(Sesto Potere) – Forlì – 10 aprile 2024 – “È terribile l’incidente alla centrale di Suviana, è terribile ogni volta in cui muore un lavoratore, parola che racchiude nell’immagine di chi lavora senza distinzione fra dipendente o partita iva. La distinzione che fa in merito il sindacato è offensiva nei confronti di chi perde la vita è offensiva e nel contempo evidenziando l’età dell’uomo, perché è sempre una persona che è morta, età avanzata quasi che sia un disagio del morto stesso e non di una società che obbliga o forse è meglio dire condanna sempre
più gli autonomi a dovere lavorare a vita dopo che negli anni 90 su pressione sindacale si è depauperata la struttura pensionistica degli autonomi inquadrandola in quella nazionale dell’Inps, pensione che non consente molte volte di vivere decorosamente negli anni della vecchiaia, gli anni che dovrebbero essere segnalati quali anni della serenità. È alla luce di tutto ciò che mi permetto di evidenziare e riposizionare nel valore giusto la perdita della vita di ciascun lavoratore, che esso sia autonomo, professionista o dipendente è sempre un lavoratore che perde la vita nello svolgimento del suo contributo sociale, il lavoro utile a se stesso alla sua famiglia e alla società.
Invito chiunque ha fede a esprimere una preghiera, come invito chi ne è privo a un pensiero di riconoscenza a tutti i lavoratori tanto che sia femmina o maschio al di la del colore e etnia perché la loro perdita non è solo legata hai propri cari, ma è assolutamente una perdita comunitaria e sociale”: scrive in una nota Daniele La Bruna, commissario provinciale di Forlì-Cesena della Democrazia Cristiana (nella foto).