(Sesto Potere) – Marina di Ravenna – 25 febbraio 2022 – Copertoni di auto, bombole del gas e reti abbandonate sono solo alcune delle tipologie di rifiuti che i pescatori delle cooperative Piccola e Media pesca La Romagnola e Nuovo Conisub di Marina di Ravenna hanno ritrovato negli ultimi mesi nei fondali delle acque romagnole, arrivando in poco tempo a raccoglierne oltre 300 kg, un quantitativo veramente molto elevato.

I ricercatori del Centro ricerche marine CESTHA di Marina di Ravenna si sono occupati della catalogazione dei rifiuti pescati, identificando le tipologie più ridondanti e documentando quelle più “strane”: purtroppo le retine degli impianti di mitilicoltura rimangono ancora decisamente il rifiuto più abbondante, assieme ai rifiuti plastici di origine civile come bottiglie e sportine. Esistono poi recuperi eccezionali di oggetti che è difficile capire come siano arrivati a largo: bombole di gas o i resti di un carrello della spesa.

Le tipologie di pesca praticate nella marineria sono diverse, ciascuna delle quali si trova, sempre più spesso, a interfacciarsi con la presenza dei rifiuti dispersi nell’ambiente marino. I pescatori subacquei che raccolgono La Selvaggia di Marina di Ravenna, ad esempio, durante le loro immersioni per la raccolta delle cozze sui banchi naturali, hanno più volte dovuto occuparsi di reti fantasma, ossia quelle reti abbandonate in mare che risultano essere una pericolosa minaccia per la fauna marina: continuano infatti a catturare e a far morire gli organismi che vi si impigliano.

Anche i pescatori artigianali hanno purtroppo imparato a confrontarsi con il problema: ci sono giornate in cui i rifiuti catturati dalle loro reti superano di gran lunga il peso del pesce. La piattaforma OGYRE, una start-up innovativa si è di recente interessata al fenomeno, e sta lavorando proprio con le marinerie locali per standardizzare le attività di recupero.

I materiali raccolti sono stati conferiti negli appositi contenitori, distinguibili per la particolare grafica che li ricoprono e volta a promuovere lo slogan della campagna #IlMareDiceBasta, collocati presso la sede del Cestha (Centro Sperimentale per la Tutela degli Habitat) di Ravenna per la raccolta dei rifiuti marini e della plastica in particolare.

Questa iniziativa è nata da un’idea di HeraLAB, il laboratorio di idee attivo a Ravenna dal 2013 che coinvolge vari stakeholder del territorio al fine di promuovere idee e soluzioni volte a migliorare la sostenibilità ambientale e sociale dei servizi erogati ai cittadini. 

In particolare, si tratta di un progetto sperimentale che prevede, nell’ambito di un Accordo attivato nel 2019 con l’Autorità di Sistema Portuale di Ravenna del Mare Adriatico centro-settentrionale, una collaborazione fra Hera e i vari soggetti aderenti (Associazioni di pescatori di Ravenna e di Cervia e Circoli di navigatori diportisti), che intendano fornire il proprio concreto contributo per la raccolta dei rifiuti in mare.

L’accordo con Hera rimarrà in vigore per tutto il 2022, con la possibilità di rinnovo anche per le stagioni successive.

CESTHA, Centro Sperimentale per la Tutela degli Habitat è un ente di ricerca senza scopo di lucro la cui finalità è la protezione ambientale. Lo Staff è composto da ricercatori e specialisti delle scienze naturali, della biologia marina e della veterinaria. CESTHA è Centro Ricerche privato, iscritto all’Anagrafe Nazionale degli Enti di Ricerca del MIUR nei settori “Pesca e Acquacoltura” e “Ricerca scientifica e sviluppo”.

Si occupa di programmi di conservazione delle specie a rischio e promozione di attività di gestione sostenibile, lavorando in stretta collaborazione con il CNR, Università di Bologna, Università di Padova, oltre a numerosi altri istituti di ricerca pubblici e privati. Dal 2016, inoltre, ha posto la propria sede operativa nel complesso storico dell’antico Mercato del Pesce di Marina di Ravenna, riconvertito ad innovativo polo ricerche marine.
Da gennaio 2020 è riconosciuto dal MIPAAF quale Istituto Scientifico ai sensi del D.P.R. n. 1639 del 2 ottobre 1968.