(Sesto Potere) – Cesena – 21 marzo 2022 – Hera ha sviluppato, in collaborazione con ENEA, Università di Bologna e Irritec, un prototipo tecnologicamente avanzato in grado di depurare le acque reflue allo scopo di utilizzarle per irrigare e fertilizzare i campi coltivati, con benefici in termini di maggiore disponibilità idrica, apporto di nutrienti, riduzione dei concimi chimici, sostenibilità ambientale e qualità della filiera depurativa.

L’innovazione rientra nell’ambito del progetto Value CE-IN, finanziato dalla Regione Emilia-Romagna e dal Fondo Sviluppo e Coesione, presentato in occasione della Giornata Mondiale dell’Acqua che si celebra ogni anno il 22 marzo.

Il prototipo dimostrativo è stato realizzato presso l’impianto di depurazione del Gruppo Hera in via Calcinaro a Cesena ed è stato testato su un campo sperimentale con 120 colture, di cui 66 piante di pesco e 54 di pomodoro da industria. I risultati raccolti a valle della fase sperimentale confermano la qualità delle acque depurate a fini agricoli.

I risultati di ricerca industriale, da confermare con ulteriori campagne, evidenziano la fattibilità di pratiche di economia circolare e simbiosi industriale che favoriscono la conversione degli impianti di depurazione in vere e proprie bioraffinerie da cui recuperare la risorsa idrica primaria, prodotti secondari ad elevato valore aggiunto, come ammendanti e fertilizzanti in grado di garantire un apporto di nutrienti, tra cui azoto, fosforo e potassio, e ridurre il ricorso a concimi chimici di sintesi.

“Questa sperimentazione si inserisce all’interno delle strategie del Gruppo Hera che puntano a un uso sempre più efficiente delle risorse, con riduzione dei consumi, soluzioni per la circolarità e il riuso. Il depuratore di Cesena rappresenta, infatti, un esempio concreto di economia circolare nell’ambito del ciclo idrico, sia in termini di una tangibile e sicura possibilità di riutilizzare le acque reflue depurate per scopi agricoli, sia per la valorizzazione e il recupero di prodotti secondari dai fanghi di depurazione”, evidenzia Susanna Zucchelli, Direttore Acqua del Gruppo Hera.

“I risultati ottenuti nell’ambito del progetto, coordinato dall’ENEA, potrebbero supportare l’applicazione dello schema prototipale a tutti gli impianti di depurazione e la diffusione di pratiche di riuso a vantaggio di tutti gli stakeholder di filiera – dai gestori d’impianto ai consorzi di bonifica fino al settore dell’automazione, controllo e misurazione – con l’obiettivo di garantire una fonte idrica non convenzionale e sicura e fornire al contempo un apporto di elementi nutrienti alle colture, in linea con i nuovi indirizzi comunitari in vigore dal 2023”, sottolinea il coordinatore del progetto Luigi Petta, responsabile del Laboratorio ENEA di Tecnologie per l’uso e gestione efficiente di acqua e reflui.

Secondo studi recenti, nel nostro Paese i prelievi pro capite di acqua dolce per uso agricolo rappresentano circa il 50% del fabbisogno idrico totale; inoltre, i sempre più frequenti fenomeni di carenza idrica dovuti ai cambiamenti climatici pongono a serio rischio oltre un terzo della produzione agricola nazionale, con danni alla quantità ed alla qualità dei raccolti, stimabili mediamente nell’ordine di un miliardo di euro all’anno. In virtù dei risultati conseguiti, il progetto ambisce a fare da catalizzatore di accordi tra istituzioni ed aziende della filiera, già coinvolti in sede di sviluppo progettuale, per implementare queste pratiche su scala reale, a partire dalla best practice messa a punto a Cesena nell’ambito del progetto”.

“La ricerca condotta ha evidenziato l’elevato potenziale del riuso a scopo fertirriguo delle acque reflue depurate, sia in termini quantitativi che nutritivi, sfruttando tecnologie e materiali smart che consentono la gestione dell’irrigazione e della fertilizzazione di precisione. Inoltre, la verifica degli effetti del riutilizzo diretto degli effluenti secondari e terziari sul sistema “suolo-pianta” ha mostrato, negli studi fin qui condotti, la sicurezza e la sostenibilità di tale pratica”, evidenzia Attilio Toscano, professore di idraulica agraria e coordinatore delle attività sperimentali condotte dal CIRI FRAME, il Centro Interdipartimentale di Ricerca Industriale Fonti Rinnovabili, Ambiente, Mare ed Energia dell’Università di Bologna.

Info: sito https://valuecein.eu;  tour virtuale: https://valuecein.eu/laboratorio-dimostrativo/

La Giornata Mondiale dell’Acqua e l’importanza dell’oro blu

In occasione della Giornata Mondiale dell’Acqua, dedicata quest’anno al sottosuolo e all’importanza del lavoro di potabilizzazione della risorsa idrica, Hera ricorda che, oltre a essere buona, l’acqua del rubinetto è anche economica e sostenibile, perché bevendola si risparmia (fino a 460 euro all’anno per una famiglia di tre persone) e si evitano consumo e trasporto di tonnellate di bottiglie spesso in plastica.

L’acqua arriva a casa nostra attraverso oltre 35 mila km di reti, lunghe quasi quanto un giro intorno al globo, 4 mila dei quali nel territorio di Forlì-Cesena .E poi, attraverso quasi 19mila km di reti fognarie, di cui 1.900 a Forlì-Cesena, e appositi impianti, viene depurata e restituita all’ambiente.

Oltre 1 miliardo di investimenti nel ciclo idrico nel Piano Industriale al 2025

Fornire un servizio eccellente è possibile solo investendo importanti risorse. Solo nel 2020 il Gruppo Hera, secondo operatore a livello nazionale, ha investito oltre 166 milioni di euro ogni anno tra acquedotto, fognatura e depurazione e nel Piano Industriale al 2025 sono previsti investimenti complessivi nel ciclo idrico integrato oltre 1 miliardo per garantire un uso sempre più efficiente della risorsa, soluzioni per la circolarità, ma anche per aumentare la resilienza delle reti.