(Sesto Potere) – Parma – 6 settembre 2023 – Il mese di luglio è stato caratterizzato da precipitazioni importanti sulle aree a nord del Po, seppur con temperature superiori ai valori di riferimento. Oggi, dati idro-meteo-climatici alla mano, si può fondatamente affermare che il mese di agosto del 2023 è stato, senza dubbio, la rappresentazione più fedele dell’evidenza dei cambiamenti climatici in atto.
E l’Osservatorio Permanente sugli Utilizzi Idrici – riunito il 31 agosto 2023 presso l’Autorità di Bacino del Fiume Po, a Parma, con le Regioni del distretto del Po, agenzie di monitoraggio e portatori d’interesse – l’ha palesato grazie alle singole narrazioni arrivate puntuali da tutti i territori della pianura Padana attraversati dal Grande Fiume.
I mesi estivi ed in particolare gli ultimi trentuno giorni sono stati caratterizzati da molteplici anomalie e trend del tutto altalenanti a dimostrazione dei nuovi mutevoli equilibri climatici, che testimoniano come sia urgente mettere al centro del dibattito istituzionale la necessità di individuare misure idonee a migliorare la resilienza dei territori affinché siano in grado di sopportare efficacemente il repentino cambiamento degli scenari e le criticità che da questi derivano.

Anche dai dati illustrati oggi dal Copernicus Climate Change Service, uno dei sei servizi informativi tematici offerti dal programma dell’Unione europea di osservazione della Terra, emergerebbe che l’estate appena trascorsa “è stata la più calda mai vissuta nell’emisfero settentrionale”.
Al termine del vertice l’Osservatorio Permanente sugli Utilizzi Idrici ha sancito un generale stato di severità idrica bassa con previsione di precipitazioni, al netto di alcune criticità relative all’approvvigionamento idropotabile nelle province di Cuneo, Alessandria e Piacenza.
Nel Piacentino, in particolare, si registrano criticità nell’approvvigionamento di risorsa per l’impiego idropotabile in diversi comuni della Val Trebbia i cui acquedotti, al momento, vengono riforniti attraverso l’impiego di autobotti.
Grazie alle precipitazioni è stato invece significativamente ridimensionata la risalita del cuneo salino nel Delta del Po: a Pontelagoscuro (Fe) i valori attuali di risalita si attestano intorno ai 20-22 km nel ramo di Venezia-Pila e ai 21-23 nel Ramo di Goro. Questi numeri sono destinati a ridursi rispettivamente a 6-8 km nel primo caso e 8-10 km nel secondo grazie agli incrementi di portata del fiume Po che transiteranno verso mare solo nei prossimi giorni.
Sul fronte invasi, in Romagna, la diga di Ridracoli è piena al 66%, con 17 milioni di metri cubi oggi disponibili.
Ad integrazione dello scenario le analisi sulle singole province regionali dell’Emilia-Romagna mostrano un deficit del 35% su base annuale di precipitazioni nelle aree di Piacenza e di Parma.