(Sesto Potere) – Roma – 28 novembre 2023 – L’Area Studi Mediobanca presenta la 58esima edizione dello studio sulle “Principali Società Italiane”. Lo studio analizza i bilanci relativi all’esercizio 2022 di 3.310 aziende, suddivise in base al settore in cui operano. Nel dettaglio: 2.680 società industriali e di servizi, 66 holding, 27 SIM, 26 società di leasing, 35 di factoring e credito al consumo, 372 banche e 104 assicurazioni.
La ricerca, che ha preso in considerazione i bilanci relativi all’esercizio 2022 di 3.310 aziende del nostro Paese, contiene inoltre un approfondimento sulle 25 imprese manifatturiere del IV Capitalismo più dinamiche e profittevoli.
La Top20 delle industriali e dei servizi: solo quattro manifatturiere e tre a controllo privato italiano
La classifica dei fatturati 2022 dell’industria e dei servizi è dominata da tre gruppi energetico-petroliferi pubblici (gli unici con vendite superiori a 100 miliardi di euro): Enel (€135,7mld), Eni (€132,5mld) e GSE (€120,6mld). Anche la quarta posizione è
occupata da un operatore del comparto energetico, Edison (€29,6mld), che sale di cinque posti rispetto alla graduatoria del 2021. Eni è la regina degli utili con 13,9 miliardi di euro nel 2022 (€5,8mld nel 2021), seguita sempre da un’altra Big Energy, Enel, con 1,7 miliardi (€3,2mld nel 2021).
La prima azienda manifatturiera è FCA Italy (ora Stellantis Europe), quinta in discesa di una posizione, con fatturato pari a 24 miliardi di euro. Il comparto energetico si ripresenta anche al sesto e settimo posto occupati, rispettivamente, da A2A (€22,9mld) e Hera (€20mld), entrambe in progressione di quattro gradini. Prysmian (gomma e cavi) è ottava, in discesa dalla nona, con vendite pari a 16,1 miliardi di euro, seguita dalla petrolifera Saras, nona (€15,8mld, +5 posizioni) e da Telecom, decima (€15,5mld) e primo operatore del comparto dei servizi presente nella graduatoria. Undicesima la meccanica Leonardo (€14,7mld, -5 posizioni) alla quale segue l’energetica Engie Italia, in salita di undici posti con vendite pari a 13,7 miliardi di euro. Ferrovie dello Stato, tredicesima con un giro d’affari pari a 13,2 miliardi di euro, perde cinque posizioni ed è seguita da Esso Italiana (€12,1mld, +5), Kuwait Petroleum Italia (€11,9mld, +3) e Isab (€10,5mld) che sale di 62 posizioni in seguito alla modifica del modello di business che la vede ora operare direttamente sul mercato per conto proprio. Parmalat (alimentare) si conferma diciassettesima con vendite pari a 10,1 miliardi di euro ed è seguita a stretto giro dall’impiantistica Saipem (€10mld, +2 posizioni). Chiudono la graduatoria delle prime venti aziende Poste Italiane, diciannovesima con fatturato pari a 9,4 miliardi di euro (in discesa di 6 posti), e Italiana Petroli (€9,1mld, +14).
Nessuna azienda del panorama della distribuzione moderna italiana si colloca nella Top20 dell’industria e dei servizi. Per trovarne una bisogna scendere alla ventiduesima posizione dove si trova Superit (€8,6mld), holding che controlla Esselunga. Le Top20 della graduatoria hanno tutte registrato una crescita del fatturato, effetto combinato dell’aumento dei prezzi delle materie prime, dell’incremento dei volumi venduti, di operazioni di consolidamento e di M&A. Le prime venti posizioni sono occupate da nove imprese a controllo pubblico, tre a controllo privato italiano e otto di proprietà estera; dodici appartengono al settore energetico (petrolifero o energia elettrica), quattro alla manifattura e quattro alla gestione di infrastrutture o ai servizi. Delle 1.815 imprese con graduatoria, sono 278 quelle con vendite superiori al miliardo (erano 227 nella scorsa edizione).
I campioni di utili e le maggiori perdite dell’industria e dei servizi
Eni è la regina degli utili con 13,9 miliardi di euro nel 2022 (€5,8mld nel 2021). A seguire troviamo Enel con 1,7 miliardi (€3,2mld nel 2021) e Poste Italiane con 1,5 miliardi (€1,6mld). Isab, in quarta posizione con 1,5 miliardi, recupera la perdita del 2021 pari a 86 milioni di euro. Guccio Gucci chiude a quota 1,4 miliardi di euro (+16%). Al primo posto delle perdite si trova Telecom con 2,9 miliardi (18,8% delle vendite), anche se in sensibile miglioramento rispetto al 2021 quando il risultato (-€8,7mld) scontava gli effetti della svalutazione dell’avviamento domestico per 4,1 miliardi di euro e dello stralcio, pari a 3,8 miliardi, delle attività per imposte anticipate. Seguono Costa Crociere che registra una perdita di 2,1 miliardi di euro (95,9% delle vendite) dovuta principalmente alla svalutazione delle navi della flotta per 1,2 miliardi di euro e Sky Italian Holdings con risultato negativo pari a 0,7 miliardi (35,6% del fatturato).
Le Top20 della manifattura
Considerando la sola manifattura, le prime 20 aziende che ne costituiscono la graduatoria realizzano un fatturato aggregato pari a 151,8 miliardi di euro, ovvero 237 miliardi in meno rispetto al valore complessivo totalizzato dalle tre energetico-petrolifere sul podio
(€388,8mld). I primi 20 operatori manifatturieri hanno registrato tutti una crescita di fatturato che, nel complesso, si attesta al +17,4% rispetto all’esercizio precedente. Quanto ai risultati d’esercizio 2022, 18 imprese hanno chiuso in utile e 14 imprese hanno messo a segno un
progresso rispetto al 2021. Il comparto più rappresentato all’interno della Top20 della manifattura è quello meccanico con 6 aziende (FCA Italy, Leonardo, Fincantieri, Iveco, Nuovo Pignone Holding e Ferrari) di cui 5 produttrici di mezzi di trasporto, seguite da 4 alimentari
(Parmalat, Cremonini, Barilla Holding e Veronesi Holding), 4 metallurgiche (Marcegaglia Holding, Finarvedi, Riva Forni Elettrici e Chimet), 2 operanti nella gomma e cavi (Prysmian e Pirelli & C.), una nelle pelli e cuoio (Prada), una farmaceutica (A. Menarini Industrie
Farmaceutiche Riunite), una nei prodotti per l’edilizia (Buzzi Unicem) e una chimica (Mapei).
NeI IV Capitalismo sono 25 le imprese più dinamiche
Sono 25 le società dinamiche del Quarto Capitalismo italiano, ossia quelle della fascia dimensionale intermedia nel sistema economico italiano, cresciute per fatturato e redditività sia rispetto al 2021 sia rispetto ai livelli pre-pandemia. Si tratta di aziende che nel 2022 hanno
realizzato un incremento del fatturato reale pari ad almeno il 20% rispetto al 2021, un progresso del fatturato nominale pari o superiore al 40% rispetto al 2019 e un’incidenza del risultato sul fatturato non inferiore al 4% sia nel 2022 che nel 2019.
Queste aziende virtuose sono state ordinate in base ad un Indicatore Globale di Performance calcolato al fine di analizzarne i profili reddituali, patrimoniali e di efficienza. Tutte le 25 imprese sono eccezionalmente performanti, ma nelle prime dieci posizioni si
concentrano quelle con i migliori Indicatori: quattro hanno sede nel Nord Ovest (in Lombardia), tre nel Nord Est (in Veneto), due nel Centro (in Toscana) e una nel Sud e Isole (in Abruzzo).