(Sesto Potere) – Roma – 16 gennaio 2024 – L’Italia è uno dei paesi più colpiti dalla contraffazione nel settore dell’abbigliamento, con 1,7 miliardi di EUR di mancate vendite e 19 000 posti di lavoro persi ogni anno. L’industria dell’abbigliamento è quella maggiormente penalizzata dai prodotti contraffatti, con una perdita di quasi 12 miliardi di EUR di entrate annue (pari al 5,2 % delle vendite). Anche il settore dei cosmetici e quello dei giocattoli registrano vendite sensibilmente inferiori a causa di tali prodotti, con perdite per 3 miliardi di EUR (il 4,8 % delle vendite) e 1 miliardo di EUR (l’8,7 % delle vendite). I prodotti falsi comportano un calo dei posti di lavoro: 160 000 in meno nel settore dell’abbigliamento, 32 000 in meno in quello dei cosmetici e 3 600 in meno in quello dei giocattoli.
Pubblicato oggi dall’Ufficio dell’Unione europea per la proprietà intellettuale (EUIPO) uno studio che esamina l’impatto economico della contraffazione sui settori dell’abbigliamento, dei cosmetici e dei giocattoli.
Abbigliamento, calzature, cosmetici e giocattoli: questi articoli da regalo fanno parte delle liste dei desideri di molti consumatori durante le festività e nell’attuale periodo dei saldi. Tuttavia, pur generando ogni anno un fatturato di centinaia di miliardi di euro nell’Unione europea, questi beni di consumo sono anche soggetti a contraffazione, che può comportare gravi problemi di salute e sicurezza per i consumatori.
Le merci contraffatte nei settori dell’abbigliamento, dei cosmetici e dei giocattoli costano 16 miliardi di EUR in termini di vendite annuali a chi fabbrica prodotti autentici, sottraendo di conseguenza quasi 200 000 posti di lavoro all’economia legale.
UN COSTO NASCOSTO CON UN GRANDE IMPATTO
In base ai dati relativi al periodo 2018-2021, dallo studio dell’EUIPO emerge che le vendite di capi di abbigliamento e calzature, cosmetici e giocattoli hanno registrato perdite annuali pari rispettivamente a 12 miliardi di EUR, 3 miliardi di EUR e 1 miliardo di EUR.
In questi settori, complessivamente, Germania, Francia, Italia, Spagna e Austria hanno subìto le perdite maggiori, con un calo delle vendite di prodotti autentici di quasi 8 miliardi di EUR.
Tuttavia, i prodotti falsi incidono più su alcuni paesi che su altri, con differenze significative in base ai tipi di prodotti.
Il settore dei giocattoli è quello più colpito dalle contraffazioni, registrando secondo la relazione una perdita complessiva dell’8,7 % in tutta l’UE, con percentuali a due cifre in più della metà degli Stati membri. Malta (16,2 %), Croazia (14,2 %), Cipro (14,1 %), Ungheria (13,7 %) e Slovenia (13,1 %) sono cinque paesi in cui le vendite di giocattoli risentono particolarmente della contraffazione dei prodotti. Con 334 milioni di mancate vendite, la Germania è il paese più colpito dalla contraffazione dei giocattoli; il dato rappresenta un terzo di tutte le mancate vendite nell’UE in tale settore.
L’industria dell’abbigliamento e delle calzature, il settore più ampio analizzato dallo studio in termini di vendite, registra una perdita del 5 % circa in Europa, con alla testa Cipro (10,7 %), Irlanda (10,2 %), Lussemburgo (9,2 %), Lituania (9,1 %) ed Estonia (8,7 %).
Dei tre settori esaminati, quello dei cosmetici è stato quello meno penalizzato dai prodotti contraffatti: la relazione dell’EUIPO ha rilevato perdite per i produttori di cosmetici autentici di poco inferiori al 5 % rispetto alle vendite totali nell’UE. L’industria cosmetica francese è quella più colpita in termini assoluti, con 800 milioni di EUR di mancate vendite annuali. La relazione ha registrato le perdite più elevate in Bulgaria (8,7 %), Cipro (7,9 %), Romania (7,9 %), Portogallo (7,7 %) e Ungheria (7,6 %).
Oltre alle perdite pecuniarie e alle ripercussioni sul mercato del lavoro, dalla relazione emerge che la contraffazione nei settori dei cosmetici e dei giocattoli, in particolare, può comportare gravi rischi per la salute e la sicurezza dei consumatori. Tali prodotti potenzialmente dannosi rappresentano il 15 % degli articoli contraffatti sequestrati alle frontiere esterne dell’UE, in base a una valutazione delle minacce dei reati contro la PI effettuata dall’EUIPO nel 2022.
PRODOTTI CONTRAFFATTI E POSTI DI LAVORO
Lo studio dell’EUIPO sulle tendenze delle vendite in questi tre settori sottolinea l’entità della contraffazione per le imprese legittime, che risentono del calo delle vendite e, di conseguenza, impiegano un minor numero di persone.
Secondo la relazione, la Germania, il più grande mercato di consumo nell’UE, accusa una perdita di quasi 40 000 posti di lavoro. Altri grandi paesi registrano perdite nei rispettivi settori dell’abbigliamento, dei cosmetici e dei giocattoli, tra cui l’Italia (24 241), la Polonia (18 244), la Spagna (15 044) e la Francia (14 427).
IL COMMENTO
Il Direttore esecutivo dell’EUIPO João Negrão ha dichiarato: Le merci contraffatte presentano costi reali per i consumatori, per le aziende produttrici e per le nostre economie. Quest’ultimo studio mostra la consistenza di quei costi in termini di mancati introiti e di posti di lavoro persi nell’UE. Le risultanze relative alla contraffazione evidenziano il prezioso lavoro che l’EUIPO svolge tramite l’Osservatorio e la nostra importante collaborazione con Europol, l’Ufficio europeo per la lotta antifrode (OLAF) e la Commissione europea per individuare ed eliminare i prodotti falsi nell’UE.
I FATTORI SOTTOSTANTI
Una variabile importante è costituita dalla consapevolezza e dalla percezione dei consumatori dell’UE in merito ai prodotti contraffatti. Secondo lo studio sulla percezione della PI-Perception Study sulla proprietà intellettuale condotto dall’EUIPO nel giugno 2023, un terzo degli europei ritiene accettabile acquistare merci contraffatte quando il prezzo del prodotto originale è troppo elevato. La percentuale sale al 50 % tra i giovani. Lo studio esamina la percentuale di persone che ammettono di aver acquistato merci contraffatte, involontariamente o intenzionalmente, in ciascun paese.
Inoltre lo studio si basa su dati contenuti in una relazione congiunta EUIPO-EUROPOL incentrata sulla policriminalità, con cui si dimostra che i reati contro la proprietà intellettuale presentano collegamenti con altri reati gravi, nonché in una relazione annuale pubblicata congiuntamente alla direzione generale della Fiscalità e dell’unione doganale della Commissione europea, contenente dati sui sequestri di merci contraffatte alle frontiere e nel mercato interno.