(Sesto Potere) – Forlì – 23 febbraio 2024 – Presentazione in conferenza stampa – questa mattina – della diciannovesima mostra ai Musei del San Domenico e San Giacomo di Forlì, un’esposizione dedicata quest’anno ai: Preraffaelliti.
L’esposizione, che intende ricostruire il profondo impatto dell’arte storica italiana sul movimento preraffaellita britannico tra gli anni Quaranta dell’Ottocento e gli anni Venti del Novecento, popolerà le splendide sale del Museo Civico San Domenico di Forlì dal 24 febbraio al 30 giugno 2024.
Sono intervenuti in conferenza stampa tra gli altri: il presidente della Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì Maurizio Gardini, Gianfranco Brunelli, direttore Grandi Mostre del Museo Civico di San Domenico di Forlì, il sindaco di Forlì, Gian Luca Zattini, e i curatori della mostra.
SINTESI
In esposizione 320 opere di artisti italiani e internazionali che raccontano la profonda influenza dell’arte italiana, dal Medioevo al Rinascimento, sul movimento artistico che ha rivoluzionato l’Inghilterra vittoriana e influenzato in maniera determinante la stagione europea del simbolismo.
A metà dell’Ottocento, nel fatidico 1848, nell’Inghilterra vittoriana, nel pieno della Rivoluzione industriale, alcuni giovanissimi artisti – Dante Gabriel Rossetti, John Everett Millais, William Holman Hunt – radunati in una Confraternita, ardirono di cambiare il corso dell’arte. Se la spinta programmatica fu breve – nel 1853 era già terminata – lo sviluppo dei modelli fu pervasivo, il successo duraturo.
I Preraffaelliti cercavano la fedeltà alla natura, la visione pura della realtà delle cose; i loro colori erano vividi e schietti, quando il carbone delle ciminiere anneriva il cielo e le case.
Cercavano nelle fonti letterarie l’ispirazione all’assoluto e la passione d’amore, mentre l’economicismo della Rivoluzione industriale mostrava una modernità contraddittoria e socialmente diseguale.
Eppure non furono dei passatisti. La loro non fu né una rivoluzione conservatrice, né una rivolta reazionaria.
Il nome esprime il rifiuto del “raffaellismo” e dei “raffaelliti”, la critica di ogni forma accademica, la contestazione del rigorismo formale della Royal Academy, così legata al classicismo dopo Raffaello.
Aprirono al Simbolismo e all’Art Nouveau. Furono la prima avanguardia, il primo movimento che avrebbe aperto la strada a esperienze poi così diverse e persino contrapposte del Novecento europeo.
LA MOSTRA
Dal 24 febbraio al 30 giugno 2024 la mostra “Preraffaelliti. Rinascimento moderno” – diretta da Gianfranco Brunelli e a cura di Elizabeth Prettejohn, Peter Trippi, Francesco Parisi e Cristina Acidini con la consulenza di Tim Barringer, Stephen Calloway, Charlotte Gere, Véronique Gerard Powell e Paola Refice – attraverso 350 opere tra dipinti, sculture, disegni, stampe, fotografie, mobili, ceramiche, opere in vetro e metallo, tessuti, medaglie, libri illustrati, manoscritti e gioielli racconterà questa storia affiancando per la prima volta, grazie ai generosi prestiti concessi dai musei europei – in particolare inglesi e italiani – e americani, una consistente rappresentanza di modelli italiani, tra cui opere di antichi maestri, alle opere britanniche; ma anche opere di artisti italiani di fine Ottocento ispirate ai precursori britannici.
Tra gli anni Quaranta dell’Ottocento e gli anni Venti del Novecento, l’arte storica italiana, dal Medioevo al Rinascimento, ha un forte impatto sulla cultura visiva britannica, in particolare sui Preraffaelliti.
Questo movimento artistico, nato nell’Inghilterra vittoriana di metà Ottocento a opera di alcuni artisti ribelli – William Holman Hunt, John Everett Millais e Dante Gabriel Rossetti – aveva lo scopo di rinnovare la pittura inglese, considerata in declino a causa delle norme eccessivamente formali e severe imposte dalla Royal Academy.
Il Preraffaellismo – la cui data di inizio può essere fissata con certezza al 1848, ma la cui conclusione non è facile da individuare perché sfuma nei movimenti decadente e simbolista – non fu un ritorno reazionario agli stili del passato ma un progetto visionario capace sia di rendere le opere che ne nacquero qualcosa di decisamente moderno, sia di restituire forza e presenza alla tradizione italiana.
I Preraffaelliti attinsero infatti a un’ampia gamma di influenze ed elementi storici, in momenti diversi si ispirarono all’arte e all’architettura gotica veneziana, a Cimabue, a Giotto, oltre che a maestri del Rinascimento, come Botticelli e Michelangelo, rivolgendosi infine con altrettanto entusiasmo all’arte veneziana del XVI secolo di Veronese e Tiziano.
Seguendo il corso di una produzione che si è snodata per vari decenni, Preraffelliti. Rinascimento Moderno si articola in sezioni che hanno come filo conduttore il concetto di re-invenzione nelle sue varie declinazioni. Esse sono documentate da opere di artisti britannici talvolta forse poco noti al grande pubblico, ma in grado di restituire con inedita chiarezza i tratti peculiari di questo passaggio storico.
Il percorso espositivo, curato nel suo allestimento dallo studio Lucchi & Biserni di Forlì, si articolerà all’interno della Chiesa di San Giacomo e delle grandi sale che costituirono la biblioteca del Convento di San Domenico.
La mostra, organizzata dalla Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì in collaborazione con il Comune di Forlì, è accompagnata da un catalogo pubblicato da Dario Cimorelli Editore, con saggi e articoli dei curatori e contributi dei co-curatori ospiti.
PRERAFFAELLITI –Rinascimento moderno
Diretta da Gianfranco Brunelli
Curata da Elizabeth Prettejohn, Peter Trippi, Francesco Parisi e Cristina Acidini,
con Tim Barringer, Stephen Calloway, Charlotte Gere, Véronique Gerard Powell e Paola Refice.
Partner
La mostra Preraffaelliti. Rinascimento moderno è stata realizzata grazie al contributo di importanti realtà in ambito territoriale e nazionale.
Un grande ringraziamento va a tutti i partner della mostra tra i quali uno speciale riconoscimento va a Apt Servizi e Destinazione Romagna per il coinvolgimento nella promozione dell’evento.
Media partnership
Nella tradizione delle grandi esposizioni forlivesi ha un posto centrale la comunicazione, che vede da lungo tempo la partnership di RAI, QN-Quotidiano Nazionale, Corriere Romagna, Radio Bruno, Forlì Today e Publimedia.
Tra gli sponsor anche il Gruppo Hera. “Anche quest’anno abbiamo voluto dare continuità alla nostra collaborazione, oramai storica, per supportare questa interessante mostra dedicata all’affascinate mondo della moda, organizzata dalle istituzioni di Forlì attraverso i Musei San Domenico – afferma Giuseppe Gagliano, Direttore Centrale Comunicazione e Relazioni Esterne del Gruppo Hera – Questo per testimoniare l’attenzione del Gruppo alle eccellenze culturali espresse dalle comunità locali che, nel tempo, hanno saputo consolidare il prestigio dei nostri territori a livello nazionale e internazionale”.
LA STORIA DELLE GRANDI MOSTRE
Le grandi esposizioni forlivesi che hanno visto, a partire dal 2005, eventi come: Marco Palmezzano. Il Rinascimento nelle Romagne (2005-2006); Silvestro Lega. I Macchiaioli e il Quattrocento (2007); Guido Cagnacci. Protagonista del Seicento tra Caravaggio e Reni (2008); Antonio Canova. L’ideale classico tra scultura e pittura (2009); Fiori. Natura e simbolo dal Seicento a Van Gogh (2010); Melozzo da Forlì.
L’umana bellezza tra Piero della Francesca e Raffaello (2011); Wildt. L’anima e le forme da Michelangelo a Klimt (2012); Novecento. Arte e vita in Italia tra le due guerre (2013); Liberty. Uno stile per l’Italia Moderna (2014); Boldini. Lo spettacolo della modernità (2015); Piero della Francesca. Indagine su un mito (2016); Art Déco. Gli anni ruggenti in Italia (2017); L’Eterno e il Tempo tra Michelangelo e Caravaggio
(2018), Ottocento. L’arte dell’Italia tra Hayez e Segantini (2019); Ulisse. L’arte e il mito (2020), Dante. La visione dell’arte (2021), Maddalena. Il mistero e l’immagine (2022), L’arte della moda. L’età dei sogni e delle rivoluzioni 1789-1968 hanno portato 1.700.000 visitatori e un riconoscimento scientifico internazionale. Le mostre L’Eterno e il Tempo tra Michelangelo e Caravaggio e Ulisse. L’arte e il mito hanno vinto l’oscar del Global Fine Art Awards rispettivamente nelle categorie Best Renaissance, Baroque, Old Masters, Dynasties – Group or Theme (5° edizione del premio, 2019) e Best Ancient (7° edizione del premio, 2021).
Link: https://mostremuseisandomenico.it/preraffaelliti/
Forlì, Musei San Domenico – www.mostremuseisandomenico.it