(Sesto Potere) – Roma, 12 marzo 2021 – La pandemia ha indebolito il settore sanitario, provocando un incremento dei furti di cartelle sanitarie e dei danni contro le strutture ospedaliere. Secondo quanto riferito da Helpransomware, azienda specializzata in rimozione di ransomware e recupero dati crittografati, durante l’anno appena trascorso, il 20% degli attacchi ransomware ha riguardato le aziende sanitarie. 1 cittadino su 7 ha subìto un attacco.
Da novembre c’è stato un aumento del 45% dei cyber attacks contro gli ospedali, pari al doppio di quelli avvenuti in tutti gli altri settori (22%). Le aree con le percentuali di incremento più elevate sono state in Europa centrale (145%), in Asia Orientale (137%) ed America Latina (112%).

Gli hacker più motivati prendono il controllo anche degli apparati ospedalieri, determinando delle conseguenze pesanti per la salute dei cittadini: danneggiamento di macchinari e dispositivi informatici; impiego di protocolli diagnostici errati e consegna di un esame non attendibile al paziente.
Non a caso, c’è stato un aumento del 3,6% di incidenti mortali per eventi cardiaci, negli ospedali che hanno subito, recentemente, un attacco informatico.
Gli hacker, durante la pandemia, hanno attaccato questi ospedali sfruttando due metodologie: e-mail di pishing con allegati creati per trarre in inganno l’utente e campagne di password spraying per accedere ai sistemi e portare a termine operazioni di spionaggio.
Inoltre, il furto di informazioni sensibili a discapito delle aziende sanitarie, incentiva nuovi tentativi di frodi online: truffare i pazienti o i parenti potrebbe essere più facile avendo a disposizione le informazioni sanitarie delle persone.
Ecco perchè i dati sanitari possono valere anche più delle informazioni relative alle carte di credito.
Come precisato dagli esperti di Helpransomware: “Il prezzo attuale di una singola cartella contenente i dati identificativi degli individui, con nomi, codici della previdenza sociale, date di nascita e numeri di conto corrente, varia da 14 a oltre 25 euro cadauno”.
Inoltre, i pirati informatici prendono di mira le aziende sanitarie perché, in questa fase, pagano più facilmente di altre organizzazioni il riscatto: dovendo gestire una situazione emergenziale, gli ospedali, spesso, preferiscono sborsare migliaia di euro pur di recuperare i dati sensibili.
Nonostante le problematiche legate alla gestione della pandemia, è preferibile non cedere alle proposte dei criminali informatici: ed utilizzare semmai in questi casi specifiche soluzioni che aiutano ad eliminare, in brevissimo tempo, il ransomware ed i file criptati.