(Sesto Potere) – Forlì – 20 dicembre 2022 – Gli esponenti locali di Fridays For Future, assieme al Taaf, bocciano il piano del Comune di Forlì per l’energia sostenibile e il clima.

Il primo elemento che ne determina la bocciatura è l’obiettivo generale che prevede la diminuzione delle emissioni di CO2 di solo il 40% entro il 2030 rispetto al 2000. Questo obiettivo di riduzione delle emissioni rispetto all’anno 2000 è ancora gravemente insufficiente, considerando che non ci permetterebbe di raggiungere neanche l’obiettivo UE (-55% al 2030), il quale è a sua volta inadeguato e si basa su numeri in parte falsati. Proseguendo l’esame del piano emergono poi numerose criticità e punti deboli”: è il commento di Fridays For Future.

“Il PAESC parte con un errore di fondo per quanto riguarda il calcolo delle emissioni di CO2 prodotte sul territorio. I dati si basano su stime effettuate in base ad indicazioni fornite da un documento della campagna europea del patto dei sindaci e dai dati ISPRA. Questi poi sono stati aggiornati sottraendo il fattore di emissioni locale, che tiene conto dell’energia prodotta da fotovoltaico e degli acquisti verdi del Comune. Dal testo del piano, in realtà risulta evidente che invece del solo fotovoltaico è stata presa in considerazione l’energia prodotta da rinnovabili, cosa che di per sé non sarebbe grave. Peccato però che per l’energia prodotta da rinnovabili il nostro Comune intenda soprattutto quella prodotta dagli inceneritori, falsando così uno dei fattori base per il calcolo del fattore di emissioni locale!”: aggiunge Fridays For Future di Forlì.

“Un altro punto critico è lo Sportello Energia promosso nel PAESC. Sappiamo dal piano di sviluppo di teleriscaldamento del Comune che Hera tramite questo sportello promuove il suo sistema di teleriscaldamento, la cui energia viene in gran parte ottenuta bruciando rifiuti con le conseguenze ambientali ben note. Questa andrebbe invece disincentivata e ridotta nel minor tempo possibile, anche nell’ottica di arrivare a chiudere l’inceneritore. Lo sportello dovrebbe offrire un reale sostegno tecnico e di conoscenza su tutte le possibili soluzioni alle famiglie e alle aziende che intendono seriamente riconvertire le proprie abitazioni e spazi di lavoro, per implementare le rinnovabili, in modo da efficientare e ridurre i consumi e parallelamente le emissioni di CO2”: continua Fridays For Future.

iniziativa Fridays For Future

“In merito alle emissioni prodotte dai rifiuti, nel piano viene evidenziato che fra il 2007 e 2018 ci sia stato un calo del 69%, mettendo erroneamente in relazione la quantità di rifiuto secco prodotto a Forlì nel 2018 e conferito all’inceneritore, con il dato complessivo del 2007 di 120.000 tn, comprensivo dei rifiuti prodotti a Cesena. Anche se è vero che nel bacino di Forlì la quantità di rifiuto indifferenziata è calata, nell’inceneritore di Hera stanno continuando a bruciare 120.000 tn di rifiuti ogni anno, così come nel 2007 quindi dire che le emissioni prodotte dall’incenerimento dei rifiuti sono calate del 69% non corrisponde al vero”: insiste Fridays For Future.

“Inoltre, nel piano si considera che gli inceneritori producano 0.33t di CO2 fossile per Mwh. Non si capisce come si è potuto arrivare a una stima simile, quando i dati ISPRA indicano dei numeri ben diversi relativamente alla CO2 prodotta dagli inceneritori: 0,56 t per Mwh lorda pari a 0,67 t per Mwh netta. Quindi esattamente il doppio rispetto a quanto considerato nel piano per il clima del Comune di Forlì! Per quanto riguarda le azioni di mitigazione in generale c’è da far notare che il piano prevede delle mere dichiarazioni d’intenti, senza indicazioni o progetti concreti e in gran parte senza previsioni di spesa. Nella parte che riguarda la rigenerazione e la riqualificazione urbana c’è da far notare che le azioni dipendono dal PUG che non sarà approvato prima del 2024! E’ un po’ tardi considerando che il PAESC si riferisce al decennio 2020-2030!”: sostiene Fridays For Future.

Tra le azioni per migliorare la mobilità e renderla più sostenibile il Comune di Forlì si impegna ad attivarsi in diversi campi, come per esempio: “L’efficientamento del trasporto pubblico locale preventivando nel periodo 2018-2030 il graduale passaggio verso mezzi alimentati a metano o elettrici. L’ incentivazione della mobilità elettrica prevedendo un aumento di colonnine elettriche. La realizzazione di corsie ciclabili, bike line e percorsi turistici. In generale l’amministrazione prevede di aumentare la rete ciclabile cittadina”.

Ma il replicano punto per punto: “Il metano è un gas ad effetto sera come tutti gli altri, insistere su quello è da medioevo. Il trasporto pubblico deve necessariamente essere elettrificato al 100%. Con l’aumento di colonnine elettriche, purtroppo, questa azione non è volta a mitigare il traffico veicolare privato in favore di ciclomobilità o pedonabilità, ma si incentiva l’utilizzo dell’auto privata (anche se elettrica). Si dovrebbe, invece, prevedere una riduzione del flusso di autoveicoli circolanti in unità di tempo, incentivando il trasporto pubblico. Il Comune parla di collegamento di percorsi ciclo-pedonali esistenti con zone in cui insistono plessi scolastici e luoghi di interesse. Si parla di aumentare la rete ciclabile ma di fatto non si disincentiva l’utilizzo dell’auto privata mirando a far coesistere ovunque le due modalità; questo porterà all’aumento di situazioni di congestione veicolare e contatto tra le due forme di mobilità aumentando il rischio per i ciclisti”.”: è la critica degli esponenti del movimento per il clima.

“Insomma, risulta un piano in cui si professano buone intenzioni e si fa riferimento a principi generali, ma senza indicare la filosofia alla base delle scelte di questa amministrazione né azioni concrete specificando in quali zone, con quali tempi, con quanti e quali costi si intende procedere.  Infine, è carente anche il processo partecipativo. Né il Taaf, né Fridays/Parents for future hanno ricevuto il testo del piano prima della sua approvazione. Inviando il testo prima alle associazioni del territorio che si occupano di clima, si sarebbe potuto attivare un dialogo utile a raccogliere le osservazioni e le istanze che potevano rendere il patto per il clima degno di questo nome. Così si tratta solo di un’occasione mancata per il nostro Comune di dare un vero contributo alla lotta contro l’emergenza climatica lasciando ai movimenti ambientalisti la convinzione che non c’è da parte dell’amministrazione la percezione dell’URGENZA con la quale la tematica invece va trattata”.”: conclude Fridays For Future di Forlì.