(Sesto Potere) – Forlì – 6 novembre 2023 – Secondo i dati INPS del primo semestre 2023, la regione Emilia-Romagna registra un decremento totale del 1,78% delle assunzioni rispetto allo stesso periodo del 2022, totalizzando 403.771 nuovi contratti lavorativi contro i 411.100 dell’anno precedente.
I dati inoltre confermano una tendenza ormai acquisita: la maggioranza di queste nuove assunzioni è a tempo determinato: solo il 14.26% dei contratti è stato a tempo indeterminato (-0,42%), mentre il 33.53% è a termine (+0,30%), il 4.37% in apprendistato (-5,92%), il 17.15% stagionale (-1,80%), il 15.85% in somministrazione (-8%) e infine il 14.49% intermittente (+0,77%).
Dai dati emerge che al livello regionale solo il 14,26% è a tempo indeterminato: Rimini è la provincia con la percentuale più bassa, solo il 4,55% dei nuovi rapporti di lavoro è a tempo indeterminato, segue Ravenna con l’8,27%, Forlì-Cesena 9,77%, Ferrara l’11,75%, Parma 17,64%, Bologna 18,07%, Reggio Emilia 18,95, Modena 20,65%, in fine Piacenza con il 22,28%.
Nelle tre provincie romagnole i dati riguardo le assunzioni a tempo indeterminato (Tabella 1) sono molto disomogenei: Rimini è la provincia dove si registra il calo maggiore rispetto allo stesso periodo del 2022 registrando un -12,83%, segue Ravenna con un -4,94%, in fine Forlì-Cesena con -1,34%. Non va certo meglio nelle altre province della regione Emilia-Romagna: Parma è la provincia che registra il calo maggiore con -9,51% seguita da Ferrara -3,46%, e Bologna -2,02%. In controtendenza troviamo al primo posto Piacenza che registra un aumento del +10,70% Modena +9,56% e Reggio Emilia +0,78%. (tabella1)
Nel contesto dell’evoluzione economica delle province romagnole, un’analisi dettagliata dell’occupazione offre interessanti spunti per comprendere le dinamiche del mercato del lavoro nel territorio romagnolo.
PROVINCIA FORLÌ-CESENA
La provincia di Forlì-Cesena registra un calo complessivo delle assunzioni del 1,45%. Le assunzioni a tempo indeterminato subiscono una riduzione dell’1,34%, mentre le assunzioni a termine registrano un aumento dell’1,01%. I contratti in apprendistato mostrano una leggera crescita dello 0,06%. Quelli stagionali registrano un decremento del 2,1%, mentre gli impieghi tramite somministrazione subiscono una significativa riduzione del 5,98%. Le assunzioni intermittenti evidenziano una crescita dell’1,24%.
PROVINCIA RAVENNA
La provincia di Ravenna si confronta con una diminuzione complessiva del 3,28% nelle opportunità di lavoro. Le assunzioni a tempo indeterminato subiscono una significativa riduzione del 4,94%. Le assunzioni a termine mostrano un incremento dello 0,49%. I contratti in apprendistato registrano una diminuzione notevole del 9,39%. Quelli stagionali subiscono una contrazione del 5,82%, mentre gli impieghi tramite somministrazione registrano un calo del 3,96%. Le assunzioni intermittenti evidenziano una leggera flessione dello 0,63%.
PROVINCIA RIMINI
La provincia di Rimini, con un calo complessivo dello 0,29%, presenta un quadro più equilibrato, ma è la provincia che conta il calo maggiore dei contratti a tempo indeterminato che subiscono una significativa riduzione del 12,83%. Le assunzioni a termine mostrano una leggera contrazione dello 0,79%. I contratti in apprendistato registrano una diminuzione significativa del 9,34%. Quelli stagionali subiscono una lieve contrazione dello 0,39%, mentre gli impieghi tramite somministrazione registrano un calo del 2,93%. Le assunzioni intermittenti evidenziano un aumento del 4,60%.
OSSERVAZIONI
“Guardando questi numeri, emergono chiaramente delle tendenze che richiedono una riflessione profonda. – dichiara il segretario generale CISL Romagna Francesco Marinelli (nella foto in alto) –. I dati relativi alle nuove assunzioni per provincia nel 2023 ci mettono di fronte a una realtà complessa e in evoluzione. È evidente come alcune province abbiano registrato una diminuzione delle assunzioni a tempo indeterminato, il che è motivo di preoccupazione. Forlì-Cesena, Ravenna e Rimini, per esempio, hanno visto una contrazione significativa in questo tipo di contratti. Al contempo, notiamo un aumento delle assunzioni a termine in diverse province, il che solleva interrogativi sul futuro dei lavoratori che accettano tali contratti. È essenziale valutare attentamente le politiche e le strategie per garantire che il lavoro precario non diventi la norma. Interessante anche l’andamento delle assunzioni in apprendistato, con alcune province che mostrano variazioni significative rispetto all’anno precedente. Questo potrebbe riflettere cambiamenti nelle esigenze del mercato del lavoro e nelle opportunità formative. Infine, è incoraggiante notare che alcune province hanno registrato un aumento nelle trasformazioni da contratti a termine a contratti a tempo indeterminato. Questo potrebbe indicare che alcune iniziative stanno portando frutti positivi nel promuovere una maggiore stabilità lavorativa.
Un dato rilevante emerso dall’analisi dei dati INPS del primo semestre 2023 riguarda l’aumento delle assunzioni a termine delle donne in alcune province della regione Emilia-Romagna. In particolare, si registrano incrementi significativi nelle province di Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini. Nel dettaglio, Ravenna ha visto un aumento del +1,14% nelle assunzioni a termine delle donne, seguita da Forlì-Cesena con un notevole +2,38%, e infine Rimini con un significativo +4,39%. Questi dati evidenziano un’importante tendenza che richiede una particolare attenzione e analisi. L’incremento delle assunzioni a termine per le donne in queste province sottolinea la necessità di adottare strategie e politiche per promuovere l’inclusione e la stabilità nel mondo del lavoro, garantendo pari opportunità per tutti i lavoratori.
Va incentivata l’occupazione a tempo indeterminato attraverso l’introduzione di incentivi fiscali e finanziari per le imprese che assumono a tempo indeterminato; investire nella formazione e riqualificazione professionale con un maggiore impegno nella formazione e nella riqualificazione dei lavoratori può renderli più competitivi sul mercato del lavoro e incrementare le opportunità di ottenere contratti a tempo indeterminato. È imperativo intensificare la regolamentazione dei contratti a termine al fine di prevenire abusi eccessivi valutando attentamente le politiche e le strategie per garantire che il lavoro precario non diventi la norma. Implementare le politiche a favore dell’apprendistato per incentivare le aziende a investire nella formazione dei giovani. In fine è essenziale creare politiche mirate a favore dell’occupazione femminile, promuovendo la parità di opportunità e riducendo le disparità di genere nel mondo del lavoro. In generale, – conclude Marinelli – questi dati ci invitano a una riflessione critica sulla situazione occupazionale e a considerare azioni concrete per migliorare la sicurezza e la stabilità del lavoro”.