(Sesto Potere) – Bologna – 4 gennaio 2024 – Il sistema Confindustria Emilia-Romagna promuove il Piano “Verso Industria 4.0”, un ampio programma per accompagnare le imprese nei processi di crescita e riposizionamento strategico delle filiere e dei sistemi produttivi in ottica Industria 4.0.
Obiettivo del Piano è stimolare la trasformazione del modello di business della manifattura regionale e dei servizi alla produzione attraverso tre leve: la digitalizzazione del modo di produzione, la competitività su scala globale e la circolarità delle risorse.
Il programma, realizzato con il finanziamento dell’Unione europea-FSE e della Regione Emilia-Romagna, si compone infatti di tre Operazioni tra loro integrate: SMARTI-ER 4.0 dedicato alla digitalizzazione, GLOBB-ER per l’internazionalizzazione e GREEN UP-ER per l’economia circolare.
I numeri sono importanti ed ambiziosi. Il Piano coinvolgerà circa 1.100 imprese di tutto il territorio regionale attraverso 16 seminari in tutto il territorio regionale, e accompagnerà circa 700 imprese e 3.000 persone ‒ tra imprenditori, manager e figure chiave aziendali ‒ con attività di formazione in aula e interventi di coaching in azienda per un totale di quasi 23.000 ore. Queste ultime azioni saranno realizzate dai centri formativi di riferimento del sistema regionale Confindustria con il coordinamento di Formindustria Emilia-Romagna.
Anche il valore economico dell’operazione è di tutto rilievo: complessivamente quasi 3,5 milioni di euro di finanziamento, per un’iniziativa della durata complessiva di 18 mesi.
“Questo Piano – ha dichiarato Maurizio Marchesini, Past President Confindustria Emilia-Romagna, in occasione della presentazione del Piano il 18 gennaio 2017 a Bologna – consentirà un investimento straordinario sulle competenze delle persone, un salto culturale e qualitativo di cui abbiamo grande bisogno. Industria 4.0 richiede nelle imprese, anche piccole e medie, un deciso cambio di paradigma nelle strategie su processi produttivi, organizzazione aziendale, approccio alla clientela, accesso ai mercati e modelli di consumo.
Le direttrici di crescita che abbiamo individuato insieme alla Regione, in sintonia con il Patto per il Lavoro – prosegue Marchesini – sono tre: digitalizzazione, internazionalizzazione ed economia circolare. Con questo programma vogliamo dare una forte spinta alla crescita economica dell’Emilia-Romagna e accompagnare le imprese e le loro filiere a riposizionarsi, investire e rafforzare la propria competitività, facendo sì che le aziende leader facciano da traino dell’intera filiera in termini di strategie di sviluppo”.
“Nel sistema manifatturiero italiano – ha sottolineato Luca Paolazzi, Direttore Centro Studi Confindustria – coesistono imprese con una performance eccellente in termini di produttività e di redditività. Costituiscono circa un quinto del totale. Un altro quinto è formato da imprese in difficoltà. Nel mezzo, la maggior parte delle aziende, molte delle quali possono ambire a fare quel salto culturale nella gestione strategica che è necessario per competere a livello globale e far pienamente proprie le nuove tecnologie digitali, nella forma più evoluta dell’Industria 4.0. Compito delle politiche e del sistema associativo è di aiutare queste ultime a compiere quel salto, che l’80% degli imprenditori intervistati per conto del CSC ritiene sia indispensabile, con politiche e azioni di accompagnamento. Il programma presentato oggi fa esattamente ciò ed è un esempio da emulare di cooperazione tra attori pubblici e attori privati, una buona dimostrazione di sistema Paese”.
“Al centro dell’Industria 4.0 – ha concluso Patrizio Bianchi, Assessore Regione Emilia-Romagna al Coordinamento delle Politiche europee allo Sviluppo, Scuola, Formazione professionale, Università, Ricerca, Lavoro – non sono le tecnologie ma le persone, vero motore dei processi di innovazione. Per essere uno degli snodi cruciali di questa quarta rivoluzione industriale, come condiviso nel Patto per il Lavoro, occorre agire sulla capacità di innovazione e sulle competenze a partire da quelle di coloro che nelle imprese hanno la responsabilità di governare i processi di cambiamento. Per questo abbiamo investito 10 milioni del FSE per vincere la sfida di riposizionare il nostro sistema economico-produttivo e competere a livello globale grazie ad una manifattura ad altissimo valore aggiunto, capace di coniugare la perfezione della tecnologia digitale con l’autenticità del pezzo unico, e rispondere così alla nuova domanda di beni sempre più personalizzati che l’aumento dell’estensione del mercato ha comportato”.
I promotori del Piano rappresentano la comunità imprenditoriale e scientifica dell’Emilia-Romagna e del Paese: le Confindustrie e Unioni Industriali della regione, Confindustria Ceramica, Ance Emilia-Romagna, il CSC-Centro Studi Confindustria, Assinform, Farmindustria, Federalimentare, Federchimica. Ucima, Ucimu, Prometeia, Sace, Simest, Bologna Business School, Centro di ricerca interuniversitario SEEDS, Cineca e tutte le Università della regione.
Tutti questi soggetti fanno parte del Comitato di pilotaggio, che ha il compito di indirizzare l’attuazione del Piano e verificarne la rispondenza alle esigenze delle imprese. La progettazione dell’iniziativa è stata condivisa con Federmanager Emilia-Romagna, CISL Emilia-Romagna e UIL Emilia-Romagna.
L’attuazione del programma è accompagnata da un articolato piano di comunicazione e promozione, anche sul web e sui social media, per diffondere l’iniziativa al maggior numero possibile di imprese dell’Emilia-Romagna.