(Sesto Potere) – Roma – 6 agosto 2022 – L’annunciata ulteriore decontribuzione pari all’1% per i redditi fino a circa 35 mila € lordi – spiega la UIL – avrebbe un effetto
irrilevante sui redditi dei lavoratori, in particolare per quelli con lavori discontinui o retribuzioni più basse.
E per certificare il commento negativo il sindacato illustra i dati di uno specifico studio realizzato dall’Osservatorio Uil.
Un lavoratore con un reddito annuo lordo pari a 8.000 € per le mensilità percepite da luglio a dicembre avrebbe un beneficio complessivo di 36,92 € lordi, circa 6 € lordi in più al mese.
Nella fascia di reddito medio dei lavoratori dipendenti del settore privato, pari a circa 20.111 € annue, il beneficio per il secondo semestre 2022, sarebbe complessivamente di 92,82 € lordi, 15,47 € lordi mensili.
Anche per le pensioni, l’anticipo parziale della rivalutazione pari al 2% annunciato dal governo determinerebbe un incremento relativo, minimale, degli assegni previdenziali.
Una pensione media di 952 € mensili avrebbe un aumento pari a 19 € lordi, 57 € complessivi nel trimestre da ottobre a dicembre. Un aumento, quindi, di circa 10 € lordi al mese ogni 500 € di pensione percepita.
“Le misure annunciate dal Governo relative alla decontribuzione dell’1% per i lavoratori fino a 35.000 € di reddito e l’anticipo della rivalutazione del 2% per le Pensioni nel trimestre ottobre dicembre 2022 sono chiaramente insufficienti a dare sostegno ai redditi dei lavoratori e pensionati. Il nostro studio dimostra che siamo di fronte a una cifra assolutamente esigua, poche decine di euro: un’elemosina. Questo conferma che tra il “Palazzo” e la vita reale, purtroppo, c’è una distanza enorme: emerge l’incapacità di cogliere la realtà fatta di persone che soffrono”: afferma in una nota Pierpaolo Bombardieri, segretario generale UIL. (nella foto).
La UIL chiede al Governo di destinare maggiori risorse a questa operazione che, quando fu annunciata, il sindacato giudicò “positiva”, ma che così attuata “diviene irrilevante”.
