(Sesto Potere) – Bologna – 20 febbraio 2023 – Il caldo anomalo e la prolungata assenza di precipitazioni ha mandato la natura in tilt con i ciliegi già in fiore e le prime fave pronte per la raccolta, mesi prima dell’appuntamento del primo maggio, nelle campagne dove per la siccità sono a rischio le semine primaverili, con il rischio che il probabile ritorno del freddo e del gelo distrugga poi i raccolti.

E’ quanto emerge dal monitoraggio delle Coldiretti sugli effetti del vasto campo di alta pressione destinato a durare per giorni con alte temperature senza precipitazioni.

Con il caldo si estende l’allarme siccità dopo un 2022 che ha registrato il 30% di pioggia in meno, l’assenza nel 2023 di precipitazioni significative con una temperatura a gennaio superiore di 0,96 gradi rispetto alla media storica lungo la Penisola, secondo l’analisi Coldiretti su dati Isac Cnr di Bologna.

L’anomalia – precisa la Coldiretti – è più evidente al Nord dove lo scorso anno sono cadute il 40% di precipitazioni in meno e la temperatura a gennaio 2023 è risultata di ben1,41 gradi superiore alla media. Alla vigilia delle semine il fiume Po è a secco e al Ponte della Becca (Pavia) si trova a -3,3 metri rispetto allo zero idrometrico, con le rive ridotte a spiagge di sabbia come in estate, secondo l’ultima rilevazione della Coldiretti.

Lo stato di magra del più grande fiume italiano – sostiene Coldiretti – è rappresentativo delle difficoltà in cui si trovano tutti gli altri corsi d’acqua del settentrione con i grandi laghi che hanno percentuali di riempimento che vanno dal 39% del lago di Garda al 39% di quello Maggiore fino ad appena al 21% di quello di Como ma si registra anche lo scarso potenziale idrico stoccato sotto forma di neve nell’arco alpino ed appenninico.

La situazione – sottolinea la Coldiretti – è peggiore di quella dello scorso anno quando si è registrato una perdita di almeno 6 miliardi di euro nei raccolti per la siccità. Quest’anno verranno coltivati in Italia quasi 8mila ettari di riso in meno per un totale di appena 211mila ettari, ai minimi da 30 anni, secondo sulla base delle previsioni di semina.  

E preoccupano – continua la Coldiretti – anche le semine di mais necessario per garantire l’alimentazione del bestiame per la produzione del latte dal quale nascono i grandi formaggi, dopo gli sconvolgimenti che ci sono state sul commercio internazionale a seguito della guerra in Ucraina. Situazione preoccupante soprattutto nel bacino del Po – precisa la Coldiretti – da cui dipende 1/3 del Made in Italy a tavola che si produce proprio della Pianura Padana dove si concentra anche la metà dell’allevamento nazionale.

Ettore Prandini

L’annunciato arrivo delle precipitazioni dapprima al Nord e successivamente anche al Centro Sud è importante per aiutare i cereali in campo e consentire le lavorazioni dei terreni per preparare le semine primaverili – afferma la Coldiretti in riferimento al probabile arrivo di un’area di bassa pressione sull’Italia a partire da fine febbraio e fine inizio marzo – ma tuttavia non sarà certo sufficiente a combattere la grave siccità. Si stima infatti che sarebbe necessario oltre un intero mese di pioggia per tornare alla normalità e garantire le produzioni agricole primaverili ed estive. 

“Di fronte al cambiamento climatico è necessario realizzare un piano invasi per contrastare la siccità ed aumentare la raccolta di acqua piovana oggi ferma ad appena l’11%. Insieme ad Anbi e soggetti pubblici e privati – afferma  il presidente della Coldiretti Ettore Prandini  – abbiamo pronti una serie di interventi immediatamente cantierabili che garantiscono acqua per gli usi civili, per la produzione agricola e per generare energia pulita.

Di fronte al cambiamento climatico è necessario realizzare un piano invasi per contrastare la siccità ed aumentare la raccolta di acqua piovana oggi ferma ad appena l’11%” sostiene il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel precisare che “insieme ad Anbi e soggetti pubblici e privati abbiamo pronti una serie di interventi immediatamente cantierabili che garantiscono acqua per gli usi civili, per la produzione agricola e per generare energia pulita. Un intervento necessario – continua Prandini – anche per raggiungere l’obiettivo della sovranità alimentare con l’aumento della produzione Made in Italy, la riduzione della dipendenza dall’estero e la fornitura di prodotti alimentari nazionali di alta qualità e al giusto prezzo. “Gli agricoltori sono impegnati a fare la propria parte per promuovere l’uso razionale dell’acqua, lo sviluppo di sistemi di irrigazione a basso impatto e l’innovazione con colture meno idro-esigenti, ma non deve essere dimenticato che l’acqua è essenziale per mantenere in vita sistemi agricoli senza i quali è a rischio la sopravvivenza del territorio, la produzione di cibo e la competitività dell’intero settore alimentare.