(Sesto Potere) – Bologna – 2 maggio 2022 – L’Assemblea generale della CGIL Emilia-Romagna, riunitasi il 29 aprile al Dumbo di Bologna alla presenza del segretario nazionale Maurizio Landini, ha eletto Massimo Bussandri (nella foto in alto) nuovo segretario generale con il 92% dei voti.
Bussandri succede a Luigi Giove, entrato a far parte della segreteria nazionale della CGIL con l’incarico di segretario organizzativo.
Nato a Parma l’11 novembre 1969, Bussandri vive da sempre a Salsomaggiore terme. Laureato in Giurisprudenza, in gioventù è stato corrispondente di alcune testate locali e poi dipendente stagionale nel settore alberghiero termale. Si avvicina alla Cgil di Parma a metà anni ‘90 e nell’ottobre 1999 è chiamato a far parte della segreteria territoriale della FP, per poi passare alla Flai nel 2008 come responsabile della contrattazione agricola. Entra nella segreteria della Cgil di Parma nel 2012 e nel gennaio dell’anno dopo viene eletto segretario generale. Nel febbraio del 2019 fa parte della segreteria regionale con il ruolo di segretario organizzativo.

“In questi due anni la forbice delle disuguaglianze non si è ristretta, anzi si è allargata, la precarietà nel lavoro non si è ridotta, anzi è aumentata, la sicurezza sul lavoro non è migliorata, anzi è peggiorata, le discriminazioni razziali e il gap di genere non si sono ridotti, anzi sono aumentati”: ha sottolineato il neo segretario regionale durante la sua relazione programmatica.
Il mandato del nuovo segretario regionale si presenta “in stretta continuità” con quello del predecessore Giove e con la segreteria che lo ha accompagnato in questi anni.
“Dobbiamo darci un primo obiettivo, tutto politico – ha spiegato Bussandri -, costruire le condizioni per essere il centro di elaborazione di un pensiero alternativo al neoliberismo e al neoliberalismo, che sempre più rischiano di assumere una connotazione autoritaria. Per farlo dobbiamo offrire non solo ai nostri delegati, ma a tutti i nostri iscritti un orizzonte programmatico e un approdo valoriale forte, adeguato alle sfide. Dovremo tornare a ragionare con chi rappresentiamo (lavoratori, pensionati, disoccupati), ma anche con chi all’esterno può darci una mano a ricomporre il quadro (studenti, associazioni, movimenti) a ragionare di valori fondativi, di agende politiche, mettere a confronto e a discussione tutti i temi di carattere generale con un nostro preciso e autonomo punto di vista, a partire da quelli più scomodi, a partire da quelli che troppe volte nell’ultimo decennio, o forse nell’ultimo ventennio, abbiamo spazzolato sotto il tappeto”.