(Sesto Potere) – Forlì – 10 febbraio 2023 – “Nel mondo non c ‘ è solo Sant’Antonio da Padova, c’è anche San Pellegrino da Forlì! Ma su questa certezza bisogna lavorarci sopra. Finalmente oggi arriva qualche parola nuova che va su questa direzione. E mi riferisco a Gabriele Zelli che coglie questa esigenza. Riconosce che “coi vari personaggi di dimensione locale oppure importanti, ma in ambito specifico, non siamo riusciti a bucare”. I turisti vengono al San Domenico, iniziative di vario genere e belle si fanno, ma poi è morta lì. Non c’è una continuità sull’ humus

della citta. “Perchè, dice Zelli, non puntare su una figura che esce dai confini forlivesi, e che richiama col suo culto mezzo mondo?” Alla buon’ora! Sant’Antonio, prima di dirsi da Padova, si chiamava Sant’Antonio da Forlì. Poi Padova ci ha fregato, ma tant’è… Ce la facciamo a fare diventare Forlì conosciuta nel mondo perché abbiamo San Pellegrino da Forlì?”:
questa la domanda a conclusione di una riflessione di Giancarlo Biserna, (nella foto in alto), già vicesindaco nell’amministrazione guidata dal sindaco Balzani dal 2009 al 2014 ed oggi esponente del Comitato per il rilancio di Forlì e del suo Centro.
Pellegrino Laziosi, meglio conosciuto anche come Pellegrino da Forlì, dichiarato beato da Papa Paolo V il 15 aprile 1609 e canonizzato da Papa Benedetto XIII il 27 dicembre 1726, è co-patrono della città di Forlì, dove si svolge una fiera in suo onore, il 1º maggio di ogni anno, caratterizzata dalla vendita dei cedri.
Il suo corpo, custodito in una teca di cristallo, riposa presso la chiesa dei Servi di Maria, (nella foto a lato il portale di ingresso), meglio conosciuta come la Basilica di San Pellegrino Laziosi, in pieno centro storico a Forlì.