(Sesto Potere) – Roma – 23 settembre 2022 – Le nuove previsioni sul futuro demografico del Paese, aggiornate al 2021, confermano la presenza di un potenziale quadro di crisi. La popolazione residente è in decrescita: da 59,2 milioni al 1° gennaio 2021 a 57,9 mln nel 2030, a 54,2 mln nel 2050 fino a 47,7 mln nel 2070.
Il rapporto tra individui in età lavorativa (15-64 anni) e non (0-14 e 65 anni e più) passerà da circa tre a due nel 2021 a circa uno a uno nel 2050.
Sul territorio entro 10 anni in quattro Comuni su cinque è atteso un calo di popolazione, in nove su 10 nel caso di Comuni di zone rurali.
In crescita le famiglie ma con un numero medio di componenti sempre più piccolo. Meno coppie con figli, più coppie senza: entro il 2041 una famiglia su quattro sarà composta da una coppia con figli, più di una su cinque non ne avrà.

Questo emerge nelle nuove previsioni sul futuro demografico del Paese aggiornate dall’Istat al 2021.
Soltanto nelle campagne è previsto un calo della popolazione in quasi 9 comuni rurali su 10 (86%) con il rischio abbandono che mette in pericolo il futuro dei piccoli borghi e comuni rurali diffusi lungo tutto il Paese. Questa la stima della Coldiretti che ha elaborato i dati Istat.
Si stima – continua la Coldiretti – che appena il 16% della popolazione nazionale vivrà tra 10 anni nelle campagne dove si prevede la presenza di solo 9,5 milioni di abitanti nel 2031, mezzo milione in meno a rispetto al 2021.
Il calo generale della popolazione che riguarda secondo l’Istat l’intero territorio è infatti più pesante – spiega la Coldiretti – nelle aree rurali e nei piccoli borghi, che pur rappresentando un patrimonio storico e culturale unico già scontano una presenza ridotta.
Un fenomeno – secondo un’analisi di Coldiretti/Ixe’ – che rischia di avere un impatto pesante non solo del punto di vista ambientale ma anche economico se si considera che nell’estate 2022 il 70% degli italiani in vacanza ha visitato i piccoli borghi, che rappresentano un elemento di attrazione turistica che identifica il Belpaese all’estero, di cui l’agroalimentare Made in Italy è senza dubbio il fiore all’occhiello.
Non a caso il 92% delle produzioni tipiche nazionali – secondo un’indagine Coldiretti/Symbola – nasce proprio nei piccoli borghi italiani con meno di 5mila abitanti, un patrimonio conservato nel tempo dalle imprese agricole con un impegno quotidiano per assicurare la salvaguardia delle colture agricole storiche, la tutela del territorio dal dissesto idrogeologico e il mantenimento delle tradizioni alimentari.