(Sesto Potere) – Roma – 8 agosto 2023 – In occasione del Premio Ambiente e Legalità, l’associazione Legambiente ha anche presentato una fotografia che nel 2022 – secondo i numeri dell’attività di controllo e repressione delle forze dell’ordine e delle Capitanerie di Porto raccolti nel suo ultimo report Ecomafia – ci raccontano un’Italia pesantemente condizionata dal ciclo illegale del cemento.

I numeri sono impressionanti: i reati accertati sono 12.216 con un incremento del 28,7% rispetto all’anno precedente e indicano come quello degli appalti pubblici e dell’edilizia sia il settore in assoluto più permeabile alle infiltrazioni dell’economia illegale ed ecomafiosa.

Crescono del 26,5% le persone denunciate (ben 12.430), del 97% le ordinanze di custodia cautelare (sono state 65), addirittura del 298,5% il valore dei sequestri e delle sanzioni amministrative, per oltre 211 milioni di euro. Viene stimato in crescita, da 1,8 a 2 miliardi di euro, anche il business dell’abusivismo edilizio.  

Un trend in crescita che richiede, oggi più di ieri, un’attenzione particolare, considerando anche la notevole quantità di denaro che verrà investita nei cantieri finanziati grazie al PNRR, Piano nazionale di ripresa e resilienza. 

Stilando la classifica regionale sulla base dei reati accertati nel ciclo illegale del cemento, la Campania, con 1.747 infrazioni, è sempre in vetta, totalizzando il 14,3% del dato nazionale. Segue la Puglia, che con il 10,5% del totale guadagna una posizione rispetto all’anno precedente, quindi la Sicilia, che sale dal quarto al terzo posto con l’8,7%.

La Toscana, con il 7,5% sale di due posizioni. E proprio la Toscana conquista il primato per numero di illeciti amministrativi con 2.498 contestazioni.  

Il numero complessivo delle imprese colpite da provvedimento antimafia nell’anno 2022 è stato pari a 813.

L’Emilia-Romagna, nell’anno 2022 è risultata essere la prima regione, con 153 imprese interessate da interdittiva, pari al 18,8% del totale.

 Complessivamente, il 2022 è stato caratterizzato da un aumento del numero delle interdittive nelle regioni del Nord e una diminuzione in quelle del Sud.   

Numeri, analisi e considerazioni – commenta Enrico Fontana, responsabile Osservatorio Ambiente e Legalità di Legambiente – che dovrebbero sollecitare risposte coerenti ed efficaci, al di là delle dichiarazioni d’intenti, da parte di chi ha responsabilità politiche e istituzionali, mentre, invece, accade spesso il contrario: deregulation, come quelle inserite nel nuovo Codice degli appalti, invece di semplificazioni; condoni edilizi più o meno mascherati invece di ruspe demolitrici”.