(Sesto Potere) – Civitella – 15 ottobre 2025 – Grande partecipazione di cittadini anche per l’ultimo incontro di presentazione del progetto di infermiere di comunità e di famiglia nella Vallata Alto Bidente, svoltosi nel Municipio di Civitella di Romagna – Cusercoli .
Alla serata erano presenti Claudio Milandri, Sindaco di Civitella di Romagna – Cusercoli, la Vicesindaca Stefania Marchi, l’ Assessore al Welfare Katiuscia Gentili e i consiglieri Rodingo Usberti ed Elena Zanetti.
Per l’ Ausl Romagna, in rappresentanza della Direzione Infermieristica di Forlì erano presenti la dott.ssa Mazzini Silvia e il dott. Galeotti Riccardo e il Direttore del Dipartimento di Cure Primarie di Forlì – Cesena, dott. Giuseppe Benati.
Sono intervenuti anche alcuni Medici di Medicina Generale e rappresentanti del volontariato. Anche in questa occasione sono stati presentati alla cittadinanza gli infermieri di famiglia e comunità individuati per l’avvio della progettazione : Silvestroni Luca, Leoni Susanna, Rossi Romina e Pesarini Dalida, coordinati dalla Responsabile della Casa della Comunità, Ilaria Ragazzini.
“Durante la serata – spiegano gli organizzatori – abbiamo illustrato gli ambiti di responsabilità dell’infermiere di famiglia: a livello comunitario, con attività trasversali di promozione ed educazione alla salute, integrazione con i vari professionisti tra ambito sanitario e sociale, mappatura e attivazione di possibili risorse formali e informali; a livello domiciliare per valutare i bisogni del singolo e della famiglia e organizzare l’erogazione dell’assistenza direttamente e/o indirettamente, valutando, per le situazioni assistenziali a medio-alta complessità, l’attivazione della rete territoriale;a livello ambulatoriale, come punto di incontro in cui gli utenti possono recarsi per ricevere informazioni, per orientare meglio ai servizi e prestazioni incluse nei livelli essenziali di assistenza rivolti alla prevenzione collettiva, alla Sanità Pubblica e all’assistenza di base (DPCM del 12 gennaio 2017), inclusi interventi di educazione alla salute presso la Casa della Comunità di Santa Sofia ed ambulatori di Civitella”.
“La figura dell’Infermiere di Famiglia e Comunità che opera in modo integrato, competente e vicino alle reali condizioni di vita – chiariscono – è chiamata a seguire i nuovi bisogni, quale ulteriore tassello della riorganizzazione sanitaria che punta a portare la salute sempre più vicina alle persone, riducendo le disuguaglianze e migliorando la qualità di vita nel solco di una sanità sempre più a vocazione territoriale. Il benessere e la salute delle persone si costruiscono infatti sul territorio, prima e dopo gli eventi acuti, attraverso interventi domiciliari, educazione sanitaria, presa in carico precoce, continuità assistenziale e supporto a chi non è in grado, da solo, di orientarsi nella complessità dei percorsi di cura. In quest’ottica l’Infermiere di Famiglia e Comunità, progetto innovativo che rende evidente lo sforzo dell’Ausl Romagna nell’implementazione dei servizi di prossimità ai sensi del Decreto Ministeriale n. 77 del 2022, è una delle figure chiave nel creare progettualità a misura di ogni singolo cittadino con risposte integrate e globali. L’Infermiere di Famiglia e Comunità collabora infatti in concreto con il Medico di medicina generale o il Pediatra di libera scelta alle cure territoriali dei cittadini, prendendo in carico gli utenti a media o bassa complessità assistenziale, presso l’ambulatorio, il domicilio dell’utente e la comunità favorendo inoltre l’aspetto relazionale, intercettando e valutando i bisogni per garantire una pianificazione assistenziale personalizzata. Una risorsa fondamentale, dunque, per promuovere la salute dei cittadini e rafforzare il legame tra i servizi territoriali e la popolazione, pensata per un’assistenza sempre più di prossimità, anche in fase di prevenzione.
“Il modello – concludono – è quello della “medicina d’iniziativa”, finalizzata all’educazione sanitaria, alla promozione della salute fisica, psichica e sociale delle famiglie e dell’intera comunità, soffermandosi su obiettivi e funzioni dell’Infermiere di Famiglia e Comunità, che nasce per intercettare precocemente e prevenire l’insorgenza di problemi di salute, prendendo in carico la comunità e mettendo in rete i diversi professionisti del settore socio-sanitario, così da contribuire allo sviluppo di comunità capaci di prendersi cura dei propri membri. Le nuove figure sono state appositamente formate per affiancare all’attività di cura la prevenzione diretta, ad esempio con richiami per l’attività di screening, e un’assistenza domiciliare evoluta, da attuare in accordo con il medico di medicina generale, che rimane centrale, e in contatto costante con la comunità per intercettare i bisogni specifici di ogni territorio, così da fornire un punto di riferimento per il primo livello di bisogno”.