(Sesto Potere) – Roma, 5 marzo – Le audizioni dei 10 progetti finalisti per la designazione della Capitale italiana della cultura 2026 si svolgeranno, a Roma, nei giorni 4 e il 5 marzo 2024 nella Sala Spadolini del Ministero della Cultura. Ogni città avrà a disposizione 30 minuti per presentare la propria candidatura, seguiti da ulteriori 30 minuti dedicati alle domande della Commissione.
In lizza: Agnone (nome progetto “Agnone 2026: Fuoco, dentro. Margine al centro”), Alba (“Vivere è cominciare. Langhe e Roero, un’altra storia”), Gaeta (“Blu, il Clima della Cultura”), L’Aquila (“L’Aquila Città Multiverso”), Latina (“Latina bonum facere”), Lucera (“Lucera 2026: Crocevia di Popoli e Culture”), Maratea (“Maratea 2026. Il futuro parte da un viaggio millenario”), Rimini (“Vieni oltre. Il futuro qui e ora”), Treviso (“I Sensi della Cultura”) e Unione dei Comuni Valdichiana Senese (“Valdichiana 2026, seme d’Italia”).
E Forlì si schiera al fianco del Comune di Rimini per la candidatura a capitale italiana della cultura 2026. Una candidatura che è figlia di un lungo percorso partecipativo che ha coinvolto e coinvolge tutta la Romagna.
A prendere la parola nella sala Spadolini del Ministero della Cultura a Roma, oggi è stato l’assessore alla Cultura Valerio Melandri (nella foto in alto): “Quando il sindaco di Rimini ci ha chiesto se volessimo sottoscrivere e contribuire alla realizzazione di questo percorso, non ci abbiamo pensato un attimo. Ci siamo riconosciuti in un progetto che non ha confini, che rappresenta tutta la Romagna e che ne abbraccia l’intero sistema museale, dello spettacolo e culturale. Una proposta concreta orientata a un futuro sostenibile in cui al centro ci sono le persone. Sulla scia della grande esperienza che è stata Romagna Next, Rimini capitale della cultura 2026 rappresenta l’ennesimo virtuoso esempio di quella necessaria coprogettazione che ci permette di attraversare insieme sfide imponenti, come il benessere sociale delle nostre comunità, il cambiamento climatico e i nuovi piani urbanistici.”
“Questa candidatura” – aggiunge Melandri – “abbatte ogni campanilismo romagnolo perché va oltre le più naturali divisioni politiche. Il nostro è infatti un unico sistema culturale, che compensa l’assenza di un’unica identità amministrativa. Alla base di tutto c’è la consapevolezza che insieme siamo più forti e lo abbiamo dimostrato proprio durante i giorni dell’alluvione, quando tutta la Romagna ha dato prova del proprio orgoglio e del grande spirito di solidarietà e inclusione sociale che la attraversa”.
“Noi” – conclude l’assessore – “ci mettiamo a disposizione di Rimini non solo idealmente, ma con le competenze, a partire dalla lunga esperienza di crowdfunding civico e art bonus che questa amministrazione ha intrapreso e coltivato in questi anni, per mettere a terra anche dal punto di vista economico quello che senza dubbio è un progetto di grande impatto e valore generativo.”