(Sesto Potere) – Forlì – 15 gennaio 2024 – Appresa la notizia dell’incontro fissato a Forlì mercoledì 17 gennaio, tra Ursula von der Leyen,
Giorgia Meloni e vari esponenti di governo e Regione, tre realtà locali come: Appello per l’Appennino Romagnolo, l’associazione La Parola Cesena e Forlì Città Aperta comunicano di aver ritenuto necessario “muoversi tempestivamente” per convocare un sit-in che si terrà nella stessa giornata in Piazza Saffi a Forlì, nei pressi del monumento ad Aurelio Saffi, a partire dalle ore 12, in coincidenza con l’arrivo dei leader politici in Municipio, un appello a cui hanno già aderito associazioni, sindacati e varie realtà territoriali.
Un’iniziativa che i proponenti vogliono tenere “a simbolo di una Romagna alluvionata che non si arrende, dimostrando così pubblicamente la distanza tra gli annunci che si leggono sulla stampa e la condizione delle persone, delle imprese e del territorio”.
Ma chi ha firmato l’adesione alla manifestazione? L’elenco è lungo ed è così composto: “ANPI Forli-Cesena; ANPI Valle Montone sez. Iris Versari; ADL Cobas; Ass. Amici della Casa di Tavolicci; Ass. Barcobaleno; Associazione Luciano Lama; Auser Forlì; Avvocato di strada sezione Vanni Casadei sportello Forlì; Associazione voceDonna; CGIL Forlì Cesena; Comitato di quartiere Foro Boario San Benedetto; Comitato No Megastore; Federconsumatori Forli-Cesena; Forum delle donne; Fridays For Future Forlì; Il Progresso delle idee; Legambiente Forli-Cesena; Libera Forlì-Cesena; Parents for future Forlì; Rea – collettivo di genere; Sunia Forli-Cesena; UDI Forlì Aps; Un Filo Rosso; e Un secco no APS”.
“A otto mesi dalla catastrofe alluvionale che ha sconvolto il volto della nostra terra, rovinando la vita di migliaia di persone, precarizzando l’esistenza di intere vallate appenniniche, così come dei territori prossimi ai corsi fluviali, e lacerando un intero tessuto economico a cominciare dalle attività agricole, crediamo di poter giudicare come assolutamente insufficienti, gravemente tardive ed estremamente farraginose le poche risposte giunte finora ai bisogni urgenti delle terre alluvionate, della popolazione che ci vive e ci lavora, denunciando una realtà assai lontana dai roboanti proclami iniziali”: scrivono gli organizzatori del sit-in.
“Il sostanziale nulla di fatto per quanto ancora riguarda aiuti e sostegni a privati – con l’arrivo di soli 3000/5000 euro per chi è riuscito a concludere la domanda – così come l’esclusione dei tanti che hanno avuto danni alle pertinenze, segnala un limite evidente di risorse stanziate rispetto ai danni stimati. Risarcimenti, dunque, non al 100% ma molto parziali, sia nell’ammontare delle somme sia nell’esclusione dei beni mobili, al pari del mancato riconoscimento sulle mutilazioni produttive presenti e future di tante imprese, in particolare quelle agricole. A ciò si aggiunge la frustrante macchinosità burocratica delle procedure, in assenza di un concreto aiuto dalle istituzioni nella gestione di queste domande. Lo stato di insicurezza idrogeologica della montagna, della collina e delle valli, è un tema ancora vissuto da interi territori e sul quale non sono chiare le progettazioni e i tempi dei ripristini”: si legge nella lettera/aperta delle associazioni, delle organizzazioni sindacali e delle altre realtà.
“Queste sono solo alcune tra le principali constatazioni che ci rendono necessario animare un’azione pubblica, democratica, pacifica e civile con cui far presente alle istituzioni e all’opinione pubblica che no, non va tutto bene, proprio per niente. Invitiamo perciò la cittadinanza, le associazioni, le organizzazioni sindacali e ogni realtà che voglia rappresentare le istanze della Romagna alluvionata ad aderire e partecipare al presidio dimostrativo che abbiamo indetto per mercoledì 17 gennaio in Piazza Saffi a Forlì, nei pressi del monumento ad Aurelio Saffi, a partire dalle ore 12, in concomitanza con l’arrivo e lo svolgimento dell’incontro Meloni – von der Leyen presso la sede comunale. Il nostro obbiettivo è ancora una volta quello di dare la possibilità alla nostra gente e alla nostra terra di testimoniare la verità su quanto si sta vivendo nei fatti qui in Romagna, rispetto ad un’emergenza che non è affatto finita e sulla quale occorre tenere i riflettori ben puntati”: concludono l’Appello per l’Appennino Romagnolo, l’associazione La Parola Cesena, e Forlì Città Aperta.