(Sesto Potere) – Roma – 15 maggio 2023 – Tra il 2018 e il 2022, ovvero in 5 anni, la Tassa sui Rifiuti (TARI), è aumentata mediamente del 7,7%, mentre nell’ultimo anno, rispetto al 2021, l’aumento è stato pari allo 3,7%. Tra il 2021 e il 2022 sono 65 le città capoluogo di provincia che hanno aumentato la tassa.
In valori assoluti – spiega in una nota Ivana Veronese, Segretaria Confederale UIL – le famiglie italiane hanno versato nel 2022, per la tariffa rifiuti, 325 euro medi, a fronte dei 313 euro del 2021 e dei 301 euro versati nel 2018.
È quanto scaturito dallo studio del Servizio Lavoro Coesione e Territorio UIL che ha elaborato i costi in 107 città capoluogo di provincia. Il campione si riferisce ad una famiglia composta da quattro componenti con una casa di 80 mq e reddito ISEE di 25 mila euro. Nelle città in cui è in vigore la tariffa puntuale (TARIP/TARIC) si è fatto riferimento agli “svuotamenti minimi” e le tariffe sono comprensive dell’IVA 10%. La TARI è comprensiva del tributo provinciale ambientale (TEFA).
LA TOP TEN
In valori assoluti, nel 2022 – illustra Ivana Veronese – il costo maggiore si registra a Pisa con 519 euro medi l’anno a famiglia; a Brindisi si versano 518 euro; a Genova 489 euro; a Benevento 481 euro; a Messina 476 euro; Catania 475 euro; a Siracusa 472 euro; ad Agrigento 471 euro; a Taranto 459 euro e a Trapani 457 euro.
LA LAST TEN
Si paga decisamente meno a Belluno 169 euro l’anno a famiglia; a Novara 174 euro; ad Ascoli Piceno 181 euro; a Macerata 182 euro; a Pordenone 186 euro; a Brescia 187 euro; a Trento 189 euro; a Firenze 194 euro; a Vercelli 197 euro e a Udine 204 euro.
CITTA’ METROPOLITANE
Per quanto riguarda le Città Metropolitane, la tassa sui rifiuti pesa per 489 euro all’anno a famiglia a Genova; a Messina per 476 euro; a Catania per 475 euro; a Reggio Calabria per 453 euro; a Napoli per 442 euro; a Bari per 401 euro; a Cagliari per 395 euro; a Milano per 338 euro; a Venezia e a Palermo per 332 euro; a Torino per 331 euro; a Roma per 314 euro; a Bologna per 228 euro e a Firenze per 194 euro.
PERIODO 2021-2022
Nello specifico – commenta la Segretaria della UIL – tra il 2021 e il 2022 a Potenza si registra un aumento pari all’85,9%; a Fermo del 57,3%; a Cosenza del 42,2%; a Taranto del 29,9%. A Caltanissetta, tra il 2021 e il 2022, invece, si registra una diminuzione della tassa pari al 26,7%; a Firenze del 20,2%; a Crotone del 17,2%; a Siena del 15,3% e ad Alessandria del 9,2%. Nelle città metropolitane invece la TARI aumenta a Catania del 17,9%; a Palermo del 17,6%; a Genova del 17,2%; a Messina del 5,8% e a Venezia del 3,7%. Mentre diminuisce del 20,2% a Firenze, del 4,1% a Roma e del 2,9% a Bari.
PERIODO 2018-2022
Negli ultimi 5 anni la Tari è aumentata mediamente del 7,7%. Più nel dettaglio: negli ultimi cinque anni la TARI è aumentata mediamente a Potenza del 69,3%; a Cosenza del 62%; a Fermo del 56,6%; a Viterbo del 56,1% e a Vibo Valentia del 47,8%. A Trapani, negli ultimi cinque anni, si è registrata una diminuzione della tassa pari al 30,8%; a Frosinone del 23,6%; a Firenze del 18,7%; a Caltanissetta del 15,1%; a La Spezia del 13,5%. Per quanto riguarda le città metropolitane, sempre considerando il periodo 2018-2022, è aumentata a Catania del 39,1%; a Genova del 37,8%; a Palermo del 19,6%; a Messina del 10,9%; a Bari del 5,7%. E’ diminuita, invece, del 18,7% a Firenze, del 12,9% a Cagliari, del 5,6% a Venezia e dell’1,7% a Reggio Calabria.
CONCLUSIONI
Dai dati scaturiti dallo studio, si evince che non c’è soltanto il tema dal caro bollette elettriche e del gas che pesano sui consumi delle abitazioni, ma anche il tema delle tariffe della raccolta dei rifiuti solidi urbani. Tariffe che pesano sul bilancio delle famiglie, soprattutto nel Mezzogiorno, dal momento che tra le prime dieci città dove la Tari è più alta, otto sono ubicate in quest’area del Paese.
Rimane intatto – commenta Veronese – il tema dell’efficienza e dell’efficacia del servizio che ha bisogno di investimenti nelle infrastrutture inerenti al ciclo integrato dei rifiuti. A tal fine – conclude la Segretaria della UIL – vanno accelerati gli investimenti del PNRR e dei fondi della
coesione europei e nazionali che riguardano il ciclo integrato dei rifiuti.