(Sesto Potere) – Bologna – 2 agosto 2025 – Oggi ricorre il quarantacinquesimo anniversario della strage alla stazione di Bologna del 1980. Un ordigno, posto nella sala d’aspetto di seconda classe, esplose provocando la morte di 85 persone e il ferimento di oltre 200. Si tratta del più grave attentato terroristico commesso nel Paese nel secondo dopoguerra, da molti indicato come l’atto culminante della strategia della tensione.
In città per commemorare le vittime un corteo con istituzioni, associazioni e familiari delle vittime percorrerà via Marconi, Piazza dei Martiri, via Amendola, viale Pietramellara per poi raggiungere piazza Medaglie d’Oro.
In precedenza, nel Cortile d’Onore di Palazzo d’Accursio, il sindaco di Bologna Matteo Lepore ha incontrato i familiari delle vittime della strage insieme alle massime autorità: Paolo Bolognesi, presidente dell’Associazione tra i familiari delle vittime della strage del 2 agosto 1980; Michele De Pascale, presidente della Regione Emilia-Romagna; e Anna Maria Bernini, ministra dell’Università e della Ricerca.
In piazza Medaglie d’Oro, il triplice fischio del treno ricorderà il momento esatto dell’esplosione. Seguirà un minuto di silenzio in memoria delle vittime. Presenti: amministratori e amministratrici venute e venuti da ogni parte d’Italia con i gonfaloni e le fasce tricolore, staffette della memoria e rappresentanti delle associazioni, i rappresentanti delle scuole, e semplici cittadini.
In sala d’attesa della Stazione, la deposizione di corone istituzionali alla presenza delle autorità e dei familiari delle vittime. E a seguire, sul primo binario, deposizione di corone al cippo che ricorda il sacrificio del ferroviere Silver Sirotti, deceduto nella strage del treno Italicus.
Il sindaco di Bologna, Matteo Lepore, dopo il minuto di silenzio in memoria delle vittime della strage alla stazione del 2 agosto 1980, ha pronunciato il discorso ufficiale che in avvio ha ringraziato: “i protagonisti del lavoro giudiziario che ha portato alle ultime sentenze sulla strage: la Procura generale e i magistrati, gli avvocati di parte civile che ci hanno rappresentati e l’associazione dei familiari delle vittime. Tra questi voglio ricordare in particolare Il Magistrato Mario Amato. Stabilito alla Procura di Roma, fu l’unico allora a indagare sulla nuova forma che il neofascismo stragista stava assumendo dagli anni 1977 al 1980. Mario Amato venne ucciso il 23 giugno 1980 dalla cellula operativa Nar, composta da Gilberto Cavallini, che colpì a morte il Magistrato dietro alla nuca e Luigi Ciavardini guidatore della moto, come concorrenti morali Francesca Mambro e Valerio Fioravanti. La sentenza emessa dalla Corte di Assise di Bologna nei confronti di Paolo Bellini, riconosce, che “la vicenda dell’omicidio Amato va posta come fondamentale elemento di collegamento e spiegazione della strage”. Il 30 luglio scorso, i figli Sergio e Cristina che sono qui con noi mi hanno scritto per chiedermi l’intitolazione al padre di una piazza o una via nella nostra città. Voglio rispondere a loro da qui, da questo palco: per Bologna sarà un vero onore. Abbiamo anche deciso su proposta dell’associazione dei familiari di dedicare a tutte le 85 vittime della strage una sentiero o una via all’interno dei nostri parchi cittadini, affinché nessuna di loro venga dimenticata”.
E poi rivolto a Paolo Bolognesi il sindaco di Bologna, Matteo Lepore, ha aggiunto: “Dopo 45 anni di battaglie, abbiamo ottenuto oltre alla sentenza sui mandanti, due sentenze passate in giudicato. Ciò che è avvenuto tra il 2022 e il 2025, come hai detto tu Paolo, hanno chiuso il cerchio sulla strage per quanto compete i Tribunali della Repubblica italiana. Nessuna indagine o processo sullo stragismo del dopoguerra era mai arrivato così in alto, fino ai mandanti e al quadro politico nazionale e internazionale che provocò la strage. Non si può certo gioire per una sentenza relativa a una strage così efferata, ma caro Paolo, nel tuo ultimo corteo da Presidente dell’associazione familiari, concedimi di uscire dal protocollo per un momento: sei stato in un tutti questi anni un punto di riferimento e una quercia per tutti noi, permettimi un gesto che credo qui tutti in questa piazza vorrebbero fare: fatti abbracciare. Permettimi anche di ribadire in questa sede che ci batteremo ad ogni livello affinché siano pienamente pubblicate le sentenze sulla strage così come prevede la legge italiana e come invece impedirebbero il decreto del Governo e le circolari dell’Archivio di Stato. Tutti devono potervi accedere, alle sentenze. Il Governo non osi insabbiare questa verità! Dopo la corte di cassazione, possiamo dire chi è stato e abbiamo le prove. Ci sono verità giudiziarie passate in giudicato. Questo è uno spartiacque per noi e lo è anche per questa storica manifestazione”.
Aggiungendo, che, “i giudici italiani che hanno collocato la strage del 2 agosto 1980 all’interno della strategia della tensione sono stati chiari: Bologna fu scelta per il suo simbolismo antifascista e democratico. Le sentenze ricostruiscono con fonti probatorie i legami tra la Loggia Massonica P2 di Licio Gelli, esponenti dei servizi segreti italiani, servizi americani, il terrorismo neofascista e la politica delle nostre istituzioni. La Strage di Bologna fu a tutti gli effetti l’episodio più tragico di una lunga scia di sangue, una guerra sporca legata ad un strategia che più complessivamente mirava al contenimento dell’avanzata comunista in Italia, ma soprattutto al condizionamento della vita democratica del nostro paese tramite la violenza politica”: ha dichiarato tra l’altro il sindaco di Bologna, Matteo Lepore.
“Ma se dopo 45 anni di depistaggi e tradimenti, siamo finalmente arrivati alle sentenze per la Strage di Bologna, per molte altre di queste stragi ancora mancano esecutori e mandanti, mentre continuano tutt’ora i tentativi di sviare le indagini e i processi”: ha osservato Lepore che, infine, ha dichiarato: “voglio annunciare anche una cosa importante. Nei giorni scorsi ho incontrato il coordinamento nazionale delle associazioni di tutte le stragi, e riunite hanno accettato la nostra proposta di collocare la loro sede nella nostra città. Lavoreremo assieme per sostenere la ricerca della verità finché giustizia non sarà fatta. Lavoreremo assieme per promuovere la memoria di quanto è accaduto. Lo faremo riunendo le città italiane e le città che nel mondo sono legate da esperienze simili seguendo il filo della memoria anche in Argentina, Cile, Grecia e altri paesi. Ma soprattutto impediremo che quanto accaduto sia consegnato per sempre all’oblio” ha annunciato il sindaco Lepore che ha anticipato una decisione: “daremo vita a un grande Parco della Memoria Democratica accanto alla Stazione 2 agosto 1980, un parco verde come la speranza e rosso come la memoria. Un parco realizzato e pensato insieme a tutte le associazioni delle vittime del nostro paese, perché sarà dedicato alla storia dell’Italia. Come Comune abbiamo recentemente acquisito lo scalo ferroviario esattamente alle nostre spalle, di 11 ettari, e abbiamo il compito di rigenerarlo entro il 2027 con finanziamenti europei. Desigilleremo l’80% di questi 11 ettari, oggi composti da ferro e cemento, per realizzare un parco accessibile e costellato da installazioni e opere d’arte dedicate alla memoria democratica del nostro paese. All’interno troveranno spazio varie infrastrutture culturali e un polo della Memoria che conterrà archivi, luoghi performativi e di studio, nel campo della memoria democratica italiana. Da ogni parte vogliamo che le scuole e i cittadini, studiosi e ricercatori, chiunque lo voglia, possa venire a visitarlo. Un luogo della memoria nel cuore dell’Italia messo a servizio della rinascita morale e civile del nostro Paese…”.