(Sesto Potere) – Bologna – 14 febbraio 2022 – “Gli extra-profitti delle società energetiche e i contributi riconosciuti dallo Stato agli operatori del settore rappresentano un “tesoretto” da complessivi 40,6 miliardi di euro che il Governo deve utilizzare per contrastare l’abnorme crescita delle bollette e riportare le tariffe di luce e gas a livelli sostenibili”. Lo afferma Assoutenti che ha diffuso le stime 2022 delle risorse derivanti dagli extraprofitti e dalla sospensione di alcuni contributi alle aziende energetiche.
“Entro i primi tre mesi del 2022 e con l’arrivo delle nuove fatture di elettricità e gas, migliaia di piccole imprese rischiano di chiudere i battenti nel nostro paese, non potendo sostenere bollette astronomiche e un così forte aumento dei costi a loro carico – spiega Assoutenti – Uno tsunami che provocherebbe per la nostra economia effetti addirittura peggiori della crisi Lehman Brothers del 2008”.

“Le misure fin qui adottate dal Governo non hanno ottenuto gli effetti sperati, e i nuovi interventi annunciati dal Premier Draghi non sembrano sufficienti a risolvere l’emergenza in atto – prosegue Assoutenti – Eppure esistono ampie risorse alle quali il Governo potrebbe attingere per reperire fondi da destinare al caro-bollette senza gravare sui bilanci dello Stato e per riorganizzare il mercato dell’energia con un ruolo diverso dello aziende elettriche controllate dallo Stato (Terna, Snam, ENI, ENEL) e dagli enti locali (come A2A, Hera, Iren, Acea)”.
“Si tratta non solo degli extra-profitti incamerati dalle società energetiche per effetto delle differenze tra i costi di produzione di energia e le quotazioni di elettricità e gas sui mercati, ma anche dei contributi pubblici che lo Stato riconosce sulle produzioni di energia. In base ai dati elaborati gli extra-profitti delle società dell’energia valgono in totale 27,9 miliardi di euro: 7,9 miliardi di euro quelli legati alle fonti di energia fossile (la cui produzione termoelettrica con gas naturale è acquisita tramite contratti long term agevolati e/o contratti bilaterali), 20 miliardi di euro gli extra-profitti derivanti dalle fonti rinnovabili” aggiunge Assoutenti.
Il caro energia interesserà, oltre alle imprese, anche le famiglie. Assoutenti evidenzia che gli aumenti delle bollette di luce e gas – già scattati a gennaio – e che incidono sui bilanci di imprese, attività ed esercizi commerciali, verranno “scaricati” su utenti e consumatori finali attraverso l’aumento dei prezzi al dettaglio, con una maxi-stangata complessiva che si stima in 38,5 miliardi di euro.
L’associazione ribadisce che è necessario tassare gli extra-profitti delle società energetiche e i contributi riconosciuti dallo Stato agli operatori del settore piuttosto che “spegnere la luce”, in riferimento all’iniziativa promossa dall’Anci e attuata da numerosi comuni italiani – anche in Emilia-Romagna – di spegnere le luci di edifici pubblici e monumenti per sensibilizzare il governo sugli effetti del caro-energia sui bilanci degli enti locali.

“224 comuni italiani, in base ai più recenti dati Ifel (Istituto per la Finanza e l’Economia Locale detengono quote di partecipazione nelle società che erogano servizi di fornitura luce e gas e, quindi, vedono crescere enormemente le proprie entrate grazie agli abnormi rincari di luce e gas – spiega il presidente di Assoutenti Furio Truzzi – Un paradosso assurdo, perché le amministrazioni che oggi spengono la luce in segno di protesta sono le stesse che stanno guadagnando dal caro-bollette, e che potrebbero utilizzare tali profitti per aiutare famiglie e imprese schiacciate dall’aumento dei costi energetici”.
Proprio gli extra-profitti incamerati dalle società dell’energia grazie alla differenza tra i costi di produzione e i prezzi sui mercati internazionali di elettricità e gas, valgono nel solo 2022 la bellezza di 27,9 miliardi di euro, un pozzo al quale il Governo, anche su sollecitazione dei sindaci, può e deve attingere per reperire risorse da destinare alla riduzione delle bollette pagate da utenti e imprese.
“Chiediamo ai Comuni di tutta Italia di destinare interamente gli utili garantiti dalle partecipazioni nelle società energetiche alla lotta al caro-bolletta, superando la logica del profitto che in questo momento appare inaccettabile e immorale, e rinunciando – così come fatto durante la pandemia – all’esigenza del pareggio di bilancio” : conclude Furio Truzzi.
Tra i principali Comuni che secondo Assoutenti detengono partecipazioni nelle società di luce e gas figurano:
- COMUNE DI ROMA (Acea)
- COMUNE DI MILANO (A2A)
- COMUNE DI TORINO (Iren)
- COMUNE DI BOLOGNA (Hera)
- COMUNE DI BARI (Rete Gas Bari)
- COMUNE DI GENOVA (Iren)
- COMUNE DI REGGIO EMILIA (Iren)
- COMUNE DI PARMA (Iren)
- COMUNE DI PIACENZA (Iren)
- COMUNE DI MODENA (Hera)
- COMUNE DI IMOLA (Hera)
- COMUNE DI RAVENNA (Hera).