(Sesto Potere) – Bologna – 22 febbraio 2023 – Il Consiglio di Amministrazione del Gruppo Hera, presieduto da Tomaso Tommasi di Vignano, ha approvato nei giorni il Piano industriale al 2026, che conferma l’impegno della multiutility a mantenere anche per il prossimo quinquennio un importante volume di investimenti, accelerando l’evoluzione di tutti i business presidiati e le linee strategiche tracciate un anno fa, in coerenza con le policy comunitarie e in risposta al contesto esterno particolarmente sfidante, con l’obiettivo di continuare a creare valore per tutti gli stakeholder e confermarsi un solido riferimento per i territori serviti.

Tomaso Tommasi di Vignano, (nella foto in alto), Presidente Esecutivo del Gruppo Hera, ha dichiarato: “La crescita dei dati preconsuntivi dell’anno appena chiuso conferma la resilienza delle nostre attività. Prosegue pertanto la nostra strategia di sviluppo, che punta sul nostro know how distintivo in tema di circolarità, efficienza e transizione energetica per soddisfare la rapida crescita della domanda dei clienti sempre più sensibili al risparmio energetico e alla sostenibilità ambientale. Nel nuovo Piano, focalizzato sulla creazione di valore per tutti gli stakeholder, prevediamo significativi investimenti e incrementiamo tutti gli impegni precedenti, ivi compresi quelli relativi alla politica di distribuzione dei dividendi.”

Orazio Iacono, Amministratore Delegato del Gruppo Hera, ha dichiarato: “La nostra strategia di sviluppo prevista a Piano poggia su solide basi ed è volta a conquistare maggiori livelli di efficienza, potenziare tutti i servizi gestiti e aumentare la resilienza e la digitalizzazione delle nostre infrastrutture, affiancando i territori serviti nella transizione ecologica, anche con l’ausilio dei fondi del PNRR. Avendo già da molti anni ottimizzato le emissioni dei nostri processi produttivi, la nostra attenzione sarà sempre più focalizzata a supportare le famiglie e le imprese e tutti i nostri stakeholder in questa transizione. A riconferma della nostra solidità, inoltre, la crescita prevista in arco Piano sarà associata a una conservativa leva finanziaria che consentirà di cogliere ulteriori opportunità.”

Oltre 20 anni di vicinanza al territorio e un MOL preconsuntivo 2022 in crescita a quasi 1,3 miliardi
Lo scorso novembre il Gruppo Hera ha compiuto 20 anni: a partire dalla sua costituzione, l’azienda ha intrapreso un percorso ininterrotto di sviluppo che, forte del modello industriale multibusiness e del bilanciamento tra crescita organica e M&A (oltre 40 dal 2002 a oggi), l’ha resa tra le più importanti multiutility del panorama nazionale, con una consolidata posizione di leadership nei settori presidiati.
A coronare il ventennale dalla nascita, il Gruppo Hera prevede di chiudere l’esercizio 2022 con risultati in crescita, superiori alle attese: il margine operativo lordo (MOL) preconsuntivo si attesta a circa 1.285 milioni di euro, circa 60 milioni in più rispetto al MOL 2021, mentre il rapporto debito netto/MOL è previsto a circa 3,3x, in miglioramento rispetto ai trimestri precedenti, maggiormente apprezzabile alla luce della situazione straordinaria del mercato, dell’incremento dei costi delle commodities energetiche e della crescita degli investimenti sostenuti nel 2022, per circa 780 milioni.
I dati preconsuntivi evidenziano, quindi, la resilienza dei margini industriali e la validità del modello multibusiness del Gruppo, che capitalizza l’esperienza maturata negli anni, preservando i propri asset e accelerando il percorso di crescita sostenibile dell’azienda e delle comunità servite.

Brochure hera

Una strategia efficace per rispondere al contesto sfidante
In un contesto esogeno sfidante – caratterizzato da un’elevata incertezza legata all’instabilità geopolitica, alla volatilità del mercato, all’aumento dell’inflazione, all’incremento dei prezzi dell’energia e ai problemi nelle supply chain – il Gruppo ha trasformato le sfide in opportunità ed elaborato un Piano in continuità con il percorso già intrapreso, con progettualità concrete e coerenti con le principali policy nazionali e internazionali sulla transizione energetica, sull’economia circolare e sull’innovazione.
In questo quadro, le città giocheranno un ruolo chiave nella mitigazione del cambiamento climatico: tra le 100 selezionate dalla Commissione UE per diventare “città intelligenti a impatto zero” entro il 2030 rientrano anche Bologna e Padova, in cui il Gruppo Hera ha già avviato investimenti e progetti chiave per supportare i Comuni nel raggiungimento della neutralità carbonica.

Investimenti per oltre 4,1 miliardi di euro, supportati dai contributi PNRR
Il Piano al 2026 prevede investimenti complessivi per oltre 4,1 miliardi di euro, in media circa 825 milioni all’anno, in aumento rispetto alla precedente pianificazione. Gli investimenti saranno per il 60% a beneficio dei business regolati e per il restante 40% a favore dei business a libero mercato.
Tali numeri comprendono iniziative concrete sui territori serviti che si sono già aggiudicate oltre 130 milioni di euro di finanziamenti PNRR, a cui si aggiungeranno altri fondi destinati ai progetti della raccolta e igiene urbana per i quali si attendono le graduatorie definitive nei prossimi mesi.
Il 70% degli investimenti previsti tra il 2022 e il 2026 risponderà agli obiettivi fissati dall’Agenda Globale ONU al 2030, mentre per quanto riguarda la Tassonomia europea tutti, o quasi, i capitali allocati nelle attività ammissibili (circa il 98%) sono allineati ai criteri tecnici definiti dal Regolamento Europeo. Inoltre, il 40% degli investimenti sarà riservato a interventi a favore della sicurezza e resilienza degli asset gestiti e oltre il 30% alla promozione della digitalizzazione e innovazione.
La positiva generazione di cassa in arco Piano sarà in grado di coprire il piano di investimenti, riportando progressivamente la leva finanziaria al di sotto della soglia del 3x, con l’obiettivo di arrivare a 2,8x al 2026.

Hera, sede

Progetti per la transizione energetica
In arco Piano il MOL della filiera reti è previsto in crescita di 74 milioni, passando dai 472 milioni di consuntivo ai 546 milioni al 2026 al netto della recente revisione tariffaria di Arera.
Il percorso di sviluppo della filiera sarà sostenuto dalla crescita organica, alimentata dall’importante piano di investimenti previsto nel quinquennio per circa 2,2 miliardi. Circa la metà di queste risorse sarà destinato al ciclo idrico integrato, mentre un’altra fetta importante pari al 42% sarà investita nella distribuzione gas ed energia elettrica.
Le infrastrutture della filiera vanteranno una sempre maggiore resilienza agli effetti esogeni (climatici e non solo), grazie ai numerosi progetti di digitalizzazione e automazione, che renderanno l’intervento sui sistemi gestiti più tempestivo. L’impiego di modelli di manutenzione predittiva e di modellazione funzionale permetterà inoltre di classificare, pianificare e dimensionare meglio gli interventi necessari sulla pluralità di reti gestite, a beneficio della clientela finale sia in termini di efficienza che di qualità del servizio.
La spinta all’innovazione nel settore verrà anche dall’installazione di circa 410.000 contatori elettrici di seconda generazione (2G), che consentiranno una misurazione più puntuale dei consumi, di circa 300.000 smart meter gas NexMeter, brevettati dalla multiutility, con funzioni di sicurezza avanzate in caso di fughe o terremoti e utilizzabili anche per blend con “green gas”, e di circa 100.000 smart meter residenziali per il ciclo idrico.
Anche la filiera reti contribuirà alla transizione energetica, sia in termini di adattamento che di contributo alla stessa. Da un lato, il Gruppo intensificherà i progetti volti a sperimentare la produzione di idrogeno e gas rinnovabili, con progetti come l’impianto power to gas di Bologna, tra le prime realizzazioni di questo tipo a livello internazionale, che entrerà in funzione entro il 2025 all’interno del più grande depuratore fra quelli gestiti dalla multiutility per bacino di utenza servito. Dall’altro proseguiranno i test di immissione idrogeno nella rete di distribuzione del gas per preparare le infrastrutture ad accogliere i nuovi vettori rinnovabili su cui si fonda anche la strategia energetica europea.
Sempre in chiave di decarbonizzazione il Gruppo investirà circa 160 milioni di euro nel teleriscaldamento, con progetti volti a sviluppare e ottimizzare i sistemi già esistenti e a massimizzare l’impiego di calore di origine rinnovabile. Le progettualità su Bologna, Ferrara e Forlì, che si sono recentemente aggiudicate i fondi del PNRR, sono un esempio concreto della direzione intrapresa e, da sole, porteranno a una riduzione delle emissioni di quasi 29 mila tonnellate di anidride carbonica e un minor consumo di fonti fossili per 12.500 tonnellate equivalenti di petrolio all’anno.
Inoltre, sono previste varie iniziative di economia circolare per il risparmio, riuso e recupero dell’acqua, sia presso i clienti sia nelle attività e sedi del Gruppo, anche mediante un’efficace ottimizzazione della gestione dei fanghi da depurazione e al riciclo di materia dai rifiuti del ciclo idrico con un’impiantistica dedicata e strumenti innovativi. Tra i progetti che mirano alla salvaguardia della risorsa idrica, con una particolare attenzione alla diminuzione delle perdite, ai consumi energetici e alla tutela delle fonti di approvvigionamento, rientrano anche quelli nel Nord Est della controllata AcegasApsAmga, in parte finanziati dal PNRR e presentati con altri gestori. Ne sono esempio lo “Smart Water Management FVG”, che ha come obiettivo quello di diminuire del 13% le perdite di rete in Friuli-Venezia Giulia attraverso progetti di digitalizzazione degli asset e il progetto “Sustainable water management” per la riduzione delle perdite nei sistemi acquedottistici delle province di Padova e Vicenza. A Padova, infine, saranno installati sette nuovi bioessiccatori negli impianti di depurazione, con benefici legati all’importante riduzione dei volumi di fanghi da avviare a recupero e al minor sfruttamento di energia, mentre a Udine sarà realizzato un innovativo impianto per il trattamento dei fanghi di tutti i depuratori del Friuli-Venezia Giulia e del Veneto orientale.

Il Piano al 2026 conferma il percorso verso i principali obiettivi industriali al 2030 già definiti
I tanti progetti previsti dal Piano Industriale al 2026, qui trattati solo in modo esemplificativo, permetteranno di disegnare una traiettoria coerente con tutti i target della transizione ecologica da traguardare al 2030 che il Gruppo Hera ha già fissato da qualche anno.
Relativamente all’impegno a ridurre le emissioni di anidride carbonica del Gruppo le varie iniziative permettono di confermare l’ambizioso obiettivo di riduzione del 37% al 2030, già validato dal prestigioso network internazionale Science Based Target initiative (SBTi). Inoltre, per contribuire in modo tangibile alla transizione energetica, nel mondo della vendita energy la multiutility si è data l’obiettivo al 2030 di incrementare al 50% la quota di energia elettrica rinnovabile sul totale venduto e prevede di ridurre del 10% al 2030 (rispetto ai consumi 2013) i consumi interni di energia.
Ancora, con riferimento all’economia circolare, possono essere confermati gli obiettivi al 2030 di incremento delle plastiche riciclate (+150% rispetto al 2017), di riciclo degli imballaggi (fino all’80% del totale), di riutilizzo delle acque reflue (fino al 18% del totale al 2030) e di riduzione dei consumi idrici interni (-25% al 2030 rispetto al consumo dell’anno 2017).