(Sesto Potere) – Bologna – 24 marzo 2023 – Nel 2022 aumenta la fruizione di almeno uno spettacolo o forma di intrattenimento (teatro, concerti, cinema, discoteca, spettacoli sportivi, ecc.) da parte delle persone di 6 anni e più, ma è ancora sotto i livelli pre-pandemici (49,5% contro il 64,6% del 2019).

Quote di partecipazione agli eventi più elevate tra le donne rispetto agli uomini per musei/mostre (23,3% contro 21,8%) e teatro (13,5% contro 10,6%). Per gli uomini quote maggiori per spettacoli sportivi (25,9% contro 11,8%), discoteche (13,4% contro 10,9%), cinema (31,7% contro 29,6%) e concerti di musica (12% contro 10,5%).

Livelli di partecipazione a spettacoli e intrattenimenti sono più elevati nel Centro-Nord rispetto al Mezzogiorno. La pandemia, che ha condizionato ovunque la fruizione degli eventi, ha però ridotto le distanze. Tassi di fruizione maggiori si rilevano tra le persone con titolo di studio più elevato.

Nel biennio pandemico 2020-2021 il calo della partecipazione a spettacoli e intrattenimenti fuori casa è risultato trasversale su tutto il territorio nazionale. In entrambi gli anni si confermano livelli di partecipazione tendenzialmente più elevati nelle regioni del Centro-Nord rispetto al Mezzogiorno.
Tuttavia i dati relativi al 2021 evidenziano una riduzione delle distanze da attribuire alla contrazione generalizzata della partecipazione agli
eventi fino ad arrivare ad un annullamento del divario territoriale, nel caso di intrattenimenti come il teatro e i concerti di musica diversi da quella classica.

Nel 2022, si osserva una ripresa generalizzata della partecipazione nelle diverse aree del Paese, nel quadro di una costante polarizzazione tra Centro-nord e Mezzogiorno, ma le differenze sul territorio sono inferiori rispetto al 2019 e, più in generale, al periodo pre-pandemico.

Nel 2022 è pari al 10,8%, la percentuale di persone di 6 anni e più che vede tutti i giorni gli amici, in aumento rispetto al 7,4% del 2021, ma ancora al di sotto del valore del 2019 (13,7%).

Nel 2022, le persone di 6 anni e più che hanno mangiato fuori casa almeno una volta l’anno nel tempo libero sono l’82,3%, quota decisamente superiore a quella del 2021 (70,7%) e sostanzialmente in linea con quella registrata nel 2019 (83,4%).

L’abitudine a pranzare o cenare fuori casa nel tempo libero è più elevata tra i residenti nel Centro-nord (84,2% rispetto al 78,7 del Mezzogiorno). Le regioni con le quote più alte sono la Provincia autonoma di Trento (86,4%) e l’Emilia Romagna (86,1%), mentre quelle con le percentuali minori sono la Calabria (72,8%) e la Sardegna (74,4%).

cena al ristorante

Considerando l’ampiezza demografica dei comuni, vanno a mangiare fuori nel tempo libero più i residenti nei comuni dell’area metropolitana (83,9%) e dei comuni con oltre 10mila abitanti (82,4%) rispetto ai residenti nei comuni fino a 2mila abitanti (77,7%).

Le disparità più elevate si riscontrano soprattutto rispetto al livello di istruzione posseduto e, come presumibile, al livello delle risorse economiche familiari. Pranza o cena fuori casa il 92,1% dei laureati, l’87,8% dei diplomati, il 79% di quanti hanno solo la licenza media e soltanto il 53,6% tra chi al massimo possiede la licenza elementare.

Inoltre, solo il 62% delle persone con risorse economiche ritenute assolutamente insufficienti ha l’abitudine di mangiare fuori, rispetto al 90,6% di coloro che hanno risorse economiche giudicate ottime.

Tutto questo emerge da un’indagine eseguita dall’Istat su un campione di circa 25mila famiglie distribuite in circa 800 comuni italiani di diversa ampiezza demografica. Le famiglie vengono estratte casualmente dall’elenco dei nominativi coinvolti nelle rilevazioni censuarie, secondo una strategia di campionamento volta a costruire un campione statisticamente rappresentativo della popolazione residente in Italia. In questa edizione di indagine hanno risposto 19.829 famiglie e oltre 45.000 individui.