(Sesto Potere) – Bologna – 27 settembre 2022 – Il governatore dell’Emilia Romagna, Stefano Bonaccini, ha commentato l’esito del voto del 25 settembre che ha visto vincere il centrodestra.

“Il centrosinistra e il Pd hanno perso – ammette Bonaccini – . Siamo stati meno convincenti e competitivi, anche perché abbiamo corso divisi contro un avversario che ha invece saputo presentarsi unito. Inutile minimizzare il nostro risultato. Ed Enrico Letta non lo ha fatto. Ma la sconfitta non va e non può essere ascritta a uno solo: quando si perde, così come quando si vince, e lo abbiamo visto bene nelle recenti amministrative, in un partito democratico non è mai colpa o merito di uno solo. Grazie ad Enrico per il lavoro che ha fatto: sono tra quanti gli avevano chiesto di diventare segretario in un momento molto difficile e non me ne pento. Perché è una persona seria e perbene.”

Dopo la sconfitta del Partito democratico alle elezioni politiche, Enrico Letta ha annunciato la prossima convocazione del congresso e, contestualmente, ha ufficializzato il fatto che non si ricandiderà alla segreteria, pur rimanendo alla guida in attesa dell’avvicinamento.

“La sua scelta di avviare subito il percorso che ci porterà al congresso ci aiuta a farlo senza mettere la polvere sotto il tappeto o, viceversa, pensando che basti cambiare un segretario per risolvere tutto. – aggiunge Bonaccini – Non è oggi il momento di una discussione che parta dai nomi e dai cognomi anziché dai contenuti, ma sia invece un’occasione per discutere, anche prima delle alleanze, di quale identità e quale profilo debba avere il Pd. Penso serva una vera e propria rigenerazione per il Partito Democratico, sia sui contenuti, sia nella sua classe dirigente. Oltre che sul modo di essere una moderna forza popolare, radicata nel territorio…”.

“Ora che saremo all’opposizione (ci può fare bene) io sono per ripartire dal Pd: serve anzitutto un progetto più forte e più grande, che torni a parlare alle persone e con le persone. E’ venuto il tempo di confrontarsi su ciò che questo partito rappresenta e vuol rappresentare per i cittadini, i suoi iscritti e i suoi elettori. Il nostro compito non è solo arginare la destra, ma dare un progetto agli italiani su cui valga la pena di scommettere. Insieme a un Pd nuovo e più grande per costruire un nuovo e più largo centrosinistra”: continua il governatore dell’Emilia-Romagna.

Bonaccini – oltre all’avvio di una riflessione interna al partito – lascia intendere che si mette a disposizione, è pronto a dare il suo “contributo”, per la scelta della nuova leadership del PD.

“Ognuno di noi, e anche io, faremo la propria parte. Ne discuteremo. Ma non è oggi il momento, che il congresso non è ancora convocato, di avviare una discussione che troppo spesso ha visto il Pd partire dai nomi e non dai contenuti”: ha dichiarato alle agenzie, nel ribadire però che: “in questo momento l’unica cosa che non ci serve sono i nomi che precedono i contenuti e l’idea di Pd e di Paese che abbiamo”.

La sua idea politica – anche in chiave di alleanze future – è chiara: “Il Pd è il primo partito e si conferma maggioranza (sommando i voti) la coalizione che governa in Regione, il centrosinistra aperto al civismo che va da Sinistra Coraggiosa e Verdi a Italia Viva e Azione e che vinse le regionali del 2020 (rispetto alle quali, invece, la destra arretra ieri di oltre cinque punti). Non ne fanno parte i 5 Stelle per una scelta loro due anni e mezzo fa, ma coi quali abbiamo vinto da poco importanti città. E con cui in Regione, pur essendo loro all’opposizione, collaboriamo spesso: e questo lo considero un valore aggiunto per il nostro territorio.”