(Sesto Potere) – Forlì – 13 marzo 2024 – “Registriamo con soddisfazione il dietrofront dell’amministrazione comunale rispetto alla decisione di ridurre la flessibilità dell’orario pomeridiano nelle scuole dell’infanzia comunali per il prossimo anno scolastico, come annunciato dall’assessora Paola Casara. Un provvedimento penalizzante nei confronti di quei genitori che svolgono attività professionali flessibili e che fin da subito abbiamo stigmatizzato, chiedendo un ripensamento e l’avvio di un confronto partecipato con le famiglie degli oltre 400 bambini presenti in orario pomeridiano”. Interviene così il candidato sindaco del centrosinistra, Graziano Rinaldini.
“Spiace constatare, invece, – aggiunge Graziano Rinaldini – che l’assessora Casara risulti imprecisa e ometta di dire che già da tre anni il Comune non risponde più al 100% delle domande di accesso ai nidi d’infanzia e che il positivo aumento degli iscritti degli ultimi anni è stato determinato, in buona parte, dagli interventi messi in campo dalla Regione Emilia Romagna per abbattere le rette di frequenza e dal Bonus Inps. Inoltre, l’ampliamento dei posti nido nella nostra città è stato possibile, fondamentalmente, grazie agli stanziamenti che, sempre la Regione Emilia Romagna, ha messo a disposizione dei Comuni che, con limitate risorse proprie, hanno potuto agevolmente offrire maggiori servizi. Le risorse aggiuntive hanno permesso di incrementare le convenzioni con i gestori di nidi privati accreditati, in una logica di governance pubblica, mantenendo invariati i posti a gestione diretta comunale. Ciononostante la lista d’attesa per l’accesso ai nidi d’infanzia oggi riguarda oltre 100 famiglie forlivesi”.
“La Giunta Zattini – prosegue Rinaldini – non ha apportato a oggi cambiamenti nella struttura del sistema dei servizi all’infanzia perché esso è fondato, da decenni, su una solida governance del Comune delle risorse pubbliche e private. Sistema che ha fatto di Forlì un esempio virtuoso nel coniugare qualità, sostenibilità, equità nell’accesso in tutti i servizi pubblici e privati. Se lo avesse fatto, avrebbe trovato l’opposizione anche dei gestori privati, oltre che delle famiglie e di tutti coloro che in questo sistema lavorano quotidianamente. Una opposizione che si è chiaramente manifestata in questi giorni allorché si è paventato di ridurre la flessibilità oraria pomeridiana nelle scuole dell’infanzia comunali”.