(Sesto Potere) – Roma, 24 marzo 2022 – Operazione del Nucleo Speciale Beni e Servizi della Guarda di Finanza, al comando del Generale Renzo Nisi, e della Procura della Repubblica di Roma, che ha portato al sequestro di 32 canali Telegram, Facebook, Instagram, Twitter e di siti Internet che pubblicavano illegalmente giornali e riviste, italiani e stranieri.

Un provvedimento adottato ad esito di una approfondita indagine avviata nel dicembre 2021, con la partecipazione attiva di Fieg-Federazione italiana editori di giornali e delle aziende editoriali associate, e che ha condotto all’ordine indirizzato ai gestori e provider interessati di interrompere l’illecita diffusione di quotidiani, settimanali, mensili e riviste specializzate.

Un’operazione, denominata “Black Screen”, che ha lasciato all’oscuro oltre 500.00 utenti che accedevano illegalmente ai contenuti diffusi tramite i canali social e i siti web incriminati.

“Siamo molto soddisfatti per l’azione. Si tratta di un ulteriore importante risultato nella lotta alla pirateria digitale, fenomeno che ha visto un consistente incremento anche a causa dell’emergenza sanitaria ma che, grazie alla collaborazione da tempo in essere tra gli uffici della Fieg e il reparto speciale della Guardia di Finanza, può essere contrastato in maniera sempre più efficace e significativa.”: commenta in una nota il Presidente della Fieg, Andrea Riffeser Monti.

La Guardia di Finanza mette in guardia i lettori che utilizzano questi canali illeciti, ricordando che si corre il rischio di incorrere in sanzioni, e in più nella fruibilità illegale dei dati ci si espone alla pratica ben nota ai malintenzionati del phishing , il sistema on-line nata per sottrarre con l’inganno numeri di carte di credito bancarie, password, informazioni personali o di carattere finanziario.

“Confidiamo che, grazie al lavoro degli inquirenti e all’impegno profuso dagli organi di polizia giudiziaria, si individuino tempestivamente le responsabilità, anche individuali, degli illeciti, per continuare a contrastare un fenomeno che incide significativamente sulla sostenibilità del settore editoriale e sul pluralismo dell’informazione”: conclude Riffeser Monti.