(Sesto Potere) – Forlì – 2 febbraio 2022 – La mostra “Maddalena. Il mistero e l’immagine” taglia il nastro il prossimo 26 marzo ai Musei San Domenico ed al San Giacomo di Forlì, e aprirà i battenti al pubblico il 27. Duecentotrenta capolavori (e altri 6/7 casi ancora aperti) provenienti da quasi tutti i musei italiani e dai più importanti musei del Mondo, dal III secolo d.C. al Novecento, opera di 200 autori circa, divisi in 17 sezioni, forse 18 se si deciderà di allestire una sottosezione del Seicento.

L’inaugurazione slitta di alcuni giorni – la data inizialmente era stata fissata nel 4 marzo – a causa del Covid , così come è stata spostata in avanti la chiusura: al 10 luglio, contro la data precedentemente indicata del 26 giugno 2022.
E quest’anno la mostra, per ampliare i giorni di visita, sarà aperta anche nelle giornate di lunedì. C’è ottimismo per il ritorno delle scuole tra i visitatori.
I dettagli della prossima esposizione forlivese, che mira a indagare, attraverso alcune delle più preziose e affascinanti opere d’arte di ogni tempo, il mistero irrisolto, che ancora inquieta e affascina, della figura di Maria di Màgdala, sono stati illustrati questa mattina dal direttore delle grandi mostre al San Domenico Gianfranco Brunelli: “Abbiamo rinviato di 20 giorni per entrare in un periodo più tranquillo, presumiamo quando scenderà la curva dei contagi. Si tratta della terza mostra che attraversa l’emergenza del Covid. Abbiamo superato tutte le difficoltà possibili e immaginabili. Abbiamo dato un segnale di normalità in un periodo eccezionale. Come Fondazione abbiamo voluto dare un segnale di speranza: non chiudere le mostre. Nonostante tutto: continuare”.
Svelata anche l’immagine iconica della mostra, un estratto della figura di Maddalena da ‘La Crocifissione’ di Masaccio, capolavoro conservato al Museo nazionale di Capodimonte a Napoli (vedi foto in basso).

Sarà un percorso grandioso che va dai precedenti iconografici di epoca classica pre-cristiana, centrati sull’estetica del dolore e la teatralità delle emozioni, lungo il Medioevo il Rinascimento e il Barocco, fino alle rappresentazioni ottocentesche e novecentesche nelle quali la figura di Maddalena diviene emblema della protesta e del dramma di un’epoca. In un percorso espositivo che ricomprende pittura, scultura, miniature, arazzi, argenti e opere grafiche e che si snoda attraverso i più grandi nomi di ogni epoca.
“Maria è stata la prima testimone oculare della resurrezione di Cristo. Con lei – ha osservato il direttore generale della mostra Gianfranco Brunelli – l’arte si è confrontata trovando occasioni interpretative per ridefinire volta a volta sé stessa e rappresentare il sentimento del proprio tempo, fino a trasformarla in un mito”.
A lei l’arte, la letteratura, il cinema hanno dedicato centinaia di opere e di eventi. L’arte soprattutto, ponendola al centro della propria produzione, e dando vita a capolavori che segnano, lungo la trama del tempo, l’arte stessa e i suoi sviluppi. E come in uno specchio, ogni epoca l’ha guardata, guardandosi; l’ha contemplata, cercando l’ideale di sé, della propria immagine; l’ha sorvegliata e spiata, scoprendo i propri vizi dentro le proprie virtù.
Maddalena come un grande mito della cultura occidentale. E la Fondazione Cassa dei Risparmi ne porta il racconto – dopo Dante Alighieri lo scorso anno e Ulisse l’anno prima – , analizzandone la rappresentazione nell’arte attraverso i secoli. Sciogliendo interrogativi su una figura femminile molto complessa presente fin dai vangeli e a partire dall’equivoco iniziale della ‘peccatrice’. Una donna di nome Maria che ancora inquieta e affascina.

Non c’è grande artista che non abbia parlato della Maddalena: da Giotto a Caravaggio, da Botticelli a Tiziano, da Donatello a Crivelli a Signorelli, da Tintoretto a Rubens, da Canova ad Hayez, da Guttuso a Melotti, solo per citare alcuni dei grandi maestri protagonisti della mostra forlivese. E poi ancora opere di: Masaccio, Crivelli, Van der Weiden, Bellini, Perugino, Barocci, Savoldo, Mazzoni, Veronese, Domenichino, Lanfranco, Mengs, Delacroix, Böcklin, Previati, Rouault, Chagall, De Chirico, Sutherland e Bill Viola.
“L’allestimento di quest’anno sarà diverso, con molte figure umane da mettere all’interno del San Giacomo, nel mezzo della chiesa, che apre il percorso espositivo. Non abbiamo una grande nave come per la mostra dell’Ulisse. Ma ci saranno novità nell’allestimento, sarà diverso e… a sorpresa”.
Gianfranco Brunelli ha comunicato, inoltre, che è slittata (all’11 febbraio) anche la chiusura del bando per accedere al sostegno economico della Fondazione per gli eventi collegati alla mostra.
