(Sesto Potere) – Bologna – 8 gennaio 2020 – Il total tax rate, ovvero il carico fiscale complessivo, che si abbatte sulle Pmi italiane e le varie categorie professionali supera il 64% del fatturato, un record negativo a livello europeo.

La stima , la prima dell’anno, elaborata dal Centro studi di Unimpresa riguarda un comparto economico nazionale molto importante: quello delle piccole e medie imprese, che rappresentano il 92% delle aziende attive sul nostro territorio nazionale, danno impiego a circa 15 milioni di lavoratori e producono un fatturato totale superiore ai 2 mila miliardi di euro.
E questo quadro è confermato da altre classifiche internazionali. L’ultimo rapporto “Paying Taxes 2020” della Banca Mondiale, per esempio, ha calcolato il carico fiscale e contributivo complessivo su tutte le imprese italiane pari al 59,1% dei profitti commerciali, a fronte di un 40,5% su scala mondiale e del 38,9% a livello europeo.

“Ma gli indicatori di questa esorbitante tassazione sono molteplici. L’Osservatorio della Cna sulle piccole imprese stima al 59,7% (era il 61,2% nel 2018) la pressione fiscale complessiva su questo segmento centrale della nostra economia. Una percentuale che rimane la più elevata dell’Eurozona. E’ evidente che così non si può andare avanti. Comprimere l’attività ed i margini di guadagno delle imprese si traduce in riduzione dei posti di lavoro. E come sindacato riteniamo opportuno chiedere al governo un cambio di passo, visto che questa anomalia della super-tassazione non ha uguali in Europa e nel Mondo”: commenta il segretario generale regionale Emilia-Romagna dell’Ugl Tullia Bevilacqua.
Relativamente al quadro regionale questa è la classifica 2019 del Total Tax Rate in Emilia-Romagna: Imola (54,45%), Faenza (55,7%), Reggio Emilia (56,8%), Ferrara (58,3%), Ravenna (58,6%), Modena (58,6%), Rimini (58,8%), Lugo (59,2%), Piacenza (60,2%), Cesena (61,0%), Parma (61,2%), Forlì (61,3%), Cervia (61,6%) e Bologna (68,7%).

“Riteniamo che il tema della super-tassazione debba essere riproposto al centro del dibattito politico, sia a livello nazionale che regionale. E’ vero che il governo del centrosinistra ha disinnescato l’aumento delle aliquote Iva , seppure si tratti di un mero rinvio di 12 mesi e fra un anno ne riparleremo , ma nella legge di bilancio non figurano provvedimenti radicali sul versante della riduzione della pressione fiscale sui contribuenti, sulle famiglie e sulle imprese. Al di là di singole e disorganiche mini misure e agevolazioni su singole materie, oltre a prelievi diretti dalle tasche dei cittadini, il quadro generale che opprime lo stato della nostra economia, sempre più indirizzato alla stagnazione, non è stato modificato, non volge alla crescita, alla ripresa. Mentre sarebbe opportuno un cambio di rotta, come l’Ugl nazionale ha chiesto espressamente, con il nostro segretario generale Paolo Capone, che in occasione della legge di bilancio aveva presentato dieci punti per lo sviluppo, dieci punti per il lavoro, dieci punti per le imprese, e tra questi uno specifico capitolo per l’estensione della no tax area e la pacificazione fiscale ”: aggiunge e conclude Tullia Bevilacqua.