(Sesto Potere) – Bologna – 1 marzo 2023 – Superare la modalità emergenziale con cui vengono affrontati gli arrivi delle persone migranti e vengano aperti canali legittimi e programmati. Predisporre un piano strategico con ingenti risorse e progetti continuativi nel tempo nei paesi di partenza dei migranti. Costruire insieme a tutti gli attori della cooperazione internazionale allo sviluppo una strategia italiana, su cui chiedere un maggiore impegno e sostegno europeo per evitare tragedie come quella della costa crotonese, ponendo la centralità del rispetto dei diritti umani, della democrazia, per il contrasto alla fame e alle povertà e ai cambiamenti climatici e la cessazione di guerre e conflitti. Collaborazione tra governo italiano e Unione europea per il rispetto degli accordi sulla redistribuzione degli arrivi sul suolo italiano rispetti gli accordi presi, anche con gli stati recalcitranti come quelli dell’Europa orientale. Revisione su scala europea della Convenzione di Dublino (che impone solo sulle spalle del paese di arrivo l’obbligo dell’assistenza dei migranti sul suolo europeo) e ripristino di programmi di pattugliamento e salvataggio europeo dei migranti che sono costretti a traversate pericolose in mare.

Con queste linee guida la maggioranza dell’Assemblea legislativa regionale dell’Emilia-Romagna ha approvato la risoluzione sul tema immigrazione.

Il voto di viale Aldo Moro è arrivato all’indomani del dibattito seguito alla relazione dell’assessore al Welfare Igor Taruffi (che fra l’altro ha dichiarato: “Siamo la Regione che accoglie di più”) a corredo di un atto presentato dalla maggioranza di centrosinistra a firma Federico Amico, Marcella Zappaterra, Giulia Pigoni, Silvia Zamboni, Lia Montalti e Pasquale Gerace.

In precedenza: dibattito animato tra le forze politiche, con il centrosinistra che ha duramente criticato l’attività del governo Meloni e con Fratelli d’Italia e Lega che, invece, hanno rivendicato quanto fatto in questi mesi dall’esecutivo.

Per Federico Amico (Emilia-Romagna Coraggiosa), primo firmatario dell’atto, “questa risoluzione mette in fila questioni che non sono scontate, a partire dalla gestione dei flussi fino agli strumenti di accoglienza, una sollecitazione al governo nazionale ma anche all’Unione europea”.

Critiche al documento dall’opposizione che non ha votato la risoluzione: per Gabriele Delmonte (Lega) e Luca Cuoghi (Fratelli d’Italia) “la risoluzione è una critica diretta al governo nazionale, non c’è stata la volontà di trovare punti d’incontro”.

Nella comunicazione della giunta regionale guidata da Bonaccini, presentata dall’assessore al Welfare Igor Taruffi, si parla della situazione dell’accoglienza dei migranti in Emilia- Romagna, con particolare riferimento ai recenti sbarchi nel porto di Ravenna.

L’assessore Taruffi ha rivendicato “l’impegno dell’Emilia-Romagna sull’accoglienza. I numeri (in termini percentuali) ci dicono che siamo i primi in Italia: attualmente aiutiamo in regione 10.369 persone, circa il 10 per cento sul totale degli arrivi nazionali”. Sui due sbarchi a Ravenna, poi, ha riferito che “la comunicazione è arrivata dal ministero degli Interni (che gestisce queste situazioni) solo pochi giorni prima”, spiegando che “serve un confronto più ampio (anche rispetto alla questione delle risorse dedicate) con il governo nazionale, che negli ultimi mesi non c’è stato”. Ha spiegato poi che, rispetto ai due sbarchi, “sono scesi anche una novantina di minori non accompagnati, anche di sei anni o poco più, una questione che è per noi centrale, che è motivo di forte preoccupazione”.

Sono, infatti, già più di 1.000 i minori non accompagnati accolti in Emilia-Romagna.

A chiudere il dibattito sul tema il presidente della Regione Stefano Bonaccini, che fra l’altro ha detto: “Anche noi siamo stati una terra di migranti, dobbiamo averne memoria, dobbiamo avere rispetto per chi emigra”. Poi sul tema dell’accoglienza: “Dovremmo provare a passare dall’emergenza alla gestione, serve organizzazione, serve una strategia. I numeri degli arrivi sono triplicati, non abbiamo un piano degli sbarchi, non si capisce come vengano scelti i ‘porti sicuri’, spesso in città amministrate dal centrosinistra. Dobbiamo uscire da questi pregiudizi e questo si fa solo attraverso il confronto. Lo dico in primis al ministro Piantedosi, ricordandogli che non abbiamo un piano sulla gestione delle accoglienze – anche rispetto alla distribuzione sul territorio nazionale dei migranti. Servono poi politiche serie sui flussi, per contrastare le tratte illegali, aprendo però, contemporaneamente, corridoi umanitari. In sintesi: dobbiamo puntare su modelli di integrazione”.