ricostruzione pubblica”.