(Sesto Potere) – Cesena/Bologna – 20 gennaio 2025 – Vasta eco nei mass media la notizia pubblicata in anteprima dal Corriere di Romagna che un giovanissimo 15enne che operava da Cesena è stato identificato e denunciato – a conclusione di un’inchiesta svolta dalla Polizia postale e coordinata dalla Procura distrettuale di Bologna – perché ritenuto responsabile di attività informatiche illegali.
Attività illegali da lui condotte ai danni del sito web e dell’archivio-banca dati del Ministero dell’Istruzione e del Merito (si divertiva a trasformare i 5 in 6 nelle pagelle, a cancellare i debiti formativi e annullare gli esami di riparazione a settembre) e di pericolose modifiche alle rotte mercantili delle petroliere in transito nel Mar Mediterraneo.
Al giovane hacker sono stati sequestrati pc e dispositivi informatici e il fascicolo – inizialmente aperto a Forlì – è stato trasmesso alla Procura della Repubblica presso il Tribunale per i Minorenni dell’Emilia Romagna, a Bologna
“La notizia del giovanissimo hacker romagnolo che è riuscito a modificare la rotta delle petroliere in transito nel mediterraneo è sorprendente, ma solo fino a un certo punto per chi conosce la materia” spiegano gli esperti di Legacoop e Federcoop Romagna che ricordano come i reati di questo tipo “siano in aumento tra i ragazzi, vuoi perché ancora si tende a considerarli semplici bravate, vuoi perché è ormai provata l’esistenza di organizzazioni criminali che reclutano le nuove leve nel “dark web”, spingendole a compiere reati informatici come prova iniziatica per entrare a far parte di un club esclusivo. A tutti vengono forniti gli strumenti tecnologici: i più bravi vengono affiliati, gli altri abbandonati al loro destino. In questo caso non sapranno dire chi li ha reclutati, perché ovviamente tutto questo avviene coperto dall’anonimato”.
La moltiplicazione degli attacchi deriva principalmente dall’aumento della tecnologia nella vita quotidiana, che a volte rasenta la bulimia. Ma come succede nelle nostre case, spesso anche nelle aziende si sottovaluta la minaccia e si corre un rischio serio di venire infettati.
Di fronte all’esplosione degli attacchi informatici, Legacoop Romagna e la sua società di servizi Federcoop Romagna stanno organizzando numerose iniziative per rafforzare le difese delle cooperative, a partire dal convegno sulla direttiva europea NIS2 organizzato lo scorso 10 ottobre alla Camera di Commercio di Ravenna.
E gli esperti di Federcoop sono al lavoro insieme ai consulenti Alberto Pagani e Mauro Gennaccari per strutturare al meglio un servizio dedicato. «Il tema per noi è centrale – dice il presidente di Legacoop e Federcoop Romagna, Paolo Lucchi (nella foto a lato) – quindi stiamo creando un gruppo di lavoro destinato alle cooperative in cui potere seguire quotidianamente le evoluzioni del tema, insieme a chi si occupa di questo tipo di reati».
Ma come agire per mettersi al sicuro?
Per prima cosa – aggiunge Legacoop Romagna – si deve sempre fare una diagnosi della situazione, una volta definito il perimetro occorre svolgere un’attività di analisi continua a difesa delle informazioni e delle reti informatiche. Utilizzando una piattaforma di “threat intelligence” si può avere sempre il quadro della sua situazione sotto controllo, in tempo reale, e ricevere periodicamente un report che ordina per gravità i punti deboli che un hacker potrebbe utilizzare per attaccare la rete. Così si possono identificare le vulnerabilità presenti e adottare i rimedi per ridurre il rischio.
Un capitolo a parte merita la scelta dei fornitori.
Federcoop Romagna si è orientata su tecnologie italiane, prodotte da fornitori che hanno i server in Italia, e che adottano i metodi più avanzati per ottenere informazioni reali sui nuovi attacchi informatici, che sono sempre più sofisticati: “L’ideale è che i fornitori siano certificati dall’AgID (Agenzia per l’Italia digitale) e inseriti nel marketplace della ACN (Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale), in modo da utilizzare degli strumenti già validati per la direttiva NIS2. Ma la sicurezza informatica da sola non basta: di fronte a un attacco servono competenze legali, di privacy e di gestione della crisi, come quelle che mette a disposizione il network di Federcoop Romagna che in meteria riteien fondamentale anche la formazione dei dipendenti”.
Legacoop Romagna rappresenta circa 380 imprese associate nelle province di Forlì-Cesena, Ravenna e Rimini, con un valore della produzione di oltre 7,7 miliardi di euro, oltre 320mila soci (incluse tutte le tipologie di soci: lavoratori, produttori, consumatori) e più di 28mila lavoratori.
Federcoop Romagna è il polo specializzato in servizi alle cooperative che fa capo a Legacoop Romagna. Al suo interno operano un centinaio di professionisti nei campi contabile, fiscale, legale, del lavoro, ambientale e della consulenza avanzata.