(Sesto Potere) – Ravenna – 18 novembre 2023 – La prefettura di Ravenna comunica che è stato approvato il Piano Territoriale degli Interventi per la gestione del fenomeno migratorio nella Provincia di Ravenna finalizzato a migliorare, in termini di efficacia ed efficienza, i livelli di programmazione, gestione ed erogazione dei servizi pubblici rivolti a cittadini di Paesi terzi regolarmente soggiornanti sul territorio provinciale.
I dati provvisori al primo gennaio 2023 evidenziano la presenza di 45.297 cittadini stranieri residenti nella provincia di Ravenna, in calo dello 0,7% rispetto all’anno precedente, calo che è più evidente nel capoluogo provinciale, dove si registra una contrazione dell’1,7%. Il tasso di incidenza dei cittadini stranieri sulla popolazione complessiva si attesta all’11,7% (10,9% nel comune capoluogo).
Nell’arco di un decennio, tra il 2012 e il 2022 la presenza straniera sul territorio ravennate è cresciuta dell’8,8%. Se, invece, restringiamo il campo di osservazione al solo comune capoluogo si osserva nell’arco del decennio una espansione della presenza straniera più ridotta (+3,8%%). A livello regionale e nazionale nello stesso periodo di tempo si registra un incremento a due cifre (+14,9% e +16,5%, rispettivamente).
Nonostante il comune di Ravenna non sia quello a maggiore incidenza di stranieri residenti sulla popolazione (11,1% nel 2022), tuttavia è qui che vive la più alta quota di stranieri, pari al 38,0% del totale, equivalente in valore assoluto a 17.322 individui, seguito a distanza da Faenza (16,0% di stranieri residenti in provincia) e Lugo (8,4%). È nel comune di Massa Lombarda che l’incidenza degli stranieri sui residenti è in assoluto più alta (18,7% di stranieri ogni 100 residenti).
I cittadini non comunitari rappresentano il 67,4% degli stranieri residenti. La loro incidenza risulta, quindi, inferiore a quanto si verifica in Emilia-Romagna (77,5%) e nel Paese (72,4%). Nel comune capoluogo la presenza di non comunitari è a quota 68,5%.
La percentuale di minori – che può essere considerata indicativa sia del grado di integrazione e di potenziale “stabilità” degli immigrati, sia della diffusione di bisogni e necessità di servizi specifici a loro dedicati – è del 20,1%, dato di poco inferiore ai corrispondenti valori regionale (21,5%) e nazionale (20,8%). La numerosità dei minori nel comune capoluogo è, infine, inferiore (18,9%) a quella rilevabile al territorio provinciale nel complesso.
La quota di cittadini non comunitari è soprattutto il risultato della crescita degli stranieri provenienti dall’Asia (+12,6%), combinata con la pressoché generalizzata riduzione di stranieri originari dalle principali aree di provenienza: Africa settentrionale (-4,2%), Unione Europea (-2,6%), paesi europei non comunitari (-2,4%), America centro meridionale (-2,1%) e, infine, altri Paesi dell’Africa (-1,8%). Sono i paesi comunitari e quelli europei extracomunitari a rappresentare le principali aree di provenienza degli stranieri con, rispettivamente, 14.864 e 13.931 cittadini residenti.
Guardando alla consistenza delle diverse comunità nazionali, a parte la comunità rumena, con 11.790 cittadini residenti, pari al 25,9% del totale, e la comunità polacca (3,0%), tra le prime 10 comunità presenti sul territorio provinciale si collocano tutte nazionalità extracomunitarie. Ai primi posti si posizionano, infatti, quella degli albanesi – in assoluto la più numerosa (7.502- 16,5%) -, seguita dai marocchini (4.446-9,7%). La componente femminile prevale nettamente nella comunità ucraina (79,8%, 2.079 cittadine), polacca (75,3%, 1.031) e moldova (66,1%, 1.145); è maggioritaria in quella rumena (56,7%, 6.687) e cinese (51,0%, 609).
Se quasi otto residenti su dieci di origine ucraina sono di genere femminile, ciò è dovuto sia a una storica prevalenza nei flussi migratori di donne ucraine impegnate nei lavori di cura e domestici, sia agli effetti innescati dagli eventi bellici: tra gli ucraini, infatti, hanno presentato richiesta di protezione temporanea, avendo la possibilità di lasciare il proprio paese, soprattutto donne. Al 13 ottobre 2023 si registrano 2.184 richieste di protezione temporanea, di cui 1.555 (71,2%) da parte di donne, e 629 (28,8%) da parte di uomini. Il 32,3% dei richiedenti è costituito da minori.
Complessivamente, tra gli stranieri residenti si osserva una prevalenza delle donne (51,0%) sugli uomini (49,0%).
Risulta poi abbastanza coerente con la suddetta configurazione il fatto che le famiglie completamente composte da persone straniere costituiscano il 9,0% delle famiglie presenti nella provincia e l’8,7% di quelle che vivono nel capoluogo, valori superiori alla media nazionale del 7,0%.
I titolari di permesso di soggiorno sono 31.900. La quota di titolari di permesso di soggiorno di lungo periodo, pari al 59,7%, è in linea con quella che si rileva a livello nazionale (60,1%) e di poco inferiore a quella regionale (63,1%). Anche questo dato contribuisce a configurare un quadro dell’immigrazione abbastanza consolidato, con la prevalenza di persone già insediate da diverso tempo, alimentato annualmente dai nuovi arrivi di persone titolari di permessi di soggiorno per lavoro stagionale e dai flussi via mare, essendo divenuta nel 2022 Ravenna un porto per lo sbarco di navi di soccorso di migranti.
Nel 2022 i permessi di soggiorni per motivi familiari sono stati il 30,8% del totale, seguiti da quelli per lavoro (11,9%).
Negli ultimi tre anni (2020-22), i titolari di permesso di soggiorno della provincia sono aumentati dell’1,8%, diversamente da quanto rilevabile a livello regionale (-0,5%) e nazionale (-1,5%), dove si osservano andamenti negativi.
In provincia di Ravenna l’incidenza complessiva di alunni stranieri nelle scuole di ogni ordine e grado è del 16,4% (14,6% nel capoluogo), superiore al 10,6% nazionale, ma di un punto percentuale inferiore al 17,4% regionale. Questo dato conferma e rafforza l’impressione di un insediamento di cittadini stranieri tendenzialmente stabile.
È nella scuola primaria che si riscontra la più alta quota di alunni stranieri sul totale degli alunni (20,5%, a fronte del 17,8% nella scuola secondaria di I grado e dell’11,4% in quella secondaria di II grado). Gli alunni non comunitari sono poco sotto la soglia dell’80,0% degli stranieri in ogni grado di istruzione.