(Sesto Potere) – Bologna – 22 marzo 2021 – Tempo 24 ore e già si registrano proteste per il contenuto del “Decreto Sostegni” illustrato venerdì, in conferenza stampa, dal presidente del consiglio Mario Draghi e dai ministri dell’ Economia e del Lavoro (nella foto qui nella pagina, ndr). Il dispositivo prevede l’erogazione di contributi a fondo perduto per circa 3 milioni di imprese e professionisti che nel 2020 hanno perso almeno il 30% del fatturato medio mensile rispetto al 2019, con cinque fasce di sostegno calanti dal 60% al 20% e l’eliminazione del riferimento ai codici Ateco, ampliando la platea dei soggetti beneficiari. “Non basta”: hanno già detto le associazioni del commercio in Emilia-Romagna.
Parliamo di un settore già in crisi. Da un lato il Covid, dall’altro il crollo dei consumi che la stessa emergenza sanitaria ha contribuito a generare, si conta la chiusura di oltre 10mila imprese del commercio non alimentare e dei servizi di mercato in Emilia Romagna nel 2020.
“Gli aiuti andranno da un minimo di 1.000 a un massimo di 150.000 euro, ma paradossalmente chi non rientra nelle soglie delle cinque fasce di ristoro basate sul fatturato 2019 dal 60 al 20% delle perdite non riceverà alcun ristoro, e tra questi i rappresentanti del comparto della ristorazione collettiva. Chi ha perso “solo” il 50% prenderà in percentuale meno ristori. Così come risultano penalizzati discoteche e locali notturni, fondamentali per l’attrattiva turistica della Riviera Adriatica, in particolare, e tuttora uno dei settori più colpiti. Ed anche nei comparti come l’abbigliamento, il commercio al dettaglio, bar e ristoranti, gli imprenditori, soprattutto i ‘medio’ e ‘piccoli’, percepiranno in media meno rimborsi rispetto a quelli stanziati a novembre dal precedente governo”: spiega Tullia Bevilacqua, segretario regionale Ugl Emilia-Romagna.

Secondo il sindacato servono ristori più adeguati in termini di risorse, più inclusivi in termini di parametri d’accesso, più tempestivi in termini di meccanismi operativi.
E poi, come già accaduto in passato, anche il “Decreto Sostegni” del nuovo governo non soddisfa partite Iva, lavoratori autonomi e liberi professionisti iscritti ad ordini professionali.
“Il governo ha previsto un sistema di calcolo burocraticamente complesso e soprattutto penalizzante che porterà pochi spiccioli nelle tasche dei lavoratori autonomi. Parliamo di una categoria, quella delle partite Iva e delle cosiddette “microimprese”, che era stata esclusa ingiustamente dai ristori anche l’anno scorso e che adesso potrà beneficiare di un aiuto pubblico intorno ai 1.000 euro a fronte di incassi pari quasi a zero. Un provvedimento decisamente iniquo che colpisce in particolare persone che garantiscono attività di preparazione di cibi e bevande e servizi di catering. Attività storicamente importanti in Emilia-Romagna, la terra del cibo e del cosiddetto ‘buon vivere’ Iva e professionisti dei vari ordini professionali avevano ricevuto soltanto un, insufficiente, bonus una tantum, esclusi da tutti i contributi a fondo perduto. Giova ricordare che dalle piccole e medie imprese dipendono molti lavoratori e le loro famiglie”: aggiunge Tullia Bevilacqua.
E, intanto, le imprese devono affrontare anche i tempi lunghi di erogazione dei contributi: i bonifici partiranno non prima di Pasqua, visto che – come ha spiegato il premier Draghi – il meccanismo dell’ erogazione diretta sarà affidato all’Agenzia delle Entrate che dovrà mettere a disposizione degli utenti un’apposita piattaforma telematica dove si dovranno compilare schede dedicate alla richiesta il contributo: “Auspichiamo che non si debbano verificare disservizi, blocchi, e lungaggini, come per situazioni simili purtroppo già registrate nei mesi scorsi. La storia insegna”: conclude il segretario regionale dell’ Ugl Emilia-Romagna, Tullia Bevilacqua.