(Sesto Potere) – Forlì- 7 luglio 2022 – Sulla vicenda giudiziaria che aveva visto protagonisti alcuni consiglieri regionali dell’Emilia-Romagna chiamati in causa per le loro spese con i fondi pubblici dei gruppi assembleari, si registra oggi il verdetto dei giudici della suprema corte di Cassazione di Roma che hanno annullato senza rinvio la condanna di secondo grado che era stata inflitta a Luca Bartolini (nella foto in alto) dichiarando l’insussistenza del reato di peculato.

Il diretto interessato affida ad una nota pubblicata on line il suo commento.

“Sono sempre stato sereno perché mi reputo una persona onestà ed ho sempre confidato nella assoluzione dalle infamanti accuse che mi erano state ingiustamente addebitate. Dopo ben 10 anni dall’inizio delle indagini che coinvolse tutti i Consigli Regionali, dopo 8 anni dal ricevimento dell’avviso di fine indagini e dopo due anni e mezzo dalla sentenza di primo grado che mi vedeva condannato a due anni e due mesi per peculato di 2.200 euro, oggi finalmente i giudici della suprema corte di Cassazione di Roma mi hanno finalmente riconosciuto un verdetto che ha annullato senza rinvio la condanna di 2 grado. La corte di cassazione ha dichiarato l’insussistenza del reato di peculato. Mi sono sempre dichiarato fiducioso perché sapevo di aver sempre agito in assoluta buona fede applicando leggi e regolamenti della Regione. Ero stato condannato per aver fatto politica, perché questa era la mia colpa. In un disegno nazionale di sputtanamento delle Regioni partito dalle riforme Renzi che voleva abolirle o comunque ridimensionarle, tutte le Regioni d’Italia tranne una (guarda caso la Toscana) ci trovammo all’improvviso dentro un tritacarne mediatico impressionante. Ciascuno di noi, chi più chi meno, ci trovammo in prima pagina per giorni e giorni, e per uscirne abbiamo dovuto ricostruire giorno dopo giorno anni di attività politica giornaliera perché questo ci contestavano”: racconta Luca Bartolini.

“Mi venivano contestati per intero 4 anni (dal 2008 al 2012) di attività politica giornaliera, un periodo che ho dovuto, con pazienza e difficoltà, ricostruire giorno dopo giorno motivando e ricostruendo convegni, viaggi, pernottamenti (soprattutto a Roma), pranzi, cene e tutte le mie tante iniziative sul territorio, dove non credo di esser stato e di essere tuttora un signor nessuno visto che detengo a tutt’oggi il record regionale assoluto di preferenze (13.389 conseguite proprio nel 2010), frutto di un intenso lavoro quotidiano come le mie oltre 700 interrogazioni, risoluzioni, e disegni di legge ancora visibili sul mio sito www.bartoliniluca.it dimostrano. Ho portato in aula di tribunale decine di testimoni che confermavano le varie attività politico istituzionali che negli anni avevo portato avanti nella nostra Provincia e a Roma e Bologna per il nostro territorio. Nel mio elenco testimoni avevo addirittura un Ministro nonché funzionari di Ministeri e Enti Pubblici. Addirittura venivo additato con paginate intere di giornali come uno che si era mangiato mezza Regione al ristorante quando in realtà già in primo grado venivo assolto da tutte queste tipologie di spesa visto che neppure una ricevuta di ristorante mi è stata riconosciuta non inerente, neppure nella condanna di primo grado. Altra cosa che non posso non raccontare è che mentre noi di centro destra in primo grado venivamo condannati sia pure, come nel mio caso, per soli 2.200 euro, quasi tutti i consiglieri Regionali di sinistra venivano, a parer mio giustamente, assolti già in primo grado risparmiando loro altri anni di sofferenza. Leggendo poi le loro sentenze di assoluzione, il mio Avvocato mi faceva notare che quello che contestavano a me in quei 2.200 euro erano casi di spesa identici a quelle di colleghi del Pd che però erano stati assolti subito”: commenta Bartolini, evidenziando la disparità di giudizio.

Corte di Cassazione

“Ringrazio la mia famiglia, in primis mia moglie, per essermi stata al fianco in questi anni, ringrazio l’Avvocato cassazionista Giovanni Passalacqua di Roma nonché l’Avvocato Giovanni Petrillo di Rimini, mio difensore in tutti e tre i gradi, che si è dimostrato un vero principe del foro come in tanti mi avevano evidenziato prima di conoscerlo, così come ringrazio i tanti amici che non hanno mai dubitato di me. Purtroppo ho anche avuto modo di riscontrare le cattiverie di alcuni, pochi ad onor del vero, come quelli che prima si dichiaravano miei amici ma lo erano solo forse per ricercare qualche convenienza personale. Alcuni di questi addirittura si sono nascosti dietro falsi profili per farmi azioni del becero stalkeraggio sui social facendosi peraltro pure scoprire, dopo che avevo messo in pratica qualche trucchetto di scuola democristiana, ai quali hanno subito stupidamente abboccato. Questi 10 anni sono stati un vero e proprio calvario anche se io ho sempre affrontato tutto, passo dopo passo con il sorriso in bocca. Oltre a questa mia condanna per soli 2.200 euro che rappresentava solo l’1% dei 220.000 euro di spese che la procura mi contestava (ero anche Capogruppo quindi ho dovuto rispondere anche per le spese dell’intero gruppo consiliare) , nel frattempo io e altri 7 consiglieri dell’Ufficio di Presidenza siamo stati chiamati in causa in solido anche per un contratto di lavoro al Capo di Gabinetto dell’allora Presidente dell’Assemblea Regionale On. Matteo Richetti del PD, colpevoli di aver votato una delibera (ne deliberavamo a decine di contratti) che la procura della Corte dei Conti credeva non regolare nonostante anche questa delibera avesse tutti i pareri favorevoli degli uffici. Ci chiedevano in solido di risarcire ben mezzo milione di euro (lo stipendio lordo di tutti gli anni di lavoro pagati al Capo di Gabinetto) e son serviti anche in quel caso ben 4 anni (dal 2016 al 2020) finchè la Corte Costituzionale ha deciso il non luogo a procedere riconoscendo la regolarità della delibera. Raccontato oggi sembra la storia di un romanzo finita bene, ma mettetevi nei panni di un padre di famiglia che, senza aver fatto nulla di male, si ritrova con una condanna a 2 anni e due mesi e più di 700.000 euro di spese contestate nonché tutti i costi delle consulenze legali collegate”: elenca Luca Bartolini.

“Un ricordo infine anche a tutti i colleghi Consiglieri Regionali che si sono trovati coinvolti in questa assurda vicenda e che come me hanno vissuto malissimo questo lungo periodo oscuro che ha semi-falcidiato una intera generazione politica visto che molti, contrariamente a me, hanno infatti abbandonato l’attività politica. Alcuni, purtroppo, nel frattempo sono anche mancati. Ma io ho la fortuna di avere un carattere determinato ed ho continuato in questi anni a fare politica, nonostante tutto, e di questo ringrazio Galeazzo Bignami e Annamaria Bernini, due amici, che mi han dato fiducia e riconosciuto incarichi politici nonostante il processo non ancora concluso. Tra i tanti, ho più volte ricevuto la vicinanza anche dall’amico Sindaco Gianluca Zattini che addirittura un giorno mi suggerì di scrivere un libro su questa lunga odissea e chissà che un giorno non possa valutare anche l’idea di farlo veramente. Sono stati 10 anni di vita che non auguro a nessuno e che nessuno mi restituirà, 10 anni in cui io ho comunque continuato a girare tra la nostra gente a testa alta e con il sorriso sulle labbra sapendo di essere una persona onesta. Nonostante tutto quello che ho passato, continuerò ad impegnarmi politicamente proseguendo a mettere al servizio della costruenda comunità politica di Fratelli d’Italia quella mia esperienza maturata nel portare avanti per oltre 30 anni quella passionaccia che mi porto dentro da quando ero ragazzo. Ma oggi non voglio pensare al futuro. Oggi mi godo il presente felice di poter dire che finalmente giustizia è fatta”: conclude la sua lunga nota Luca Bartolini.

Galeazzo Bignami, deputato di Fratelli d’Italia, esprime: “viva soddisfazione per l’esito del procedimento penale che per lungo tempo ha coinvolto Luca Bartolini esponendolo a critiche e attacchi da parte di molte, troppe persone. Questa vicenda oggi si risolve con una sentenza che chiarisce l’assoluta liceità e correttezza dell’impiego di danaro pubblico da parte di Bartolini. In molti dovrebbero chiedere scusa a Luca, ma non mi aspetto nulla di tutto ciò. Ritengo tuttavia doveroso rivolgergli un sincero abbraccio evidenziando come in questi anni bene ho fatto a sollecitarlo a non lasciare l’attività politica perché ero sicuro che, come oggi si dimostra, avrebbe ottenuto giustizia”.