(Sesto Potere) – Meldola – 10 febbraio 2023 – In occasione del “Giorno del Ricordo”, istituito dalla Repubblica Italiana per conservare la memoria delle vittime delle foibe e dell’esodo giuliano-dalmata, il Sindaco di Meldola Roberto Cavallucci e l’Assessore alla Cultura Michele Drudi hanno consegnato al concittadino Bruno Stipcevich (i tre nella foto in alto) una pergamena per riconoscerlo ufficialmente quale “Testimone e custode della memoria” della tragedia delle foibe, dell’esodo dei dalmati, degli istriani e dei fiumani dalle loro terre durante e dopo la fine della Seconda guerra mondiale.
Un riconoscimento che vuole essere un attestato di stima, affetto e amicizia da parte di tutta la cittadinanza, e un ringraziamento a Stipcevich per il suo contributo nel promuovere la conoscenza dell’esodo dei dalmati e nel custodire la memoria di avvenimenti tragici che hanno segnato la storia del nostro paese e dei paesi a noi vicini, con i quali oggi viviamo in pace e in buone relazioni.
La storia di Bruno Stipcevich è una testimonianza emblematica dei drammatici avvenimenti che hanno riguardato il confine orientale e l’Alto Adriatico nel Novecento, ed è stata da lui raccolta qualche anno fa in un opuscolo intitolato “Per non dimenticare e per amore della verità”.
Nato nel 1939 a Zara, città dalmata che fece parte del Regno d’Italia dal 1920 fino al 1947, e che a seguito della sconfitta militare italiana e del Trattato di pace di Parigi fu assegnata alla repubblica socialista di Jugoslavia, Stipcevich dovette lasciare insieme ai genitori la sua città il 20 ottobre 1957 per raggiungere Trieste, Udine e infine il campo profughi di Laterina, in Provincia di Arezzo. Questo periodo così difficile fu superato grazie a una zia che risiedeva a Meldola, dove Bruno si stabilì, ricostruendo la sua vita e la sua famiglia, a trovare lavoro e serenità, inserendosi attivamente nella vita cittadina, pur dovendo lottare e vincere numerosi ostacoli, dovuti anche all’insufficienza dei programmi di assistenza pur previsti dallo stato a favore dei profughi, che lo portarono quasi all’emigrazione in Svizzera.
“È importante ricordare questi anni terribili, prendere atto sul piano storico della complessità tragica degli eventi avvenuti sul confine orientale. Evidenziare la spirale di violenza che ha portato all’esodo, prima e durante la seconda guerra mondiale, consente di commemorare tutte le vittime di quest’epoca drammatica, per lanciare un messaggio chiaro sul piano dei valori morali e civici, a favore della pace, contro ogni guerra di aggressione e qualsiasi forma di sopruso nei confronti della libertà dei popoli e degli esseri umani”: scrive a nome dell’amministrazione comunale il sindaco Roberto Cavallucci.