(Sesto Potere) – Parma – 29 novembre 2023 – Quattordici registri del fondo di Stato civile e due mappe settecentesche di grande formato, raffiguranti rispettivamente il corso del Canale Naviglio Taro (1704) e il tracciato dell’antico acquedotto della Fontana (1707). Sono i documenti, conservati nell’Archivio storico comunale di Parma, recentemente restaurati e digitalizzati con un contributo regionale di 30mila euro.
“In questi ultimi anni la Regione- commenta l’assessore alla Cultura e al Paesaggio, Mauro Felicori – si è fortemente impegnata nel sostegno a iniziative di restauro che hanno permesso il recupero e la valorizzazione di parti importanti del nostro patrimonio. Il restauro dei registri storici e delle antiche mappe di Parma permette di riscoprire documenti di fondamentale importanza storico-culturale per i cittadini e per coloro che vorranno indagare sugli aspetti della città più segreta, quella sotterranea”.
L’Archivio storico comunale di Parma e la Regione Emilia-Romagna hanno avviato, già a partire dal 2022, un progetto di collaborazione per la realizzazione di interventi di recupero di un insieme di materiali archivistici di notevole importanza storico-documentale. Dopo un’indagine sullo stato di conservazione del patrimonio custodito nell’Archivio da parte della Soprintendenza archivistica e bibliografica di competenza, è emersa la necessità di restaurare alcuni registri del fondo di Stato civile e due mappe settecentesche di grande formato. Queste ultime raffigurano, rispettivamente, il corso del Canale Naviglio Taro (1704) e il tracciato dell’antico acquedotto della Fontana (1707). L’esecuzione è stata affidata al laboratorio Cartantica Conservazione e Restauro di Parma.
Nel dettaglio, si tratta complessivamente di 14 registri afferenti al fondo dello Stato civile, di cui 9 indici decennali degli eventi (nascita e matrimonio) che si sono verificati nel Comune di Parma a partire dal 1806 al 1875 (nati) e dal 1886 al 1915 (matrimoni), e 5 registri annuali dei nati nel Comune dall’anno 1806 all’anno 1810.
Fra i fondi archivistici dell’Archivio storico comunale di Parma, quello dello Stato civile, costituito dalla documentazione prodotta a partire dal 1806 come istituito in Italia dallo Stato Civile Napoleonico, è tra i più consultati per le specifiche finalità storico-genealogiche e sociodemografiche e di primario interesse sia per le ricerche degli studiosi di demografia, statistica e genealogia, sia per i privati cittadini per la ricostruzione del proprio albero genealogico familiare o per confermare la propria discendenza italiana ai fini dell’ottenimento della cittadinanza (jure sanguinis).
L’assidua consultazione quotidiana ha comportato il maggior deterioramento del fondo: gli indici decennali e i registri annuali versavano in un pessimo stato di conservazione generale (con cerniere e i dorsi in alcuni casi risultavano completamente mancati, lacune, strappi) e, in alcuni casi, i pezzi presentavano uno stato di emergenza conservativa per i danni alla pergamena delle coperte, gravi distacchi e rotture dovuti, oltre che alla frequente richiesta, anche a un episodio di allagamento dei depositi dove era conservata la documentazione.
Per quanto riguarda il restauro delle due mappe settecentesche, il loro recupero ha permesso di ampliare le conoscenze sulla storia e la conformazione dei corsi d’acqua che un tempo erano parte integrante del tessuto urbano di Parma. In particolare, la mappa raffigurante il Canale Naviglio Taro ripercorre il corso di uno dei quattro principali canali che convogliavano acqua in città e che, venendo dal fiume Taro, permetteva l’approvvigionamento dell’acqua per la zona sud ovest.
Il recupero della mappa raffigurante l’acquedotto della Fontana si inserisce inoltre nel percorso di valorizzazione della Parma sotterranea recentemente avviato per la riscoperta dell’acquedotto Farnesiano, attraverso il ripristino e la riqualificazione degli ambienti ipogei del centro storico della città. Il progetto Parma territorio d’acque ha permesso di riaprire al pubblico gli spazi collocati al di sotto del palazzo Municipale collegati all’antico acquedotto che correva da piazza Garibaldi verso via Farini per una lunghezza di circa 200 metri. La mappa dell’Archivio Storico Comunale indica in modo preciso non solo il percorso oggi visibile, ma anche l’origine dell’acquedotto nella zona rurale di Malandriano e la biforcazione che conduceva al tratto privato dell’Acquedotto Ducale.
Un ulteriore intervento, programmato nell’iter progettuale, ha visto la digitalizzazione integrale delle opere restaurate, che consentirà una più ampia fruizione dei beni, preservando l’integrità degli originali. L’investimento complessivo per il progetto è stato di 36.868 euro, di cui 30mila dalla Regione Emilia-Romagna (in base alle leggi regionali 18/2000 – 7/2020), mentre il resto è in capo al Comune di Parma.
L’intervento di restauro sarà presentato oggi, mercoledì 29 novembre, alle ore 10, nel corso di un convegno al Laboratorio Aperto nel Complesso di San Paolo (Sala Giovanna da Piacenza, vicolo delle Asse 5,) dal titolo “Smuoviamo le Acque”.