(Sesto Potere) – Roma – 14 marzo 2022 – Al 31 dicembre 2021 la popolazione residente in Italia ammonta a 58.983.122i unità, 253.091 in meno rispetto alla stessa data del 2020 (-0,4%). Alle conseguenze dirette e indirette dell’epidemia da Covid19 osservate nel 2020 (drammatico eccesso di mortalità, forte contrazione dei movimenti migratori, quasi dimezzamento dei matrimoni celebrati), nel 2021 si aggiungono gli effetti recessivi dovuti al calo delle nascite, che scendono sotto la soglia di 400 mila, facendo registrare ancora una volta un nuovo minimo storico dall’Unità d’Italia.
Nei due anni di pandemia il calo di popolazione è stato di quasi 616 mila unità, soprattutto per effetto del saldo naturale.
Questo emerge nel Report “Dinamica demografica – anno 2021” pubblicato oggi dall’ Istat.
Se il deficit di popolazione del 2020 è apparso in tutta la sua drammatica portata in tutte le ripartizioni, nel corso del 2021 il Nord continua a registrare una perdita rilevante (Nord-ovest -0,3% e Nord-est -0,2%), anche se di entità inferiore rispetto a quella dell’anno precedente (rispettivamente -0,7% e -0,4%).
Lombardia ed Emilia-Romagna, che nel 2019 avevano registrato un incremento, seguito da un calo dello 0,6% e dello 0,3% l’anno seguente, nel 2021 vedono ridurre il saldo totale percentuale di un ulteriore 0,2%.

L’impatto del numero di morti da Covid-19 sulla dinamica demografica è rilevante anche nel 2021, sia in termini quantitativi che geografici: sono circa 59 mila, pari all’8,3% dei decessi totali per il complesso delle cause, in calo rispetto all’anno precedente quando se ne erano contati oltre 77 mila, il 10,3% del totale.
Anche il totale dei decessi (709.035) risulta in diminuzione rispetto all’anno precedente (oltre 30 mila decessi in meno) ma è significativamente superiore alla media 2015-2019 (+9,8%).
A differenza di quanto accaduto nel 2020, l’eccesso di mortalità rispetto alla media 2015-2019 non è concentrato al Nord ma si manifesta su tutto il territorio.
È nel Mezzogiorno che si osserva l’eccesso di mortalità maggiore dell’anno 2021 rispetto al periodo 2015-19 (+12,9% di decessi), con regioni come Puglia (+18,5%) e Molise (+14,6%) ben sopra la media nazionale (+9,8%). Al Nord solo la Provincia autonoma di Bolzano e il Friuli-Venezia Giulia presentano un eccesso superiore al 13%.
Ma il Nord resta sempre la ripartizione con una proporzione maggiore di decessi Covid-19 su decessi totali, con un valore medio della ripartizione per il 2021 del 9%.
Il Friuli-Venezia Giulia (14,2%), l’ Emilia-Romagna (11,3%) e la Provincia autonoma di Bolzano (10,6%) sono le uniche regioni d’Italia dove si registra più di un decesso Covid-19 su 10, ma la percentuale è in calo rispetto all’anno precedente quando i valori erano superiori al 10% in quasi tutte le regioni settentrionali, con punte di oltre il 20% in Valle d’Aosta.
Gran parte dell’eccesso di mortalità correlata al Covid-19 è stato osservato nei primi 5 mesi del 2021, quando la copertura vaccinale era ancora molto bassa. Mentre con il progredire della campagna di vaccinazione – evidenzia l’Istat – la mortalità Covid-19 correlata “è significativamente diminuita”.