(Sesto Potere) – Forlì, 3 febbraio. “L’Asl unica della Romagna soffre per i tagli alle automediche, per le file ai Pronto soccorso, per le corsie senza medici, per i debiti milionari maturati in questi anni? Tutto vero, ma è altrettanto vero che, pur in difficoltà di risorse, la sanità regionale e romagnola non lascia a spasso chi è stato silurato da prestigiose sedi romane. E’ il caso del dottor Nicola Magrini che dal 31 gennaio 2023 ha ottenuto l’incarico quinquennale di direttore della struttura complessa U.O. Qualità e Governo Clinico nell’Asl Unica della Romagna, dietro un compenso di oltre 146mila euro annui. Magrini non è altro che l’ex direttore generale dell’Aifa (Agenzia italiana del farmaco) incarico che ricopriva dal 2020, con ministro della salute Roberto Speranza, e che è arrivato a scadenza il 23 gennaio. Subito i pasdaran della sinistra hanno gridato allo spoil system. Ma per una poltrona persa a Roma ce n’era un’altra già pronta in Romagna. Alla faccia di quei professionisti già in organico nell’Asl romagnola che forse da tempo aspiravano a quel ruolo. Ma si sa, ubi maior minor cessat”.

Così in una nota i consiglieri regionali Daniele Marchetti e Massimiliano Pompignoli, che hanno presentato un’interrogazione in Regione, e il parlamentare Jacopo Morrone, (nella foto in alto), segretario della Lega Romagna.
“E’ in ogni caso scandaloso che in una situazione come l’attuale si proceda a una nomina che non può che essere di natura politica e in tempi così ristretti. Per questo abbiamo presentato un’interrogazione per capire i risvolti di una vicenda che definire grottesca è poco e che rende più che mai necessaria quella svolta nella sanità regionale che la Lega chiede da tempo, anche con un progetto di legge che la Giunta Bonaccini si guarda bene dal portare in discussione. E’ più che urgente infatti un efficientamento degli apparati tecnici e amministrativi della sanità per ottimizzare le risorse. Ma è anche indispensabile che a guidare nomine e responsabilità non siano più logiche partitiche. Tiziano Carradori e l’assessore Raffaele Donini non possono far finta di nulla, anzi ci aspetteremmo che Carradori, dopo il disastro della nuova pianificazione delle automediche, la situazione degli ospedali romagnoli e questa assunzione, si dimettesse da un incarico che forse non riesce più a svolgere al meglio”: concludono Marchetti, Pompignoli e Morrone.