(Sesto Potere) – Bologna – 18 luglio 2022 – L’iniziativa “Il giorno di domani”, azione collettiva di artisti e artiste per l’infanzia e l’adolescenza, è il nuovo percorso di welfare culturale di Comune e Città Metropolitana di Bologna che coinvolge uno spaccato vasto di realtà artistiche e culturali del territorio, tra cui teatri, compagnie, operatori e operatrici, artiste e artisti affermati e emergenti per convocare e accogliere i più giovani attraverso i linguaggi del teatro, della danza, della letteratura, della poesia e del visivo.

Il Comune di Bologna comunica che sono 1 milione e 900 mila euro le risorse dei Fondi Strutturali e di Investimento Europei, nell’ambito della risposta dell’Unione alla pandemia di Covid-19, stanziate per sostenere nuove forme di collaborazione con operatori culturali del territorio per un sistema articolato di azioni e progetti con un’attenzione prioritaria su infanzia e adolescenza, in particolare dopo le fratture, l’isolamento e le tante problematiche causate dalla pandemia.

I partner della kermesse “Il giorno di domani” sono: Emilia Romagna Teatro ERT / Teatro Nazionale, con il progetto “Fuori!” realizzato in convenzione con il Comune di Bologna ed altre sei realtà del panorama culturale bolognese:  Laminarie, Ateliersì, Teatri di Vita, Fondazione Bottega Finzioni, Kinesfera e Kepler-452, che sono state individuate tramite una selezione pubblica per la ricerca di interventi in ambito di welfare culturale che utilizzano i linguaggi artistici e performativi per stimolare nuove e ritrovate forme di socialità, di espressione corporea e psicologica, per favorire le relazioni e l’espressione del sé.

A questi interventi si aggiungeranno altre progettualità in corso di definizione che andranno ad agire direttamente in ambito metropolitano.

“Con “Il giorno di domani” vogliamo metterci in cammino nelle città, negli spazi culturali, nel paesaggio, nei musei, nelle biblioteche e nei teatri per raccogliere le voci di tanti e tante giovani, in un coro polifonico di comunità verso la scrittura di drammaturgie collettive. È un progetto che coinvolge tanti professionisti della cultura che ringrazio per essersi messi in gioco con competenza e passione. Insieme sviluppiamo un’azione corale con lo scopo condiviso di favorire una presa di parola pubblica da parte dei più piccoli e piccole, adolescenti e giovani adulti, rafforzando la capacità di narrare storie e di esprimere visioni, sguardi, sentimenti attraverso l’arte e i linguaggi artistici – è il commento di Elena Di Gioia delegata alla Cultura di Bologna e Città Metropolitana -. Siamo sicuri che lavorare sulle relazioni con l’altro/a, sul rapporto con il proprio corpo e con la collettività possa portare i giovani ad agire con maggiore benessere, consapevolezza e progettualità nello spazio urbano e pubblico, a partire dai luoghi del quotidiano come le scuole”. 

“Il giorno di domani” ha avuto un primo avvio lo scorso giugno con le Nightwalks with Teenagers, una performance nello e per lo spazio urbano all’interno della Pescarola nel quartiere Navile della compagnia canadese Mammalian Diving Reflex, che ha inaugurato il progetto FUORI!, realizzato da ERT e curato da Silvia Bottiroli.

Tra infanzia e adolescenza, la grande azione collettiva de “Il giorno di domani” si propagherà nei prossimi mesi con tanti percorsi educativi rivolti a bambine e bambini, ragazze e ragazzi, incentrati sulla narrazione e la scrittura, sui linguaggi artistici e la realizzazione di spettacoli, incontri, proiezioni, performance pubbliche inclusive e corali nello spazio urbano.

Ma l’intero programma si articola in otto linee progettuali che punteggeranno un intero anno con momenti dedicati ad adolescenti e altri aperti alla cittadinanza, interrogando direttamente le nuove generazioni su quattro questioni fondamentali: la riappropriazione, il politico, le politiche del corpo, l’autorità. 

I progetti e le attività de “Il giorno di domani” saranno diffusi su tutto il territorio metropolitano di Bologna, amplificando le voci dei giovani e dei giovanissimi, aprendo le scuole e abitando lo spazio pubblico come un playground culturale capace di ospitare e accogliere gesti, corpi e narrazioni.