(Sesto Potere) – Forlì – 21 dicembre 2023 – “L’alzata di scudi dei sindacati dei medici della Romagna dimostra che la riforma della medicina di emergenza-urgenza voluta dalla Regione E-R non ha senso: è un’ulteriore riprova della fondatezza delle denunce che abbiamo perpetrato negli ultimi mesi contro questi nuovi assetti del servizio sanitario regionale. Non stavamo abbaiando alla luna, anzi, abbiamo portato alla luce con largo anticipo un problema che col passare del tempo si sta dimostrando di enorme portata e su cui le Istituzioni locali dovranno riflettere al più presto. E non perché lo diciamo noi, ma per il bene dei cittadini”.
Lo afferma in una nota Luca Bartolini, ex consigliere regionale e dirigente di Fratelli d’Italia Forlì-Cesena, dopo l’ennesima lettera di protesta scritta dai sindacati contro la riorganizzazione della sanità dell’Ausl Romagna, in particolare: in riferimento alle dichiarazioni dei medici di continuità assistenziale (l’ex Guardia medica) delle tre province di Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini, autori di una lettera/mail di protesta contro la riorganizzazione del servizio di ex guardia medica decisa da Ausl Romagna, e minacciando dimissioni di massa contro quello che definiscono un vero e proprio “‘ridimensionamento”.
“Dopo le contestazioni della FIMMG Emilia Romagna e della sezione regionale dello SNAMI, anche la voce dei medici del Servizio di Continuità Assistenziale della Romagna (province di Rimini, Forlì-Cesena e Ravenna), ovvero quello che una volta era la Guardia Medica, si è levata contro questa assurda riforma, arrivando a minacciare le dimissioni di gran parte delle 160 unità che oggi ne fanno parte – sottolinea Bartolini -. L’attivazione dei Cau sta dequalificando ulteriormente la sanità pubblica del nostro territorio, come testimoniano le forti prese di posizione dei sindacati e delle associazioni di categoria”.
“Le nuove strutture di Cesenatico, Bagno di Romagna e Santa Sofia, infatti, andranno a sostituire i Pronto Soccorso e i punti di primo intervento senza poter però disporre di personale medico specializzato in emergenza-urgenza: una situazione estremamente pericolosa non solo per i medici ma soprattutto per i pazienti. Ed è proprio questo il punto. Ci stupisce che i Sindaci di Cesenatico, Santa Sofia e Bagno di Romagna stiano subendo così passivamente tale decisione che, di fatto, mette a rischio la sicurezza e la salute dei cittadini”.