(Sesto Potere) – Forlì – 16 marzo 2024 – L’importanza della pratica sportiva è stato il tema principale trattato da Novella Calligaris, indimenticabile mito del nuoto italiano, a cui è stato consegnato, giovedì 14 marzo, il prestigioso “Premio Salvatore Gioiello”, destinato ai giornalisti sportivi che si sono particolarmente distinti per la loro attività divulgativa. Abituata da sempre ad essere una “numero uno”, Calligaris è stata la prima anche in questa occasione, visto che nelle precedenti tredici edizioni della manifestazione erano stati premiati solo uomini.
La serata, introdotta come consuetudine da Marilena Rosetti, Presidente del Panathlon Club Forlì promotore dell’iniziativa, è poi proseguita con un intervento di Maurizio Gioiello, figlio di Salvatore, che ha brevemente ricordato il padre e ha poi presentato al pubblico la Calligaris ricordando le sue imprese sportive più importanti, tra cui spiccano la conquista di tre medaglie (una d’argento e due di bronzo) alle Olimpiadi di Monaco del 1972 e il trionfo iridato, sulla distanza degli 800 metri a stile libero, a Belgrado nel 1973, con annesso record del mondo.
La Calligaris, che in mattinata aveva incontrato alcune classi del Liceo Scientifico con le quali aveva dialogato a lungo, ha preso la parola e ha messo in evidenza l’importanza della sport, che serve per la socialità (cosa ben diversa dai social), abbatte le barriere (un esempio per tutti: oggi anche gli atleti maschi praticano il nuoto sincronizzato), ma è anche gioco, divertimento e fa bene alla salute.
In certe circostanze, ha poi proseguito Calligaris, lo sport può essere uno sfogo, o una competizione con se stessi, ma soprattutto è passione, un elemento senza il quale non si può vivere. L’auspicio è che, il prima possibile, i Giochi Paralimpici e le Olimpiadi vengano svolte contemporaneamente, per far sì che vi sia una vera inclusione.
Il secondo filone della serata è stato dedicato alla carriera giornalistica della premiata. Ritiratasi giovanissima dall’attività agonistica, conclusa a soli 19 anni (a chi le ha chiesto il motivo di tale scelta ha risposto: “Mi ero stufata, avevo raggiunto tutti i miei obiettivi, volevo fare altro”), ha subito iniziato a collaborare con il “Corriere della Sera” e in seguito, dal 1976, è passata alla RAI, per la quale ancora oggi lavora. Ha ricordato, tra i suoi maestri, le figure di Alfredo Provenzali (il primo a ricevere il “Premio Salvatore Gioiello”), Tito Stagno e Aldo Biscardi, con il quale collaborò a lungo nell’ambito della trasmissione “Il processo del lunedì”.
Infine, nella terza parte del suo intervento la Calligaris ha risposto a una domanda del pubblico riguardante la figura di “Bubi” Dennerlein, il suo allenatore. Ciò ha reso possibile ripercorrere i momenti più significativi di una carriera sportiva straordinaria, che ha però avuto momenti difficili: anzitutto, appena tredicenne, aveva ottenuto un tempo cronometrico che le avrebbe permesso di partecipare ai campionati italiani, ma proprio Dennerlein disse che era troppo piccola per disputare una competizione così impegnativa. Questa decisione non scalfì però la tenacia di Calligaris, che l’anno successivo si qualificò per i campionati mondiali. Testarda e a volte polemica, venne obbligata dal suo allenatore a disputare gli 800 metri stile libero; chiese conto di questa scelta a “Bubi” che le rispose: “Così terrai la bocca chiusa per 12 minuti!”.
Un altro aneddoto riferito a Dennerlein, definito da Calligaris un filosofo e un maestro di vita, riguarda invece il valore del saper perdere. La nuotatrice si ritrovò, in una edizione dei campionati italiani, iscritta a ben sette gare: ancora una volta domandò il perché e “Bubi” le disse che doveva imparare a conoscere la sconfitta. Ma Novella, stizzita, si impegnò così tanto che vinse tutte e sette le gare! Avrebbe scoperto il significato della sconfitta successivamente, quando si trovò a competere con le potenti nuotatrici della DDR costrette a subire un doping di stato.
Calligaris ha concluso il suo racconto rivelando che Dennerlein, apparentemente burbero, in realtà non lo era affatto e quando lei vinse il campionato del mondo lo vide commosso fino alle lacrime.