(Sesto Potere) – Bologna – 31 marzo 2022 – “Mafie ed appalti: la prevenzione antimafia”:  è il convegno con cui Bologna ha celebrato il trentesimo anniversario dell’istituzione della Direzione Investigativa Antimafia, organismo investigativo interforze: hanno partecipato all’appuntamento, oggi, giovedì 31 marzo, in prefettura, il presidente della Regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini e la ministra dell’Interno, Luciana Lamorgese.

Prima del convegno, nell’ambito delle celebrazioni per il 30^ anniversario della Direzione Investigativa Antimafia, la ministra Lamorgese ha inaugurato la mostra “Antimafia Itinerante”, allestita all’interno del Palazzo Caprara Montpensier, sede della Prefettura.

Sempre in questi giorni c’è stato anche l’annuncio della decisione del Ministero di innalzare di ‘livello’ la DIA di Bologna, che ha competenza su tutto il territorio regionale, da ‘sezione operativa’ a ‘Centro operativo’, con potenziamento di personale e mezzi.

Il presidente Bonaccini al convegno sui 30 anni della DIA
Bonaccini

«La Dia rappresenta un avamposto di legalità nata da un’intuizione di Giovanni Falcone». Lo ha ricordato oggi a Bologna il ministro Lamorgese che è intervenuto al convegno “Mafie ed appalti: la prevenzione antimafia” che si svolge in occasione delle iniziative per il 30° anniversario della Direzione Investigativa  Antimafia.

«A fronte delle mafie che avrebbero voluto costituire uno Stato alternativo, c’è stata un’ampia risposta delle istituzioni» ha aggiunto il ministro Lamorgese, «oggi la mafia è cambiata, è la mafia della terza e quarta generazione, di chi ha studiato e che cerca di insinuarsi nell’economia legale».  Per questo, ha sottolineato la titolare del Viminale, riferendosi ai fondi del Pnrr, «è necessario far arrivare le risorse in tempi rapidi ma senza mai rinunciare ai controlli antimafia necessari per evitare che vadano nelle mani della criminalità». 

L’attività di prevenzione amministrativa ha funzionato molto – ha spiegato, inoltre, il ministro Lamorgese – e «le interdittive adottate nel 2020 e nel 2021 non sono mai state sotto le duemila: vuol dire che l’attività funziona e dà i suoi risultati, anche grazie alla Dia e al senso di squadra di tutte le istituzioni sul territorio».

«La Dia è stata una straordinaria intuizione che ha permesso allo Stato, in questi primi trent’anni della propria storia, di colpire le mafie in modo deciso ed efficace. E di questo dobbiamo essere grati alle donne e agli uomini che in questo tempo ne sono stati l’anima. Con un pensiero particolare a Giovanni Falcone, a cui si deve la nascita della Dia. Ma purtroppo non è finita. Dobbiamo ancora tenere alta la guardia, anche in Emilia-Romagna, perché le mafie sono cambiate nel tempo, si inseriscono sempre di più nel tessuto produttivo, economico e finanziario dei territori, danneggiandoli. Per questo l’imperativo resta quello di continuare a rafforzare gli anticorpi contro la criminalità organizzata, grazie alla collaborazione con Prefetture, Magistratura e Forze dell’ordine»: ha commentato Stefano Bonaccini, presidente della Regione Emilia-Romagna.

«Il passaggio della sezione di Bologna a ‘centro operativo’ è importante anche perché significa più uomini e più mezzi a disposizione delle Prefetture dell’Emilia-Romagna per le attività di prevenzione antimafia e dell’autorità giudiziaria per le attività investigative. Dalla Regione ci sarà sempre la massima collaborazione possibile, a partire dalla vigilanza sugli appalti, come è stato anche nella ricostruzione post sisma con la nascita del Girer, il Gruppo interforze ricostruzione Emilia-Romagna, e gli accordi con le Prefetture»: ha concluso Bonaccini.