(Sesto Potere) – Bologna – 21 novembre 2023 – Impegno, arti, e linguaggi per parlare di violenza di genere. L’Università di Bologna aderisce alla “16 Days of Activism Against Gender-Based Violence”, la campagna di 16 giorni di attivismo promossa dalle Nazioni Unite che connette il 25 novembre, giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, con il 10 dicembre, giornata mondiale dei diritti umani.
Sarà una maratona di appuntamenti, che include tra l’altro un confronto con Paola Di Nicola Travaglini, consigliera della Corte di Cassazione e già consulente giuridica della Commissione sul femminicidio del Senato, uno spettacolo teatrale nato dalla volontà di due madri che hanno condiviso la tragedia del femminicidio delle loro figlie e l’apertura di un nuovo Sportello universitario contro la violenza di genere al Campus di Forlì dell’Alma Mater.
“Vogliamo parlare di violenza di genere, e per farlo abbiamo deciso di aderire alla ‘16 Days of Activism Against Gender-Based Violence’ promossa dall’ONU”, dichiara Cristina Demaria, Delegata dell’Alma Mater per l’equità, l’inclusione e la diversità. “È una campagna di attivismo contro la violenza di genere sostenuta da organizzazioni di tutto il mondo per promuovere la prevenzione e l’eliminazione della violenza contro le donne e le ragazze. Vogliamo così ribadire e consolidare l’impegno dell’Ateneo per contrastare, riconoscere e denunciare, quando necessario, ogni forma di violenza e di comportamenti inaccettabili nei nostri luoghi di studio e di lavoro”.
Si comincia oggi, 21 novembre, alle 15, nell’Aula 1 di via Zamboni 32, con l’incontro “Donna, vita, libertà! Violenze, denunce, resistenza e rivoluzione delle donne iraniane”. Intervengono Sanam Naderi, attivista e artista indipendente, e Gianluca Costantini, artista attivista e graphic journalist. Coordinano Federica Zanetti, Rosy Nardone e Giovanna Guerzoni del CSGE – Centro Studi sul Genere e l’Educazione dell’Alma Mater.
Si continua poi con un’anteprima al Campus di Ravenna: giovedì 23 novembre, alle 14, nella sede di Palazzo Verdi (via Pasolini, 23 – Ravenna) è in programma “HER Voice. Honesty, Empowerment, Resilience”, seminario organizzato dal Corso di Studi I-Contact in collaborazione con l’associazione studentesca “Tôchi bellezza“. Studiose e attiviste internazionali discuteranno il tema della violenza contro le donne a partire da alcuni casi di studio (in Libano e in Egitto) e con riferimento alle forme di violenza che vengono perpetrate sul web.
Altra anteprima: venerdì 24 novembre, alle 14,30, nel Quadriportico dell’ex-ospedale Roncati, ora Casa della Comunità Saragozza (via Sant’Isaia, 90 – Bologna), è in programma il vernissage della mostra sulla violenza contro le donne “Com’eri vestita?“, a cura dell’Associazione Malala, con il patrocinio dell’Università di Bologna. Dopo i saluti istituzionali, l’evento prosegue con una serie di contributi e letture sul tema della violenza di genere.
In quest’occasione, inoltre, Ilaria Tarricone, professoressa al Dipartimento di Scienze Mediche e Chirurgiche dell’Alma Mater, presenta “Women on the Move e Mental Health: Intimate Partner Violence“, uno studio osservazionale nel Pronto Soccorso del Policlinico di Sant’Orsola. “La violenza – dice Tarricone – è un fenomeno ad ‘anelli concentrici’ di prevaricazione, che si diffondono, come quelli attorno a un sasso lanciato nell’acqua, dall’indotto culturale, che può renderci disattenti o persino omertosi rispetto alle disuguaglianze e alle discriminazioni in ambito sociale e lavorativo, all’impatto interpersonale, che, nella declinazione di genere, vede quasi sempre le donne vittime delle espressioni più drammatiche. In altre parole, non possiamo pretendere di eradicare la violenza nelle forme più estreme che colpiscono i rapporti interpersonali se non affrontiamo le declinazioni della violenza a livello culturale, sociale e sui loghi di lavoro”.
Sabato 25 novembre, giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, l’Alma Mater promuove, con Città Metropolitana e Patto per l’Uguaglianza, “Dieci domande sulla violenza”: dalle 10, nell’Auditorium del DAMSLab (e in diretta streaming), un confronto tra ragazze e ragazzi delle scuole secondarie di secondo grado di Bologna e provincia, con l’Università di Bologna, i Centri Antiviolenza e i Centri per Uomini Autori di Violenza.
Dopo i saluti del Rettore Giovanni Molari, del Sindaco Matteo Lepore e di Giuseppe Antonio Panzardi, Dirigente dell’Ufficio scolastico regionale, interverrà Paola Di Nicola Travaglini, consigliera della Corte di Cassazione e già consulente giuridica della Commissione sul femminicidio del Senato.
Si continua poi domenica 26, alle 18, con lo spettacolo “Credi davvero (che sia sincero)”, in programma al Teatro Candilejas (via Bentini, 20 – Bologna). Lo spettacolo – con Nino Faranna e Francesca Macci, tratto dal romanzo di Roberto Ottonelli, con adattamento e regia di Alice Grati – fa capo al progetto “Difesa Donne“, nato per volontà di due madri che hanno condiviso la tragedia del femminicidio delle figlie e che si sono impegnate e continuano a impegnarsi affinché il dramma che hanno vissuto possa aiutare a prevenire e a riconoscere i segnali di una relazione violenta. Sul palco, un’attrice e un attore raccontano la storia mettendo in evidenza come il femminicidio nasca da molte altre violenze di cui spesso non sappiamo riconoscere i segnali.
Dopo il teatro, l’attenzione si sposta poi sulla televisione. Martedì 28 novembre, dalle 17,30, al Pop Up Cinema Arlecchino (via Lame, 59/a – Bologna) è in programma l’incontro “Nuove narrazioni: la rappresentazione della violenza di genere attraverso le serie TV”. Un momento per mettere in luce come spesso TV e cinema propongano narrazioni sterili e inadeguate sulla violenza di genere, alimentando luoghi comuni tossici e dannosi. Com’è cambiato, dunque, il racconto della violenza di genere sul piccolo schermo? Quali sono le serie TV che provano a parlarci in un altro modo di violenza contro le donne?
Moderate da Chiara Gius, ricercatrice al Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali dell’Università di Bologna, ne parleranno la professoressa Cristina Demaria, Delegata dell’Alma Mater per l’equità, l’inclusione e la diversità, Marina Pierri, critica televisiva e co-fondatrice e direttrice artistica di FeST (Festival delle Serie Tv di Milano), e Eugenia Fattori, critica cinematografica e televisiva, esperta in comunicazione e attivista.
Il giorno successivo, mercoledì 29, ci si sposterà al Campus di Forlì dell’Alma Mater per l’apertura ufficiale di un nuovo Sportello universitario contro la violenza di genere, che andrà ad affiancare quello aperto un anno fa a Bologna. Il nuovo spazio è gestito dal Centro Donna del Comune di Forlì, per contrastare e prevenire la violenza maschile contro le donne e ogni forma di violenza di genere.
Il servizio è gratuito e offre colloqui individuali, ascolto telefonico, attivazione della procedura di emergenza per l’immediata messa in protezione della persona che subisce violenza, informazioni sui servizi, le figure e gli organismi istituzionali dell’Ateneo, la possibilità di interazione con la rete dei servizi e dell’associazionismo locale e informazioni di base sugli aspetti legali.
Si continua poi giovedì 30 novembre, alle 15: il CSGE (Centro Studi sul Genere e l’Educazione), in collaborazione con la rivista Infanzia, organizza “50 anni dalla parte delle bambine“, un reading commentato di brani del libro di Elena Gianini Belotti “Dalla parte delle bambine”, in occasione del cinquantenario dalla sua pubblicazione. Seguirà un’esposizione temporanea dedicata al libro che verrà allestita contemporaneamente in più Dipartimenti dell’Ateneo e nella sede centrale di Unibo, realizzata dal CSGE con la collaborazione di Cristina Demaria, Delegata per l’equità, inclusione e diversità, Federico Condello, Delegato per le studentesse e gli studenti e alla Comunicazione Istituzionale, e Cristina Gamberi, assegnista di ricerca, Università di Bologna.
Il libro “Dalla parte delle bambine” (Feltrinelli, 1973) della pedagogista Elena Gianini Belotti (1929-2022) rappresenta una pietra miliare negli studi di genere, in Italia e internazionalmente. Tradotto in 15 lingue, è un testo che analizza per la prima volta in che modo le convenzioni sociali su ciò che è tipicamente maschile e ciò che è tipicamente femminile funzionino da dispositivi materiali e simbolici di disuguaglianza, di esclusione e di complessi di inferiorità.
Martedì 5 dicembre, nell’Aula 8 di Palazzo Hercolani (Strada Maggiore, 45 – Bologna), è in programma il laboratorio sulla violenza di genere digitale “Diffusione Non Consensuale di Immagini Intime (DNCII)”. Durante l’evento sarà presentato un toolkit digitale, creato da Chayn Italia, che contiene informazioni utili per comprendere meglio cos’è la DNCII, a quali strumenti ricorrere per salvaguardarsi e alcuni consigli sull’autotutela digitale.
Prima della fase laboratoriale dell’incontro, si parlerà di violenza di genere digitale insieme alle attiviste di Chayn Italia Chiara Missikof e Claudia Fratangeli, a Chiara Gius, ricercatrice al Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali, e a Cristina Gamberi, assegnista di ricerca all’Università di Bologna.
Il percorso tra impegno, arti, e linguaggi per parlare di violenza di genere si chiude infine il 7 dicembre con un appuntamento – destinato al personale dell’Alma Mater – promosso dal CUG, il Comitato Unico di Garanzia per le pari opportunità, la valorizzazione del benessere di chi lavora e contro le discriminazioni nel lavoro. Dalle 9,30, nell’Aula Giorgio Prodi del Complesso di San Giovanni in Monte (Piazza San Giovanni in Monte, 2 – Bologna) saranno raccontate le diverse iniziative messe in campo, dal bilancio di genere fino alle azioni per il benessere sul lavoro.
Dopo i saluti del Rettore Giovanni Molari, del Prorettore per il personale Giorgio Bellettini e di Federico Condello, Delegato per le studentesse e gli studenti e alla Comunicazione Istituzionale, interverrà Martina Vincieri, Presidente del CUG dell’Università di Bologna. La chiusura dell’evento sarà affidata invece alla Consigliera di Fiducia dell’Alma Mater, Fiorella Giusberti.