(Sesto Potere) – Roma – 30 giugno 2022 – Si stima che il fatturato dell’industria, al netto dei fattori stagionali, aumenti del 2,7%, in termini congiunturali, sia per il totale sia per le componenti interna ed estera. Nel trimestre febbraio-aprile 2022, l’indice complessivo è cresciuto del 6,6% rispetto al trimestre precedente (+6,4% sul mercato interno e +7,0% su quello estero).
Con riferimento ai raggruppamenti principali di industrie, ad aprile gli indici destagionalizzati del fatturato segnano aumenti congiunturali per l’energia (+6,0%), i beni strumentali (+3,5%), i beni di consumo (+2,1%) e i beni intermedi (+2,0%). I dati – aggiornati ad aprile – sono forniti dall’Istat.
Nei singoli settori di attività economica spiccano le industrie alimentari, bevande e tabacco con un +22,9% su base annua (aprile 2021-aprile 2022).

Le regioni che vantano una maggior propensione all’export di prodotti alimentari e bevande sono: Piemonte, Veneto, Trentino-Alto Adige ed Emilia-Romagna.
Un risultato sottolineato positivamente da Coldiretti che poi aggiunge: “L’aumento del fatturato industriale è spinto dal record storico fatto segnare per le esportazioni alimentari Made in Italy che registrano un aumento del +19% nei primi quattro mesi dell’anno, anche se a preoccupare sono gli effetti del conflitto in Ucraina, con i rincari energetici che stanno colpendo i consumi a livello globale”.
“Nonostante i mesi di guerra le esportazioni alimentari nazionali sono in aumento sul record annuale di 52 miliardi fatto registrare nel 2021 con la Germania che è il principale mercato di sbocco in aumento nel quadrimestre del 12’%, davanti alla Francia, in salita del 18% mentre – sottolinea la Coldiretti – gli Stati Uniti si classificano al terzo posto ma mettono a segno un tasso di crescita del 19%”.
“Un vero boom – precisa la Coldiretti – si è verificato nel Regno Unito con un +25% che evidenzia come l’export tricolore si sia rivelato più forte della Brexit, dopo le difficoltà iniziali legate all’uscita dalla Ue. Dato negativo in Cina con un calo del 29% e in Russia con un – 14% con l’export che è precipitato dopo mesi di guerra. Basti pensare che, se si considera il solo mese di aprile, le vendite di cibo italiano nel Paese di Putin sono crollate del 58%”.
“Per sostenere il trend di crescita dell’enogastronomia Made in Italy serve ora agire sui ritardi strutturali dell’Italia e sbloccare tutte le infrastrutture che migliorerebbero i collegamenti tra Sud e Nord del Paese, ma anche con il resto del mondo per via marittima e ferroviaria in alta velocità, con una rete di snodi composta da aeroporti, treni e cargo” sottolinea il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare l’importanza di cogliere l’opportunità del Pnrr per modernizzare la logistica nazionale che ogni anno rappresenta per il nostro Paese un danno in termini di minor opportunità di export. Ma è importante lavorare anche sull’internazionalizzazione per sostenere le imprese che vogliono conquistare nuovi mercati e rafforzare quelli consolidati valorizzando il ruolo strategico dell’ICE e con il sostegno delle ambasciate”.