(Sesto Potere) – Roma – 27 ottobre 2023 – Nel 2022 sono in condizione di povertà assoluta poco più di 2,18 milioni di famiglie (8,3% del totale da 7,7% nel 2021) e oltre 5,6 milioni di individui (9,7% in crescita dal 9,1% dell’anno precedente). Questo peggioramento è imputabile in larga misura alla forte accelerazione dell’inflazione. L’incidenza della povertà assoluta fra le famiglie con almeno uno straniero è pari al 28,9%, si ferma invece al 6,4% per le famiglie composte solamente da italiani. L’incidenza di povertà relativa si attesta al 10,9% (stabile rispetto all’11,0% del 2021) e le famiglie sotto la soglia sono 2,8 milioni. 10,7% la percentuale di famiglie che si trovano in povertà assoluta nel Mezzogiorno, 7,5% al Nord, e 6,4% al Centro. 1,27 i minori in povertà assoluta (13,4%). 14,7% la percentuale delle famiglie con persona di riferimento operaio o assimilato in povertà assoluta (era 13,8% nel 2021).
Questi gli ultimi dati sulla povertà nel nostro Paese forniti dall’Istat e relativi al periodo 2020 – 2022. Un report presentato in conferenza stampa nella sede centrale dell’Istituto (con collegamento online e pubblicazione sul canale Youtube dell’ente, vedi foto) alla presenza del presidente Francesco Maria Chelli, del capo del Dipartimento di produzione statistica, Monica Pratesi, e della responsabile della Direzione centrale per le Statistiche sociali e il Welfare, Cristina Freguja.
Povertà assoluta più alta al Sud
L’incidenza delle famiglie in povertà assoluta si conferma più alta nel Mezzogiorno (10,7%, da 10,1% del 2021), con un picco nel Sud (11,2%), seguita dal Nord-est (7,9%) e Nord-ovest (7,2%); il Centro conferma i valori più bassi dell’incidenza (6,4%).
Tra le famiglie povere il 41,4% risiede nel Mezzogiorno (41,7% nel 2021) e il 42,9% al Nord (42,6% nel 2021).
L’intensità della povertà assoluta, che misura in termini percentuali quanto la spesa mensile delle famiglie povere sia in media al di sotto della linea di povertà (cioè “quanto poveri sono i poveri”), mostra una leggera riduzione a livello nazionale (18,2%, dal 18,9% del 2021), con andamenti diversi all’interno delle ripartizioni: sostanzialmente stabile al Nord, in riduzione nel Centro (17,1%, dal 18,2% del 2021),
e nel Mezzogiorno (19,3%, dal 20,7% del 2021).
Rispetto alla tipologia del comune di residenza, l’incidenza di povertà è più elevata per i comuni più piccoli, fino a 50mila abitanti (diversi dai comuni periferia area metropolitana), con un incremento dei valori rispetto al 2021 a livello nazionale (8,8% dal 7,9% del 2021), in particolare nel Nord (8,1% dal 6,9% del 2021; nel Nord-ovest al 7,9% dal 6,6% del 2021).
Al Sud si registra un miglioramento nei comuni centro dell’area metropolitana (al 10,1% dal 14,7% del 2021), mentre i comuni periferia dell’area metropolitana e comuni sopra 50mila abitanti, vedono un acuirsi dei valori dell’incidenza, che arriva all’11,6% dal 9,4% del 2021.
La crescita dell’incidenza a livello individuale, osservata nel 2022, è il risultato di un aumento più accentuato nel Mezzogiorno (a 12,7% dall’11,8%), soprattutto nelle Isole (all’11,3% dal 10%), ma presente anche al Nord (all’8,5% dal 7,7%), sia nel Nord-ovest (all’8,3% da 7,5%) sia nel Nord-est (all’8,8% dall’8,1%).
Fa eccezione il Centro, dove l’incidenza individuale è stabile.
Il Mezzogiorno conta oltre 2 milioni 500mila individui in povertà assoluta contro circa 2 milioni 298mila residenti nelle regioni del Nord.
Peggiore la condizione delle famiglie con 3 o più figli
Anche nel 2022 l’incidenza di povertà assoluta è più elevata tra le famiglie con un maggior numero di componenti: raggiunge il 22,5% tra quelle con cinque e più componenti e l’11,0% tra quelle con quattro. Segnali di peggioramento provengono dalle famiglie di tre componenti (8,2% da 6,9%). Il disagio più marcato si osserva per le famiglie con tre o più figli minori dove l’incidenza arriva al 22,3%; e, più in generale, per le coppie con tre o più figli (20,7%).
Ancora molto elevata la povertà assoluta tra gli stranieri
Gli stranieri in povertà assoluta sono oltre un milione e 700mila, con un’incidenza pari al 34,0%, oltre quattro volte e mezzo superiore a quella degli italiani (7,4%). Tuttavia, per questi ultimi si registra un incremento della povertà assoluta a livello nazionale (7,4% dal 6,9% del 2021), ma anche nel Nord e nel Mezzogiorno (rispettivamente 5,4% e 11,4%, da 4,9% e 10,6% dell’anno precedente).
Si conferma più diffusa la povertà assoluta tra le famiglie in affitto
Nel 2022 il 17,6% delle famiglie residenti in Italia paga un affitto; il 73,2% possiede una abitazione di proprietà. L’incidenza di povertà assoluta varia anche a seconda del titolo di godimento dell’abitazione in cui si vive.
Si contano oltre 983mila famiglie povere in affitto, che rappresentano il 45% di tutte le famiglie povere, con un’incidenza di povertà assoluta del 21,2% contro il 4,8% di quelle che vivono in abitazioni di proprietà. Entrambi i valori sono in crescita rispetto al 2021, quando l’incidenza era 19,1% per le famiglie in affitto e 4,3% per quelle in proprietà. Le famiglie in affitto residenti nel Mezzogiorno presentano un’incidenza di povertà assoluta pari al 24,1%, rispetto al 19,9% del Nord e al 20,2% del Centro.
L’incidenza di povertà relativa mostra valori stabili a livello nazionale
Nel 2022 la soglia di povertà relativa familiare è pari a 1.150 euro per una famiglia di due componenti, valore superiore ai circa 1.054 euro del 2021. Nel 2022 le famiglie in condizioni di povertà relativa sono oltre 2,8 milioni (10,9%, stabile rispetto al 2021), per un totale di 8,6 milioni di individui (14,8%, stabile rispetto all’anno precedente). Rispetto al 2021 l’incidenza di povertà relativa familiare decresce solamente nel Sud, dove passa al 21,8% dal 23,3%. A livello individuale si osservano invece dinamiche diverse: si registra da un lato una crescita
significativa dell’incidenza individuale al Nord-ovest (9,8%, dall’8,7% del 2021), mentre il Mezzogiorno mostra segnali di miglioramento (25,3%, dal 26,3% nel 2021). Nel Nord l’incidenza di povertà relativa familiare si attesta al 6,3%, con valori più elevati nel Nord-ovest
(6,7%) rispetto al Nord-est (5,8%); nel Centro è pari a 6,5%, mentre nel Mezzogiorno il valore dell’incidenza è pari al 20,5%, nettamente superiore a quello delle altre ripartizioni. Su scala regionale Calabria (31,6%), Campania (22,1%) e Puglia (21%) sono le regioni che registrano valori più elevati dell’incidenza familiare, mentre Trentino-Alto Adige (con un’incidenza del 3,8%) e Lazio (5,5%) presentano i valori più bassi. Le incidenze regionali non sono significativamente diverse dallo scorso anno, a eccezione della Puglia, che vede un miglioramento (nel 2021 era pari al 29,1%) e della Calabria, che invece segnala un peggioramento (dal 21,4% del 2021).