(Sesto Potere) – Roma, 9 marzo. “Lega coerente con un principio basilare: la cittadinanza facile, regalata a tutti, non serve a una maggiore integrazione dei giovani stranieri, anzi potrebbe risultare il contrario. Lo Jus scholae non è altro che uno Jus soli mascherato, spiace quindi che altre forze politiche non abbiano attinto dalla copiosa letteratura in materia o, addirittura, da lucide e motivate posizioni assunte nel passato per dire ‘no’ a un testo che risponde solo a strumentalizzazioni ideologiche e a triti slogan. Non ci stupisce, invece, la soddisfazione espressa da esponenti della sinistra o della pseudo-sinistra che usano il pretesto della scuola e la frequentazione di un percorso scolastico o formativo come strada maestra per ottenere la cittadinanza subito e senza troppi problemi. Una sorta di ‘svendita’ della cittadinanza italiana, che, al contrario, dovrebbe essere un obiettivo da raggiungere dopo un percorso di integrazione che comporta il riconoscersi nelle tradizioni, nella cultura e nell’identità di un Paese, condividendone i valori fondanti. Non sono certamente cinque anni di scuola/formazione che possono dare queste consapevolezze a ragazzi provenienti e cresciuti in altre culture. Nel nostro Paese i diritti economici, sociali e civili sono già riconosciuti a tutti, cittadini e non cittadini, solo i diritti politici (il diritto di voto) appartengono a chi ha lo status di cittadino. Non si comprendono quindi le ragioni per cui questi ragazzi stranieri non possano attendere i 18 anni per chiedere la cittadinanza, come consentito dall’attuale norma”.
Così in una nota il parlamentare della Lega Jacopo Morrone (in foto).
