(Sesto Potere) – Reggio Emilia – 30 giugno 2022 – Quattro mesi dopo la sua inaugurazione, il Tavolo per il dialogo interreligioso, costituito nell’ambito del progetto FAMI “Strategie interculturali per costruire coesione sociale”, si è riunito nuovamente (il 28 giugno) in prefettura a Reggio Emilia (la sede nella foto in alto, ndr), con nuove modalità e con l’obiettivo di affrontare, con un approccio globale, le molteplici sfide legate all’integrazione dei giovani con background migratorio.

Il Tavolo, presieduto dal prefetto, Iolanda Rolli, ha messo a confronto comunità religiose, enti locali e forze di polizia, ed è stato seguito da remoto dalla Direzione centrale degli affari dei culti del Ministero dell’interno.

Nello specifico, sono stati coinvolti referenti della comunità islamica reggiana e provinciale, delle chiese evangeliche-protestanti, della chiesa ortodossa, della comunità Tamil, e i referenti del tempio Sikh, della chiesa cattolica e della comunità Bahà’i.

In rappresentanza degli enti locali, invece, sono intervenuti la presidente dell’Unione Bassa Reggiana e il sindaco del comune di Guastalla, Camilla Verona, il sindaco del comune di Novellara, Elena Carletti, il consigliere della provincia, Francesca Bedogni, l’assessore alle politiche sociali del comune di Rubiera, Unione Tresinaro Secchia, Chiara Albanese, l’assessore con delega ai servizi sociali, ambiente e pari opportunità del comune di San Polo d’Enza, Elisa Cavatorti, l’assessore alle politiche sociali del comune di Sant’Ilario d’Enza, Annamaria Giangrandi, l’assessore alle politiche sociali, volontariato-associazionismo, immigrazione ed integrazione, giovani e pari opportunità del comune di Fabbrico, Federica Cani, il direttore di ISECS, istituzione servizi educativi – scolastici, culturali, sportivi del comune di Correggio, Dante Petri, la funzionaria Giulia Berni per l’Unione Pianura Reggiana e la coordinatrice pedagogica di Officina Educativa del comune di Reggio Emilia, Silvia Gobetti.

« Il fine dell’incontro – ha precisato il prefetto – è quello di coinvolgere attivamente i referenti delle comunità in un dialogo costruttivo con enti locali e forze dell’ordine, raccoglierne le esigenze e immaginare insieme percorsi condivisi per soddisfarle ».

L’evento è stato articolato su due momenti: nel primo, i partecipanti sono stati suddivisi in cinque tavoli tematici, dove hanno discusso temi specifici ed elaborato proposte che sono state poi rappresentate nella riunione plenaria nella seconda parte dell’incontro, introdotta dal prefetto e coordinata dal direttore del centro interculturale Mondinsieme, Ivan Mario Cipressi.

Il confronto è stato arricchito dalla diversa prospettiva portata da ogni partecipante, sulla base della propria esperienza personale e professionale, della propria origine e fede religiosa e del ruolo ricoperto nella società.

Diverse sono state le tematiche affrontate e portate all’attenzione del prefetto e dei partecipanti al tavolo. In primis, il tema del riconoscimento dei luoghi di culto e del loro necessario autofinanziamento, poi, la lingua come strumento volto a favorire la trasmissione della cultura di origine o di appartenenza e come possibile mezzo di integrazione in contesti locali, nazionali e internazionali.

Particolare attenzione, inoltre, è stata posta alla mancanza di spazi di aggregazione, momenti di incontro e di formazione volti ad una migliore conoscenza delle istituzioni e ad uno sviluppo delle competenze interculturali, anche attraverso figure che facilitino la mediazione tra i diversi contesti.

Tali esigenze sono state avvertite dai rappresentanti dei luoghi di culto come degli enti locali, i quali hanno immaginato di poter ridurre le barriere economiche e culturali nell’accedere ai servizi, alle attività sportive e sociali dei più giovani avanzando svariate proposte. Tra queste, è emersa la volontà di organizzare momenti che valorizzino la conoscenza dell’idioma di origine, in diversi contesti educativi, oltre che di avvalorare il ruolo di mediazione delle giovani generazioni.

È stato evidenziato, inoltre, il proposito di sottoscrivere un protocollo sulle buone prassi da attuare in materia di censimento dei luoghi di culto, affinché la reciproca conoscenza tra contesti istituzionali e religiosi permetta una maggior vicinanza alla collettività e in particolare ai giovani.  

Molteplici sono tuttavia le questioni ancora da approfondire nei prossimi incontri del Tavolo, quali ad esempio il ruolo che la realizzazione lavorativa svolge nel processo di integrazione delle nuove generazioni con background migratorio, come ha ricordato il prefetto, sottolineando che « ogni persona e ogni luogo di culto qui presente rappresenta un alleato a sostegno dei giovani e delle comunità che compongono e animano il nostro territorio ».