(Sesto Potere) – Bologna – 23 dicembre 2025 – Nel 2024 si è consolidato definitivamente il ritorno a una mobilità su livelli analoghi a quelli pre-pandemia, con un aumento degli spostamenti per motivi di lavoro, studio e turismo. Sul fronte dell’incidentalità stradale, a livello
nazionale il numero delle vittime è rimasto pressoché stabile rispetto al 2023, mentre si registra un aumento del 4,1% sia degli incidenti che dei feriti.
In Emilia-Romagna, nel 2024, si sono verificati 16.758 incidenti stradali, che hanno causato la morte di 273 persone e il ferimento di altre 21.632. Rispetto al 2023, rimane pressoché stabile il numero degli incidenti (-0,3%) e quello dei feriti (-0,9%) mentre, si rileva un decremento delle vittime (-2,2%) maggiore rispetto al lieve calo osservato a livello nazionale (-0,3%). Nel lungo periodo, rispetto al 2010, il numero delle vittime mostra una contrazione rilevante: -31,9% in Emilia-Romagna e -26,3% a livello nazionale.
Questo emerge da un’analisi territoriale dettagliata dell’incidentalità, a cura dell’Istat, con una geografia degli incidenti a livello comunale, provinciale e regionale.
L’Emilia-Romagna rispetto agli obiettivi europei
Gli obiettivi europei sulla sicurezza stradale prevedono il dimezzamento del numero di vittime e feriti gravi entro il 2030 rispetto all’anno di benchmark (fissato al 2019) e il monitoraggio di specifici indicatori di prestazione (Key Performance Indicators), che ogni Paese, Italia inclusa, deve fornire alla Commissione Europea.
Inoltre, la Dichiarazione di Stoccolma del febbraio 2020 auspica una vision “zero vittime” per il 2050.
Rispetto all’anno 2019, il numero di vittime registra una diminuzione del 22,4% in Emilia-Romagna e del 4,5% in Italia. Nello stesso periodo, l’indice di mortalità diminuisce sia a livello regionale che nazionale: passa da 2,1 a 1,6 decessi ogni 100 incidenti in Emilia-Romagna e da 1,8 a 1,7 in Italia.
Nel 2024 aumenta lievemente in Emilia-Romagna, rispetto al 2019, l’incidenza degli utenti vulnerabili per età (bambini, giovani e anziani) morti in incidente stradale, attestandosi su un valore superiore alla media Italia (46,5% contro 45,5%). Considerando gli utenti vulnerabili in base al ruolo che hanno avuto nell’incidente (conducenti/passeggeri di veicoli a due ruote e pedoni), il loro peso relativo sul totale dei deceduti in EmiliaRomagna risulta superiore rispetto alla media nazionale (53,1% contro 51,8%). Nel periodo 2019-2024 l’incidenza dei pedoni deceduti è diminuita nella regione, passando dal 16,2% al 13,2%, un decremento più marcato rispetto a quello registrato in Italia, dove passa dal 16,8% al 15,5%.
I costi sociali
Nel 2024 il costo dell’incidentalità stradale con lesioni alle persone – calcolato sulla base dei parametri aggiornati da Istat e ACI nel 20232 e sulla base di quanto rilevato da Polizia Stradale, Polizie locali e Carabinieri – ammonta a poco più di 18 miliardi di euro (309 euro pro capite), pari a quasi l’1% del PIL nazionale . In Emilia-Romagna tale costo è di 1,7 miliardi di euro (377 euro pro capite) ed incide per il 9,2% sul totale nazionale.
Il rischio di incidente stradale
In Emilia-Romagna, tra il 2023 e il 2024, si registra una lieve riduzione dei tre principali indicatori di incidentalità: l’indice di lesività (numero di feriti ogni 100 incidenti) scende da 129,8 a 129,1; l’indice di gravità (rapporto tra il numero dei decessi e la somma di decessi e feriti, moltiplicato per 100) diminuisce da 1,3 a 1,2; e l’indice di mortalità passa da 1,7 a 1,6 decessi ogni 100 incidenti.
L’incidentalità rimane alta lungo la costa e nei comuni capoluogo di provincia: ancora in evidenza le criticità della SS9, lungo la quale si registra il maggior numero di incidenti (293, 8 decessi e 416 feriti), delle SS16, SS12, SS253 e sui tratti autostradali A01, A14 e R01. Gli incidenti più gravi, invece, si registrano sulla SS495, dove gli indici di mortalità e di gravità raggiungono rispettivamente il valore di 16,7 e 12,5. L’indice di mortalità cresce nelle province di Ferrara, Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini, diminuisce nelle province di Reggio Emilia, Modena e Bologna, e resta stabile nelle province di Parma e Piacenza.
Nel 2024 il maggior numero di incidenti (11.720, il 69,9% del totale) si è verificato sulle strade urbane, provocando
114 morti (il 41,8% del totale) e 14.278 feriti (66%). Rispetto all’anno precedente, i sinistri aumentano su tutte le tipologie di strada salvo sulle strade urbane (-1,9%), ma l’incremento maggiore si verifica sulle autostrade (+6,3%), seguite dalle altre strade (+3%). Gli incidenti più gravi avvengono sulle altre strade (3,2 decessi ogni 100 incidenti) e sulle autostrade (2,9 decessi ogni 100 incidenti).
Sulle strade urbane il 45% dei sinistri stradali si verifica lungo un rettilineo, percentuale che sale al 58,1% sulle strade extraurbane. In ambito urbano, gli incidenti che avvengono nei pressi di un incrocio rappresentano il 19,6% del totale, seguono quelli che si verificano nei pressi di una intersezione (19,1%), di una rotatoria (8,9%) e di una curva (6,2%). Sulle strade extraurbane il 17,8% degli incidenti si verifica in prossimità di una curva, il 9,4% nei pressi di un’intersezione e il 9% nei pressi di un incrocio.
I mesi e le ore più a rischio
Nel periodo gennaio-aprile si sono registrati in Emilia-Romagna 4.901 incidenti (il 29,2% del totale), mentre tra maggio e settembre, in coincidenza del periodo di maggiore mobilità per vacanze, ne sono stati rilevati 7.794 (il 46,5% di quelli avvenuti durante l’anno), in cui hanno subito lesioni 10.103 persone (46,7%) e 125 sono decedute (45,8%). I mesi più critici per numero di incidenti sono stati luglio, giugno e maggio con, rispettivamente, il 10,8%, il 10% e il 9,2% del totale degli incidenti. Giugno e agosto sono i mesi più critici per numero di vittime: circa un quarto (23,1%) dei decessi totali è avvenuto in questi due mesi.
L’80,3% degli incidenti ha avuto luogo tra le 8.00 e le 21.00, ma l’indice di mortalità raggiunge i valori più elevati nelle fasce orarie tra la mezzanotte e l’una e tra le 2.00 e le 3.00 con, rispettivamente, 5,5 e 3,6 morti ogni 100 incidenti, valori molto superiori alla media giornaliera (1,6). Il venerdì e il sabato notte si concentrano il 45,4% degli incidenti notturni, il 48% delle vittime e il 46,6% dei feriti. L’indice di mortalità dei soli incidenti notturni è pari a 3,3 decessi ogni 100 incidenti.
Gli incidenti stradali nelle aree urbane, intermedie e periferiche
In Emilia-Romagna il 58,6% degli incidenti stradali si concentra nei Poli urbani; considerando anche le aree di Cintura, che comprendono i comuni più prossimi ai Poli, si arriva all’84,6% del totale. Nei comuni delle Aree Interne, territori significativamente distanti dai centri di offerta di servizi essenziali (di istruzione, salute e mobilità), gli incidenti rappresentano il 15,4% del totale regionale. Il numero delle vittime aumenta rispetto al 2023 nei Centri (+5,2%), mentre diminuisce nelle Aree Interne (-18,6%).
Nei Centri l’indice di mortalità resta stabile nel 2024 rispetto al 2023, con 1,4 decessi ogni 100 incidenti, così come l’indice di gravità pari a 1,1 morti ogni 100 tra morti e feriti. Nelle Aree Interne, invece, l’indice di mortalità registra una diminuzione da 3,2 a 2,7 morti per ogni 100 incidenti e l’indice di gravità passa da 2,3 a 2 morti ogni 100 tra morti e feriti.
I comportamenti a rischio e le persone coinvolte
La maggior parte degli incidenti stradali avviene tra due o più veicoli (70,4%). La tipologia più frequente è lo scontro frontale-laterale (5.281 casi, 55 vittime e 6.873 feriti), seguita dal tamponamento (3.039 casi, 26 decessi e 4.511 feriti). Tra gli incidenti che coinvolgono più veicoli, la tipologia più pericolosa è lo scontro frontale (indice di mortalità pari a 4 morti per ogni 100 incidenti). Gli incidenti a veicoli isolati risultano però complessivamente più rischiosi, con una media di 2,7 morti ogni 100 incidenti, a fronte di 1,2 decessi negli incidenti con più veicoli coinvolti. In questa categoria, le tipologie più gravi sono la fuoriuscita (3,7 decessi ogni 100 incidenti) e l’urto contro ostacolo accidentale (3,6).
Nell’ambito dei comportamenti errati di guida, la guida distratta, il mancato rispetto delle regole di precedenza e la velocità troppo elevata sono le prime tre cause di incidente (escludendo il gruppo residuale delle cause di natura imprecisata). I tre gruppi costituiscono complessivamente il 47,8% dei casi. Considerando solo le strade extraurbane, la guida distratta incide da sola per il 30%, l’elevata velocità per il 10,6% e il mancato rispetto della distanza di sicurezza per l’8,4%.
Il tasso di mortalità standardizzato è più alto per la classe di età 65 anni e più (8,8 per 100mila abitanti) e per quella 45-64 anni (6,5). I conducenti dei veicoli coinvolti rappresentano il 78,4% delle vittime e il 74% dei feriti in incidenti stradali, le persone trasportate l’8,4% dei morti e il 18,2% dei feriti, i pedoni il 13,2% dei deceduti e il 7,8% dei feriti. Il 69,4% dei pedoni rimasti vittima di incidente stradale e il 31,2% dei feriti ha più di 65 anni. Il tasso di lesività standardizzato è pari a 915,2 per la classe di età 15-29 anni, a 619,7 per quella 30-44 anni.

